I sindacati: “Una tassa di scopo per finanziare l’edilizia residenziale”

22 maggio 2017 | 12:23
Share0
I sindacati: “Una tassa di scopo per finanziare l’edilizia residenziale”

Una tassa di scopo che colpisca la rendita immobiliare (Air Bnb compresi) e impieghi una quota dei proventi delle entrate regionali del bollo auto (per quelle di grossa cilindrata), a favore di investimenti per l’edilizia residenziale pubblica (si stima un gettito regionale di 100 milioni di euro annui che garantirebbero mille alloggi popolari in più, per ristrutturazioni o nuove costruzioni): è una delle proposte che hanno lanciato alla Regione, stamani a Firenze, Cgil, Cisl, Uil, Sunia, Sicet, Uniat, Unione Inquilini Toscana, con l’obiettivo di calmierare i prezzi e combattere l’emergenza casa. “Invitiamo la Regione a fare una battaglia nazionale per rifinanziare adeguatamente il fondo affitti e affinché ci siano risorse nazionali certe nel tempo per l’edilizia residenziale pubblica”, aggiungono le sette sigle.

I numeri toscani dell’emergenza casa restano ingenti: oltre 25mila domande (accolte) di assegnazione di alloggi Erp presentate nel 2016 ai Comuni toscani; circa 1.500 case popolari non assegnate o indisponibili per mancate ristrutturazioni (il rischio dei prossimi anni è che non si facciano più alloggi pubblici perché mancano finanziamenti pubblici stabili); circa 15 famiglie ogni mille in Toscana hanno chiesto un contributo pubblico a sostegno dell’affitto; in Toscana gli sfratti sono aumentati di oltre il 15% (gli aumenti più sensibili sono a Prato, Firenze, Pisa e Livorno); ogni 100 provvedimenti di sfratto emessi nel 2016, quasi il 90 per cento sono per morosità.
La giunta regionale, sia attraverso la recente presentazione in Consiglio regionale di un documento preliminare, sia attraverso dichiarazioni pubbliche, ha manifestato l’intenzione di presentare una revisione e un riordino generale delle normative di competenza regionale in tema di politiche abitative nel campo dell’edilizia pubblica/sociale, ricorrendo ad un testo unico. La portata del provvedimento investirà quantomeno le oltre 50mila famiglie che già abitano le case popolari nei comuni toscani e le oltre 25mila che risultano in attesa di assegnazione attraverso la partecipazione ai bandi comunali.
Cgil, Cisl, Uil, Sunia, Sicet, Uniat, Unione Inquilini Toscana hanno spiegato: “Stando a quanto annunciato, vi sono aspetti della riforma in fieri che destano viva preoccupazione da parte nostra, in particolare riguardo il tema della continuità e della natura delle risorse, della programmazione di un piano certo di nuovi alloggi utili ad assicurare un presente e un futuro alla fondamentale risposta in termini di sostegno alle famiglie che l’edilizia residenziale pubblica offre e potrà offrire, riguardo il tema del sistema di gestione del patrimonio, degli utenti, delle garanzie occupazionali, nonché il tema dei requisiti di accesso ai bandi di assegnazione di alloggio e i temi del mantenimento dei requisiti per la permanenza e utilizzo in un alloggio di Erp sotto il profilo dei vani (mobilità)”.
E’ intervenuto anche Enrico Crivellari, inquilino fiorentino delle case popolari (ci vive dal 1980 con la famiglia) e dell’autogestione di via Canova, per raccontare la sua esperienza: “Ciò che più crea ansia e preoccupazione adesso tra gli inquilini è la cosiddetta ‘mobilità indotta’, di cui si discute a livello regionale. Si tratterebbe di una disposizione in base alla quale ti devi spostare – senza sapere né dove né quando – se c’è un sottoutilizzo dei vani, altrimenti aumenta l’affitto per ogni vano non utilizzato. Questo metterebbe in ginocchio tantissime famiglie, soprattutto quelle più anziane”.