Appalti, procedure più semplici in Toscana

26 settembre 2017 | 17:21
Share0
Appalti, procedure più semplici in Toscana

Il Consiglio regionale appprova a maggioranza una modifica alla legge regionale sugli appalti per rendere più semplice la verifica delle offerte, in adeguamento alla direttiva comunitaria 2024/24, recepita dal Decreto legislativo 50/2016.
E’ stato il presidente della commissione Affari istituzionali Giacomo Bugliani (Pd) ad illustrarla in aula, ricordando che la legge introduce un principio fondamentale nella materia dei contratti pubblici, in rapporto diretto con la direttiva del Parlamento europeo 24 del 2014, che, all’articolo 56, secondo comma, prevede che le offerte nelle procedure aperte possano essere esaminate prima della verifica sull’assenza delle cause di esclusione ed il rispetto dei criteri di selezione.

“Il legislatore statale non ha recepito queste disposizioni in fase di attuazione della direttiva – ha osservato Bugliani – La Regione Toscana va quindi oltre ed introduce nelle procedure aperte la possibilità per le stazioni appaltanti, quando il criterio di aggiudicazione è quello del solo prezzo, di procedere prima alle valutazioni economiche, non preoccupandosi degli atri aspetti. Nel caso in cui l’amministrazione decida di utilizzare tale possibilità, deve indicarlo nel bando di gara e disciplinare le modalità di verifica, anche a campione per sorteggio, dell’assenza dei motivi di esclusione e del rispetto dei criteri di selezione. L’articolo si applica a tutte le amministrazioni del territorio. Il presidente ha precisato che il legislatore statale, non legiferando in materia, ha voluto far valere gli effetti diretti della direttiva. La Regione pone quindi una restrizione alla facoltà concessa dalla direttiva europa “Il rischio di una eventuale contenzioso davanti alla Corte costituzionale – ha affermato il presidente – può essere compensato da una valutazione tutta politica di mettere al centro del dibattito nazionale proprio il recepimento di questa direttiva”.
Claudio Borghi (Lega Nord)ha ricordato che, in buona sostanza, la norma, per evitare un lavoro eccessivo agli uffici, stabilisce che non tutte le offerte devono essere valutate in tutte le loro componenti, ma solo quelle che vincono e altre prese a caso. “Con un po’ di insistenza, in commissione ho fatto introdurre nel testo la formula ‘mediante sorteggio’ accanto alla parola ‘a campione’ – ha osservato Borghi – che disattiva un elemento che poteva prestarsi a cattive interpretazioni. Per questo ci asteniamo, perché il testo è migliorativo”.
Monica Pecori (Gruppo misto – Toscana per tutti) ha chiesto che le verifiche a campione vengano fatte solo sulle offerte escluse, mentre siano svolte in modo sistematico per le offerte giudicate idonee. Per questo ha presentato un emendamento, poi respinto dall’aula.
I dubbi sul corretto recepimento della direttiva europea hanno spinto Gabriele Bianchi a dichiarare il voto di astensione del gruppo M5S.
“L’introduzione di procedure semplificate rischia di sacrificare la piena garanzia di legalità – ha affermato Tommaso Fattori (Si-Toscana a sinistra) – Questa norma è pensata più per una amministrazione ridotta all’osso, che non per garantire legalità”. Per questo ha annunciato il voto di astensione.
Il capogruppo Pd Leonardo Marras ha rilevato che nella procedura negoziata, utilizzata soprattutto a livello locale, dopo le centinaia di manifestazioni di interesse ogni volta, si ricorre al sorteggio per selezionare quindici imprese:
“L’affidabilità di un impresa non deriva più dal lavoro svolto, ma dalla fortuna: chi ce l’ha offre, altrimenti no – ha affermato – Per questo le imprese chiedono di abbandonare le procedure negoziate a favore delle procedure aperte”. A suo parere non si tratta “solo di semplificazione”, ma di “una straordinaria velocizzazione della procedura, addirittura immediata se viene utilizzata la piattaforma informatica”.