Coordinamento sindacale penitenziario: “Carceri fatiscenti e personale sotto pressione”

Sono 12 le strutture penitenziarie visitate nei giorni scorsi in Toscana dalla delegazione nazionale e regionale del Cosp, il coordinamento sindacale penitenziario, allo scopo di verificare le condizioni e i luoghi di lavoro in cui operano gli agenti penitenziari e i lavoratori del comparto ministeriale. Il quadro che ne emerge, secondo un rapporto dettagliato del Cosp pone in risalto la scarsa dotazione di personale. Oltre al segretario generale nazionale Domenico Mastrulli, a far parte della delegazione sindacale il responsabile interregionale Toscana-Umbria Santo Di Pasquale, i segretari provinciali Salvatore Scanio e Francesco Ardovini, Marco Casciello e Vitantonio Morani. Il Cosp conferma il grave stato di sovraffollamento dei penitenziari toscani che supererebbe del 32 per cento la capacità ricettiva delle strutture regionali.
“Pessime – sottolinea Mastrulli – le condizioni dei luoghi di lavoro dove vengono violate le più comuni norme in materia di sicurezza, ambienti poco salubri si riscontrano nelle caserme, nelle mense e nelle aree riservate al personale, alcune completamente abbandonate e fatiscenti”. In Italia il numero di detenuti ha superato il limite massimo di contenimento delle strutture carcerarie con 52mila posti letto a fronte di 58mila detenuti. “Non sono esenti da questa situazione di estrema precarietà i funzionari e i dirigenti dell’amministrazione penitenziaria ma il settore degli agenti carcerari è quello maggiormente compromesso: all’appello in Toscana – osserva Mastrulli – mancano circa 800 unità e quelle in servizio non sono sufficienti a garantire vigilanza e sicurezza”.
Particolari criticità si riscontrano nel carcere Don Bosco di Pisa, dove la notte del 30 agosto scorso è scoppiata la rivolta a seguito del suicidio di un immigrato tunisino di 21 anni. Una realtà nella quale risiedono 250 detenuti con un numero esiguo di operatori carcerari. All’appello in tutta Italia mancano 11mila nuovi agenti.
“Inadeguato e inopportuno – aggiunge Mastrulli – il mantenimento di circa 500 funzionari del corpo che potrebbero transitare in altre amministrazioni dello Stato. Al loro posto chiediamo 500 nuovi agenti”. Il segretario generale del sindacato autonomo pone ancora una volta l’accento sulla sicurezza nelle carceri. Tra le soluzioni ipotizzate il recupero di personale utilizzato nel settore contabile e amministrativo.
“In questo modo si potrebbero recuperare 7mila unità da distribuire nei 240 penitenziari italiani”. A ottobre il Cosp incontrerà i segretari regionali del sindacato di Valle d’Aosta e Piemonte, Giovanni Bellomo ed Enrico Falconi, per celebrare il primo congresso regionale del Cosp piemontese in cui è prevista la nomina dei rispettivi rappresentanti sindacali.