
Il 13 luglio di quarantasette anni fa si riunì per la prima volta in assoluto il Consiglio regionale della Toscana. Era il 1970 e la Regione Toscana, come le altre Regioni a statuto ordinario, era appena nata, 22 anni dopo la previsione costituzionale. Per celebrare l’anniversario si è tenuto questa mattina un momento di ricordo nella sala Gonfalone di palazzo del Pegaso, a cui sono intervenuti il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, il vicepresidente Marco Stella e l’accademico e politico Giuseppe Matulli, che in quella prima seduta, in quanto consigliere regionale più giovane, svolse la funzione di segretario.
Prima della cerimonia c’è stata l’apposizione, a palazzo Medici Riccardi, di una corona alla lapide che ricorda l’insediamento del comitato toscano di liberazione avvenuto l’11 agosto del 1944.
“La celebrazione di questo anniversario, che abbiamo voluto inaugurare l’anno scorso, è un momento per riflettere sul presente e sul futuro delle Regioni – ha detto il presidente Eugenio Giani -. Nello spirito e nella voglia di fare dei primi costituenti regionali possiamo trovare una spinta a un nuovo regionalismo che dia voce ai cittadini”. Giani, ripercorrendo brevemente la storia delle Regioni, ha sottolineato come “sia innegabile che nel processo di regionalismo ci siano stati momenti di crisi, e che se il referendum del 4 dicembre scorso fosse andato diversamente oggi le Regioni avrebbero ridotto le loro funzioni”. Oggi, ha proseguito, l’obiettivo è lavorare per un’istituzione regionale sempre più rappresentativa e vicina ai cittadini e al territorio. “Nel mio giro per tutti i Comuni della Toscana ha parlato con moltissimi sindaci e spesso, per esempio, i bandi regionali vengono visti come l’unica possibilità per realizzare interventi”. Così come la Regione è principale referente per le politiche europee. Giani ha poi citato le figure di Elio Gabbuggiani, primo presidente del Consiglio regionale, e di Lelio Lagorio, primo presidente della Giunta.
A seguire il ricordo di Giuseppe Matulli, il quale ha sottolineato come la nascita delle Regioni sia dovuta non solo alla Costituzione che nel 1948 seppe prevedere un’istituzione al di là delle esigenze immediate, ma anche alle spinte di rinnovamento determinate dal ’68 e, in Italia, dall’autunno caldo. “Le battaglie di quel periodo – ha spiegato – portarono alcuni risultati: la nascita effettiva delle Regioni, l’approvazione dello Statuto dei lavoratori, una modifica al regolamento parlamentare che mise in mano al Parlamento molte funzioni prima svolte dal governo”. Matulli ha poi rammentato molti episodi relativi alla prima seduta del Consiglio e ai primi passi della neonata Regione: dal dibattito per la scelta del simbolo (si era indecisi tra il Pegaso e l’uomo Vitruviano), alla commissione di un bozzetto del Pegaso a Marino Marini che venne scartato “perché aveva solo tre gambe”, fino all’occupazione della Regione da parte delle forze dell’ultra sinistra: occupazione che fu risolta senza ricorrere all’intervento delle forze dell’ordine, chiamando gli operai della Galileo che effettuarono una “contro-occupazione”.
A Matulli, a fine cerimonia, è stato consegnato in ricordo il crest del Consiglio con il Pegaso.