Rifiuti, consiglio regionale approva legge per attuare piano stralcio

Disco verde del consiglio regionale della Toscana alla legge che introduce una “specifica e mirata disciplina straordinaria” per l’adeguamento degli atti di programmazione delle Ato (piani straordinari e di ambito) a seguito della conclusione dell’iter di approvazione della modifica al piano regionale adottato con delibera del Consiglio (22/2017). Una modifica già giudicata “necessaria, puntuale e di buon senso, anticipazione della revisione generale” dal presidente della commissione ambiente Stefano Baccelli (Pd), che ha eliminato dalla pianificazione regionale l’impianto di Selvapiana, a Rufina, e inserito quello di trattamento meccanico biologico (Tmb) realizzato nella discarica di Legoli, a Peccioli.
La legge, approvata con 22 voti a favore della maggioranza e 8 voti contrari, “non costituisce adeguamento del piano regionale di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati”, ha detto Baccelli illustrando il testo. Si tratta di un aggiornamento “specifico e limitato a esigenze sopravvenute che interessano gli ambiti Toscana Costa e Toscana Centro”.
“L’aggiornamento del piano regionale ai nuovi contenuti introdotti dalla legge 61/2014 – ha chiarito il presidente della commissione – non può dirsi quindi ancora completato. È necessario prevedere la possibilità di adeguare con celerità i piani straordinari e i piani di ambito attualmente vigenti, anche per consentire che le procedure di affidamento del servizio di gestione dei rifiuti urbani in corso si svolgano sulla base di atti di pianificazione aggiornati e adeguati al Piano regionale”.
La legge dispone che le modifiche al piano regionale approvate “costituiscono modifica al piano straordinario dell’Ato Toscana Costa e al piano di ambito dell’Ato Toscana Centro”. Le modifiche del piano straordinario e del piano di ambito, inoltre, “acquistano efficacia dalla data di pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Toscana”, con le modalità e secondo quanto previsto dalla legge 61/2014 (Norme per la programmazione e l’esercizio delle funzioni amministrative in materia di gestione dei rifiuti, commi 4 e 5 dell’articolo 26 bis).
In sede di dichiarazione di voto il presidente del Movimento 5 stelle, Giacomo Giannarelli, ha parlato di una legge che “modifica, in maniera sostanziale, la pianificazione regionale e confligge con la normativa di settore”. Il quadro che ne esce, secondo il consigliere, “presenta incertezze peraltro già avanzate da Arpat e Ispra. È inaccettabile – ha concluso Giannarelli – che nel 2017, dopo il fallimento di Siena, Arezzo e Grosseto, si presenti un atto di programmazione che non sta in piedi e che ha molto di irresponsabile”.
“Se fosse stato eliminato il carattere di necessità di Case Passerini richiamato nel testo, avremmo anche potuto votare a favore”, ha detto il capogruppo Sì Toscana a sinistra Tommaso Fattori. “Una vera scelta di buon senso sarebbe quella di rinviare la gara di Ato Toscana Costa. L’impianto proposto – ha continuato – sembra invece anticipare contenuti rigidi e indiscutibili sul futuro Piano. C’è quindi di che preoccuparsi”.
Favorevole si è dichiarata invece la capogruppo Articolo 1-Mdp Serena Spinelli: “Si mette la parola fine alla possibilità che in Val di Sieve si realizzi un inceneritore, nel rispetto di quanto chiedeva il territorio che ha giudicato l’impianto non necessario. Non posso che essere d’accordo”.
Il presidente Baccelli ha “ammirato gli interventi delle opposizioni: voglio ricordare, una volta di più, che si sta procedendo per l’eliminazione di un inceneritore e per l’inserimento di un impianto Tmb. Le vostre argomentazioni non reggono. Non vi sta bene l’impianto Tmb perché ne vorreste uno tecnologicamente più avanzato e immaginate pure consumo di suolo per realizzarlo. Voglio dirlo una volta di più: – ha detto Baccelli – abbiamo fatto modifiche puntuali e di sostanza”.
“Si vuole caricare l’atto di un significato che non ha – è stata la replica dell’assessore all’ambiente Federica Fratoni – La legge segna un salto di qualità a meno che non si viva nella nostalgia delle municipalizzate – ha detto rivolgendosi alle opposizioni e chiarendo che un dibattito sul Piano dei rifiuti – è opportuno farlo in un altro momento”.
Appena prima del voto alla legge che dà attuazione al piano stralcio, il consiglio regionale ha approvato, sempre a maggioranza, anche la delibera di giunta sulle osservazioni pervenute alla modifica del piano regionale. Osservazioni che, è stato già spiegato in commissione dalla stessa Fratoni, “non sono state in larga misura accolte perché ritenute non pertinenti alla modifica del piano stesso”.
“Rafforzare le politiche regionali in materia di rifiuti ed economia circolare; stimolare il passaggio, su tutto il territorio regionale, al sistema di tariffazione puntuale e quindi al meccanismo del pagamento in base ai rifiuti effettivamente conferiti e non più calcolato sui metri quadri dell’abitazione e al numero dei componenti del nucleo familiare”. Ecco alcuni dei passi che la Toscana dovrà compiere per entrare in un ‘sistema evoluto’ di gestione dei rifiuti. La risoluzione punta anche a “creare un coordinamento unico regionale utile al contrasto dei reati ambientali; disporre di un’ulteriore strumento di monitoraggio dello stato dell’ambiente e dei siti inquinati; disincentivare il conferimento dei rifiuti in discarica e verso impianti senza recupero energetico; garantire una formazione unica e costante del personale alla luce di un quadro normativo in costante evoluzione”. Il testo elenca una serie di priorità da affrontare per superare la cosiddetta economia lineare (produci, consuma, dismetti) in favore di quella circolare che tuttavia rappresenta, ha spiegato Monni durante l’illustrazione, un “cambiamento strutturale del sistema” che occorre intendere come “rigenerativo, teso sia alla massimizzazione dei profitti sia all’economia sociale e sostenibile”. Evitando definizioni “fuorvianti” del sistema circolare, è possibile comprenderne le “reali potenzialità: garantire competitività, occupazione, innovazione, equilibrio”. Da qui la considerazione, sempre spiegata dal vicepresidente Pd, che la “sola gestione dei rifiuti, pur elemento cardine del modello circolare, non possa rappresentare elemento sufficiente per il passaggio verso un sistema evoluto”. La transizione dovrà essere “graduale”, mantenendo un approccio “realistico”.
“Ad oggi – ha continuato Monni – non sono immaginabili sistemi di gestione dei rifiuti senza l’utilizzo di moderni impianti di smaltimento. È evidente che questo non impedisce la crescita di raccolta differenziata e del riciclo. Occorrono, semmai, una corretta pianificazione della gestione dei rifiuti senza sovraccaricare gli impianti di termovalorizzazione, e misure sempre più incisive per favorire il passaggio all’economia circolare”.
La risoluzione chiede quindi alla giunta azioni precise e diversificate su più fronti. Partendo dalla richiesta di “avviare uno studio relativo all’analisi dei flussi e del ciclo di vita dei rifiuti su base regionale, da presentare al Consiglio entro sei mesi, necessario e propedeutico alla riorganizzazione dell’intero sistema di gestione integrata con la costituzione di un unico Ambito Territoriale Ottimale regionale”, si impegna la Giunta, dopo l’aggiornamento del Prb (Piano rifiuti e bonifiche) e l’approvazione della legge per l’istituzione del nuovo Ambito Toscana Rifiuti e dell’Autorità Toscana per il servizio di gestione dei rifiuti urbani, “l’avvio della complessiva revisione del Piano regionale dei rifiuti e bonifica dei siti inquinanti”.
In tema di appalti pubblici nel settore edilizio, tenuto conto degli indirizzi contenuti nel Prs (Piano regionale di sviluppo 2016-2020) e delle richieste contenute nella mozione approvata dal Consiglio il 23 novembre 2016 per il sostegno all’utilizzo di materiali riciclati, prima firmataria la consigliera Pd Elisabetta Meucci, si chiedono “nuove misure per incentivare l’utilizzo di prodotti e materiali aggregati riciclati e il recupero di materiali inerti, anche attraverso l’inserimento nei bandi regionali di clausole specifiche”. E ancora, l’attivazione di un “tavolo istituzionale con tutti i soggetti interessati per agevolare l’istituzione di centri comunali per il riuso”.
Sul fronte del contrasto ai reati ambientali, si propone un protocollo d’intesa per un piano straordinario, la creazione di un “coordinamento unico regionale” per “ridurre la sovrapposizione dei controlli”, e uno “strumento ulteriore di monitoraggio dello stato dell’ambiente e dei siti inquinati”.
Parallelamente la risoluzione punta a stimolare campagne di educazione e sensibilizzazione soprattutto sulla gestione del rifiuto domestico; implementare i sistemi di raccolta differenziata presso aree verdi, spiagge, parchi urbani, spazi pubblici; stimolare i produttori di beni e servizi, anche con sistemi di incentivi e disincentivi, ad investire nel campo della sostenibilità e della progettazione e produzione eco compatibile; premiare i cittadini e i Comuni virtuosi anche attraverso la previsione di uno specifico “Fondo regionale a sostegno delle gestioni virtuose”.
In tema di raccolta dei rifiuti urbani, considerato “sbagliato qualunque approccio che privilegi a priori un sistema rispetto ad altri, perché si rischierebbe di non tenere conto delle diverse realtà territoriali”, ha spiegato ancora Monni, il testo approvato punta a “rafforzare i sistemi di monitoraggio sui risultati ottenuti dai gestori del servizio di raccolta”; “sollecitare i gestori a pubblicare mensilmente i dati relativi al servizio di raccolta sui propri portali web”.
Infine, per il miglioramento quantitativo e qualitativo della raccolta differenziata, è “fondamentale stimolare il passaggio, su tutto il territorio regionale, al sistema di tariffazione puntuale” e quindi al meccanismo del pagamento in base ai rifiuti effettivamente conferiti e non più calcolato sui metri quadri dell’abitazione e al numero dei componenti del nucleo familiare”, ha concluso il vicepresidente Pd. Il capogruppo del Movimento 5 stelle, Giacomo Giannarelli, ha annunciato il voto favorevole perché alcuni punti “ricalcano i nostri”. “Il documento, tuttavia, dimostra e rappresenta l’incoerenza del Pd”, ha chiarito. Contrario si è invece dichiarato il capogruppo di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli: “Nel testo si fa chiaramente riferimento all’Ato Unico. Una impostazione che non condividiamo”.
Voto di astensione è invece arrivato dagli altri gruppi di opposizione. Elisa Montemagni (vicepresidente Lega) ha parlato di punti “condivisibili. Tuttavia non possiamo accettare che controllato e controllore coincidano”. Monica Pecori (gruppo Misto/Tpt) ha parlato di “impianto generale condivisibile. Avanzo dubbi, invece, sulla definizione di ambito unico”. “Ci sono elementi che stridono seppure il passo verso una economia circolare avanzato nella proposta di risoluzione ci sia” ha detto Tommaso Fattori (capogruppo Sì-Toscana a sinistra). “Sono da sempre convinto – ha detto – che non esista un modello unico per tutti. Occorre lavorare per una impostazione realmente applicabile ai diversi servizi”.
L’aula ha infine respinto, a maggioranza, gli atti presentati dal Movimento 5 stelle: la proposta di legge “Economia circolare per una Toscana a rifiuti zero”, le mozioni per la “Conversione degli inceneritori toscani in impianti a gestione a freddo dei rifiuti per riciclo dei materiali”, e gli “Indirizzi volti alla modifica del Piano regionale e delle normative regionali sui rifiuti”. Quest’ultimo atto è stato sottoscritto anche da Sì–Toscana sinistra.