Rossi: “Centri per l’impiego, servono fondi per valorizzarli”

9 maggio 2017 | 14:03
Share0
Rossi: “Centri per l’impiego, servono fondi per valorizzarli”

Politiche attive e servizi per il lavoro: il modello toscano è il titolo del convegno organizzato dalla regione Toscana che si è svolto questa mattina (9 maggio) nel Palazzo Sacrati Strozzi in piazza Duomo a Firenze. Tra i presenti il ministro Giuliano Poletti e il presidente Enrico Rossi.

“In Toscana da quando le regioni hanno avuto le competenze in materia di formazione e lavoro – spiega Rossi – i centri per l’impiego hanno svolto un grosso ruolo. Nel 2016 i nostri circa 800 addetti hanno ricevuto qualcosa come 292mila lavoratori per sbrigare quasi 1 milione di pratiche. Ma occorrerebbe potenziarli ancora di più. Mi pare importante l’impegno preso dal ministro Poletti di stabilizzare nel 2018 il quadro nazionale del collocamento al lavoro, ma soprattutto credo sia importante che metta a disposizione risorse per rafforzare ancora i Cpi”.
Rossi ha ricordato inoltre come “la regione sia impegnata sul tema del lavoro in modo serio e con molte iniziative, seguendo tutte le crisi aziendali, analizzandole e cercando le soluzioni migliori per salvarle, ponendosi come punto di riferimento per i sindacati, per i lavoratori e per le imprese stesse.”
“Per noi – ha precisato il presidente – è fondamentale poter gestire il rapporto tra domanda e offerta di lavoro. Il ricorso esclusivo al Cpi servirebbe a togliere la convinzione che per trovare lavoro bisogna avere le amicizie giuste. Nei Paesi europei civili quando si cerca un lavoro si va al Centro per l’impiego. La Toscana ci prova, ma vorremmo avere molte più risorse”.
Rossi ha poi aggiunto che “con il piano per l’occupazione da 29,5 milioni di euro che presto sarà approvato dalla giunta, seppur di per sé non risolutivo, la regione conta di aiutare alcune migliaia di lavoratori toscani. “
“Il lavoro dovrebbe essere una priorità per tutte le forze politiche – conclude Rossi – e mi auguro che lo sia. Occorre mettere al centro la questione sociale della sofferenza, superando la precarietà legata alla disoccupazione, alle disuguaglianze, alla concentrazione dei poteri nell’alta finanza e nelle multinazionali.
Le politiche della formazione sono un unicum con quelle del lavoro e sono in capo alle regioni. In Toscana i risultati ci sono e sono soddisfacenti anche dal punto di vista dei numeri. Ed i Cpi sono lo snodo necessario tra la domanda e l’offerta di lavoro. L’Italia deve mettere lo stesso impegno degli altri paesi europei, altrimenti la differenza aumenterà a nostro svantaggio. Credo che la strada da percorrere sia ancora lunga ma che la stiamo affrontando con il passo giusto”.
Tra gli altri presente anche l’assessore regionale a lavoro, istruzione e formazione Cristina Grieco.
“La regione Toscana sostiene da tempo con convinzione l’esigenza di sviluppare una visione congiunta delle regioni e delle Province autonome – dichiara la Grieco – per la governance e per l’organizzazione di un nuovo sistema delle politiche attive e dei servizi per il lavoro che abbia una vocazione nazionale, e sia radicato nei territori con una rete di strutture/agenzie regionali. Per questo, già prima dell’approvazione della legge di riforma del mercato del lavoro, la regione ha adottato una normativa regionale tesa a fissare gli elementi salienti del modello toscano di erogazione dei servizi per il lavoro, a partire dall’istituzione di un’agenzia regionale. In attesa che si definisse il panorama istituzionale di riferimento, è comunque proseguito a livello regionale un percorso graduale di riallocazione dei centri per l’impiego e del personale ex-provinciale”.
“Per un modello di governance efficace del mercato del lavoro, che deve prevedere un quadro di riferimento nazionale comune – ha proseguito l’assessore – occorre fare un salto di qualità per dare continuità e stabilità organizzativa e professionale ai CPI, dopo i passaggi intermedi che le regioni, in primis la Toscana, hanno compiuto, con atto di responsabilità, nel medio periodo per salvaguardare il sistema. La costituzione di un sistema nazionale del lavoro potrebbe oggi essere l’occasione per affrontare le criticità attualmente presenti in termini di risorse umane e finanziarie dei CPI, più volte sottolineate nelle sedi istituzionali”.
“Per quanto riguarda la Toscana, si è puntato su un modello di governance pubblica, rafforzata da una integrazione col privato. Per consolidare un percorso di omogenizzazione e di offerta di servizi sempre più qualitativi, a fine dicembre 2016 la giunta ha approvato la Carta dei Servizi dei Centri per l’Impiego – conclude Grieco –  con l’obiettivo di garantire l’informazione chiara e trasparente sui servizi erogati ispirandosi ai principi di uguaglianza, imparzialità, accessibilità, partecipazione, efficienza ed efficacia, trasparenza, continuità e gratuità. E ha predisposto già nel marzo 2016 il finanziamento, con fondi europei, di una gara unica regionale per l’erogazione dei servizi dei CPI che vanno da servizi di prima accoglienza/presa in carico a consulenza personalizzata per favorire l’inserimento lavorativo o la riqualificazione professionale, anche presentando le opportunità in materia di formazione, autoimprenditorialità o esperienze di lavoro all’estero (Eures). Nel caso di giovani utenti, i servizi riguardano informazioni e servizi relativi a programmi europei, nazionali e/o regionali dedicati specificatamente ai giovani (Giovanisì, Garanzia Giovani).”