
Il presidente della commissione affari istituzionali, Giacomo Bugliani, ha introdotto il dibattito sulla proposta di risoluzione riferita alla relazione annuale dell’attività 2016 del garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale. La risoluzione è stata approvata con 25 voti favorevoli e 7 contrari.
In base alla relazione del garante regionale, Franco Corleone, il sistema penitenziario regionale al 31 dicembre 2016 contava 3276 detenuti, a fronte di circa 2800 posti regolarmente disponibili, situazione nettamente migliore rispetto ai 4148 del dicembre 2012. Questa importante riduzione ha interessato soprattutto Sollicciano a Firenze, che dai 999 presenti del 31 dicembre 2013, è passato ai 698 detenuti al 31 dicembre 2015, per poi riprendere una leggera risalita: 731 al 31 dicembre 2016. Questo positivo processo ha inciso anche su altre case circondariali da tempo sofferenti, come Lucca e Pisa. La casa circondariale di Pistoia è stata quasi totalmente chiusa per lavori di ristrutturazione ed anche le case di reclusione di Massa e Porto Azzurro hanno visto ridursi le presenze. Quella di Prato non ha subito, invece, significative modificazioni, mantenendo sempre un certo livello di sovraffollamento.
Tendenze ad una nuova crescita della popolazione detenuta si rilevano poi sulla casa circondariale di Livorno ed anche sulla casa di reclusione di Volterra. La casa circondariale a custodia attenuata di Empoli è stata chiusa nell’agosto 2016, allo scopo di realizzarvi la seconda residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems) in Toscana, e lo storico ospedale psichiatrico giudiziario (Opg) di Montelupo Fiorentino è oggi in fase di definitiva chiusura. Il numero dei detenuti in Italia è di circa 56mila unità.
In Toscana l’incidenza di detenuti di origine straniera supera ampiamente la media nazionale attestandosi, alla fine del 2016 sul 47,8 per cento dei presenti, a fronte di un 34,07 per cento registrato a livello nazionale. In Toscana spicca l’altissima percentuale di stranieri presenti presso a Sollicciano (68,3 per cento al 31 dicembre 2016). Molto più contenuta, in Toscana, la presenza di donne, ferma al 3,5 per cento della popolazione detenuta in regione, a fronte di una media nazionale pari al 4,2 per cento. Alla fine del marzo 2017, le donne detenute erano in tutto 112: 79 a Firenze Sollicciano e 33 a Pisa.
Per quanto concerne gli eventi critici negli istituti toscani nel corso dell’anno 2016 sono stati registrati 6 suicidi: due a Sollicciano, uno a Grosseto; uno a Lucca, uno a Massa e uno a Porto Azzurro. A livello nazionale nel corso del 2016 si sono registrati 39 suicidi. I tentati suicidi negli istituti toscani sono stati 125, con punte di 50 a Firenze Sollicciano; 30 nella casa circondariale di Pisa; 13 in quella di Livorno. Di grande allarme anche gli atti di autolesionismo 1103.
A questo proposito va ricordato che è stato chiuso lo storico manicomio criminale di Montelupo Fiorentino e che oltre alla Rems funzionante di Volterra è in programma l’apertura di una seconda struttura ad Empoli. La restituzione della Villa dell’Ambrogiana, patrimonio mediceo da recuperare, alla città e alla Toscana intera, è un grande risultato civile. Occorrerà predisporre rapidamente un progetto di restauro e di valorizzazione pubblica e culturale.
Vi sono ingenti fondi disponibili per la ristrutturazione delle carceri toscane. Tra questi la realizzazione del teatro stabile a Volterra, richiesto da anni dalla compagnia della fortezza di Armando Punzo e la realizzazione di un carcere femminile nell’istituto gozzini di Firenze. L’ufficio del garante è impegnato con la fondazione Michelucci e con l’architetto Luca Zevi, coordinatore del tavolo tematico sull’architettura e gli spazi della pena, a costituire un gruppo di lavoro per proporre caratteri di novità e rispettosi della differenza di genere in questa struttura. La detenzione femminile rappresenta una piccola percentuale, il 4 per cento della popolazione detenuta, ma non può essere trascurata e considerata una semplice appendice del carcere maschile senza rispettare le specifiche necessità e peculiarità.
L’approvazione del decreto sull’immigrazione prevede che in ogni regione sia presente un centro per l’identificazione e il rimpatrio dei rifugiati. Ai garanti è affidato il compito di vigilanza su queste strutture e ovviamente è un compito che si aggiunge a quelli già notevoli previsti dalla legge. La struttura dell’ufficio, ridottissima, non è già in grado di assolvere a compiti che sarebbero interessanti come l’analisi dei Tso e la situazione dello stato di salute, in particolare quella mentale, dei detenuti, quindi l’aumento di responsabilità pone come indilazionabile l’incremento di energie qualificate visto anche la cessazione della convenzione con la fondazione Giovanni Michelucci, che aveva garantito in passato la possibilità di assolvere alle necessità.
Il 2016 ha visto alcuni cambiamenti nella geografia penitenziaria: a gennaio è stata aperta la Rems di Volterra, che è entrata a pieno regime nel corso dei primi mesi dell’anno; in agosto è stato chiuso il carcere femminile di Empoli e attribuito alla regione, perché vi realizzi la seconda Rems in Toscana
Nel 2016 si è avuta la buona notizia dello sblocco di alcuni finanziamenti da parte del Prap e del Dap – dovuto in gran parte al ripensamento sulla realizzazione di un nuovo carcere a Lucca – che ha liberato nuove risorse. Questa scelta permetterà la ristrutturazione di alcuni ambienti negli istituti più critici: Firenze Sollicciano (realizzazione dei bagni in cella e riparazioni tetti e passeggi), Pisa (bagni a vista della sezione femminile e altra sezione maschile da recuperare), Livorno (cucina non ancora aperta che necessita di nuovi interventi), Lucca (da realizzare separazione dei locali sanitari tra ufficio e luoghi di visita ed osservazione breve). Tutto il piano è affidato al provveditore delle opere pubbliche, cui il garante regionale ha chiesto un incontro finalizzato a valutare la tempistica e la qualità progettuale.