Beni comuni e cittadinanza attiva, illustrata la legge regionale

Una proposta di legge su beni comuni e cittadinanza attiva è stata illustrata stamani (25 luglio) in Consiglio regionale dal Presidente dell’assemblea Eugenio Giani, da Gemma Pastore, responsabile dell’Ufficio legislativo di Palazzo del Pegaso e dal segretario generale, Silvia Fantappiè. Il testo rappresenta il primo caso di legge regionale a trattare il tema dei beni comuni, intesi non singolarmente, ma come categoria.
“Sussidiarietà sociale e collaborazione civica per l’amministrazione dei beni comuni in attuazione degli articoli 58 e 59 dello Statuto” è il titolo della proposta “frutto di un lavoro di grande confronto”, come ha sottolineato il Presidente Giani, che nell’occasione ha ricordato il momento da cui tutto è partito, ovvero, “un convegno organizzato dai Lions al Teatro della Compagnia, quando il governatore toscano Antonino Poma ebbe uno spunto che cercammo di raccogliere: il principio di sussidiarietà”. “Un principio costituzionale – ha proseguito Giani – che vuole integrare il volontariato sociale con i beni pubblici, gli ambienti di proprietà pubblica; rapporti su cui la legge si vuole sviluppare, tra beni immobili e fisici e beni immateriali, come sono le tradizioni, la storia e il bagaglio culturale. Un rapporto tra pubblico e privato di interesse generale”.
Poma ha ricordato gli scopi della proposta di legge: “Riassumere in un testo nuovo i vari principi e spunti sulla sussidiarietà che si trovano in tante leggi regionali”, ma anche “agire da elemento propulsivo per le varie amministrazioni comunali nel recepimento del regolamento della cura e riqualificazione dei beni comuni, pensando anche alle generazioni future”. In conclusione Gemma Pastore ha ribadito come questa sia appunto “la prima legge regionale che sistematizza in termini generali i tre concetti della sussidiarietà, della cittadinanza attiva e del bene comune”. “I beni comuni”, ha tenuto a precisare Pastore, “sono quei beni esauribili che sono tali a prescindere dalla loro appartenenza, e non possono essere sottratti all’uso dell’umanità, ma tutti gli attori che ne sono coinvolti devono averne una gestione responsabile”.