Difesa civica, Franchini: “No alle discriminazioni”

6 ottobre 2017 | 13:50
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Difesa civica, Franchini: “No alle discriminazioni”

Lucia Franchini, difensore civico toscano, ha parlato oggi (6 ottobre) in Consiglio regionale del ruolo ricoperto da questa figura. “Il difensore – afferma – deve essere strumento di democrazia deliberativa per facilitare la comunicazione tra cittadino e istituzione, prevenire le contese e dove i conflitti si realizzano adottare ogni forma di conciliazione per la risoluzione condivisa del problema”. Per Franchini, in Italia assistiamo ad una discriminazione al contrario: “il cittadino privo di qualificazione (detenuto, infante, immigrato) non ha, a livello nazionale, la possibilità di usufruire del servizio stragiudiziale gratuito perché non esiste una difesa civica nazionale. Uno spunto ulteriore riguarda i cittadini italiani che vivono all’estero: all’anagrafe, gli italiani residenti all’estero sono 5milioni, con diritto di voto”. 

Ulteriori stimoli di riflessione sono arrivati dall’intervento di Stefano Ceccanti, dell’Università La Sapienza di Roma. Partendo dalle basi solide del ragionamento sulla difesa civica nazionale, “che ha enormi potenzialità proprio in chiave di mediazione con le pubbliche amministrazioni e di conciliazione”, Ceccanti ha individuato rischi opposti: da un lato la proliferazione di figure settoriali diverse e separate e dall’altro l’accentramento in una stessa autorità di troppe e variegate funzioni. Tra gli altri nodi da sciogliere il relatore ha ricordato la configurazione del difensore civico nazionale, invitando a valorizzare le novità degli ultimi anni, sia conoscitive che normative, guardando anche al Difensore civico nella sua funzione di garante per il diritto alla salute.
Il presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Franco Iacop, nelle sue vesti di coordinatore della Conferenza dei Parlamenti regionali, ha avuto il compito di chiudere i lavori del convegno. Iacop ha riconosciuto che nel quadro attuale assistiamo a tendenze opposte: “A noi il compito di garantire il ruolo di coordinamento – ha concluso –. L’esperienza acquisita, ad esempio, con l’Autorità nazionale per le comunicazioni e i Corecom potrebbe essere di esempio”.