Approvato in consiglio il bilancio 2016 dell’azienda regionale per il diritto allo studio

27 settembre 2017 | 13:08
Share0
Approvato in consiglio il bilancio 2016 dell’azienda regionale per il diritto allo studio

Approvato a maggioranza dal Consiglio regionale il bilancio d’esercizio 2016 dell’Azienda regionale per il diritto allo studio. L’Azienda regionale per il diritto allo studio ha portato avanti il rinnovamento e il miglioramento dei servizi diretti all’utenza di oltre 120mila studenti con la gestione di 4.649 posti letto dal costo unitario medio annuo di 3139 euro. Il bilancio si è chiuso in pareggio nonostante l’accantonamento di oltre 6milioni e 600mila euro per coprire eventuali rimborsi dovuti all’Agenzia delle entrate (in conseguenza del contenzioso in essere sulla detraibilità o meno dell’Iva sui servizi). L’accantonamento non è stato usato perché il contenzioso si è risolto. Vista l’esigua entità dell’importo degli utili di esercizio, pari a 2232 euro, la proposta della giunta è di non procedere a deliberare la destinazione di tale utile, rinviando la decisione all’esercizio successivo.

Riguardo al trasferimento di risorse, per il 2016 sono stati assegnati dalla Regione Toscana 62milioni e 375mila euro, dei quali 14milioni per spese di funzionamento, 15milioni e 600mila di gettito dalla tassa regionale (Dsu), 20milioni e 200mila dal fondo integrativo statale per borse di studio e 12milioni e 575mila per borse di studio. Tommaso Fattori (Sì-Toscana a sinistra) ha rilevato che “se è vero che la Toscana fa meglio, nel campo del diritto allo studio, di altre regioni, è anche vero che ci troviamo davanti a un lento definanziamento del settore”. Secondo Fattori è necessario intervenire con il governo centrale, perché nuove norme sull’imposizione fiscale, pur legittime, non possono ricadere sul diritto allo studio. Ad oggi, ha detto il consigliere, “molti studenti idonei ad avere l’alloggio non lo hanno, e siamo contrari alla privatizzazione delle mense”. Roberto Salvini (Lega nord) ha annunciato il voto contrario del suo gruppo alla proposta di delibera. “La voce nel bilancio per la manutenzione degli immobili presenta un costo di 30 milioni annui – ha spiegato – che per tre anni fanno 90 milioni. Con questa cifra si possono comprare alberghi e immobili, non si capisce la necessità di spenderli in questo modo. Sarebbe necessaria una maggiore attenzione nella gestione”.
Gianni Anselmi (Pd), presidente della commissione Istruzione e formazione, si è detto “fiero di far parte di una regione che spende 62 milioni di euro per sostenere il diritto allo studio, con capacità e compiendo enormi sforzi per contenere i costi senza ridurre i servizi e la loro qualità”. Quanto ai costi di manutenzione, secondo Anselmi si tratta di un fatto positivo, perché vuol dire che ci si prende cura delle strutture dedicate al diritto allo studio, mentre acquistare immobili può avere come effetto di irrigidire pericolosamente il bilancio.