Razionalizzazione delle partecipate, approvato il piano in commissione regionale

Approvata a maggioranza la proposta di delibera che rivede e adotta il piano di razionalizzazione delle società partecipate dalla Regione, alla luce delle nuove disposizioni introdotte dal Testo unico in materia e del decreto correttivo. Il piano è stato illustrato in aula dal presidente della commissione affari istituzionali, Giacomo Bugliani (Pd). Bugliani ha spiegato che il provvedimento di ricognizione verifica il possesso dei requisiti per individuare le partecipazioni che devono essere alienate, e le azioni da intraprendere per procedere ad una razionalizzazione del portafoglio delle società partecipate dall’ente. Per ogni società partecipata direttamente o indirettamente dalla Regione Toscana viene analizzata la coerenza con gli articoli del testo unico, sebbene la scelta di acquisire le relative partecipazioni, attualmente presenti nel portafoglio regionale, sia stata dettata da esigenze coerenti ai fini istituzionali e strategici. “Il contenuto del provvedimento di ricognizione – ha detto il consigliere – costituisce l’aggiornamento del Piano operativo di razionalizzazione delle società partecipate adottato dalla Regione con il Defr 2016. L’entrata in vigore del decreto legislativo 100/2017 ha reso necessario aggiornare il quadro classificatorio contenuto nel piano”. Tra le novità più rilevanti, in particolare per quanto riguarda le società di gestione delle terme, il piano prevede la liquidazione della società di Chianciano, la cessione delle quote per quella di Montecatini e, per quanto attiene la società di quelle di Casciana, in virtù di un emendamento approvato in commissione, “non la cessione delle quote societarie, ma la messa in liquidazione della società stessa, per mantenere la proprietà pubblica dei beni che costituiscono lo stabilimento termale”. Inoltre il piano di razionalizzazione prevede la fusione delle società energetiche in Arrr spa, agenzia regionale recupero risorse.
Infine, per ciò che attiene Fidi Toscana Spa, il piano indica la necessità di una razionalizzazione della società, mediante un piano industriale che dimostri il recupero delle condizioni di equilibrio economico.
L’aula ha anche approvato un ordine del giorno collegato, presentato dal gruppo Pd (primo firmatario Marco Niccolai), che impegna la giunta ad attivarsi affinché il compimento del percorso di razionalizzazione delle partecipate che intervengono nelle terme di Montecatini, di Chianciano e di Casciana “non determini ulteriori elementi di criticità nella gestione delle strutture termali interessate e nell’importante indotto ad esse correlato”. Inoltre c’è l’impegno a mettere in atto “azioni finalizzate alla massima tenuta industriale, economica e occupazionale delle suddette realtà, anche favorendo adeguati investimenti da parte degli acquirenti delle azioni” e ad accompagnare “tale percorso con specifiche azioni di promozione turistica e rilancio delle città termali, considerato che in tali territori il settore termale ha una rilevanza fondamentale e imprescindibile per lo sviluppo economico e sociale”. Respinto, invece, un ordine del giorno presentato da M5S.
Gabriele Bianchi (M5S) ha definito l’atto “un piano di deroghe, frutto di continui aggiornamenti in corso”. La riforma Madia, ha spiegato, prevede il mantenimento delle partecipate che svolgono funzioni di interesse generale, ma anche una nutrita serie di eccezioni a cui si è fatto ricorso per decidere la non alienazione di molte altre società, come ad esempio Fidi e Toscana aeroporti. “Alla fine si è mantenuto tutto e le uniche realtà intaccate sono le terme – ha concluso Bianchi -, che sono le uniche che hanno alle spalle l’economia di un intero territorio, che così andiamo a devastare. Per questo chiediamo che, a questo punto, siano mantenute anche le partecipate delle terme”.
Claudio Borghi (Lega Nord) ha spiegato che “c’è molta confusione sulla questione perdite e utili”. “Se c’è un ente inutile, è senza scopo venderlo perché nessuno lo comprerà mai – ha detto – al contrario, se un privato lo acquista, è perché prevede di trarne del valore. Dunque bisogna rovesciare la questione, e chiedersi come tirare fuori valore dalle partecipate che possediamo”. Il caso delle terme, ha proseguito il consigliere, non è chiaro, perché negli ultimi anni la funzione sanitaria ha ceduto il passo al “leisure” e al benessere, su cui si fonda gran parte del business.
Marco Niccolai (Pd) ha illustrato l’ordine del giorno presentato dal Pd, poi approvato, insistendo sul fatto che “le società termali hanno un’evidente e importante ricaduta sui territori interessati, e a noi sta a cuore ribadire che il comparto deve essere seguito con attenzione”.
Secondo Tommaso Fattori (Sì-Toscana a Sinistra) “non deve essere difeso il principio aureo delle perdite e degli utili, perché occorre fare un bilanciamento con il perseguimento degli interessi generali in un territorio”. Dunque in questo atto si “mescolano scelte condivisibili e altre non condivisibili, dato che la Giunta si è limitata a un lavoro puramente tecnico”. Per quanto riguarda le terme Fattori ha sottolineato come “la dismissione privi la Regione Toscana dell’opportunità di rilanciare il settore con una strategia innovativa, visto che noi pensiamo che il termalismo sanitario sia fondamentale, e tendenze come quelle in atto negli Usa lo confermano”.
Infine l’assessore regionale Federica Fratoni ha replicato che “per quanto riguarda le terme la razionalizzazione della Regione Toscana non è una dismissione. Anche nel caso di Montecatini, dove è in atto una cessione delle quote, siamo consapevoli che le terme rappresentano la città e poniamo paletti precisi. La privatizzazione deve accompagnarsi a un processo di rilancio”.