
La manovra finanziaria ha avuto il via libera dal consiglio regionale. Il pacchetto di provvedimenti all’esame dell’aula (la nota di aggiornamento al Defr 2018, le disposizioni di carattere finanziario – collegato alla legge di stabilità, la legge di stabilità per l’anno 2018 e il bilancio di previsione finanziario 2017-2020) sono stati infatti approvati con il voto favorevole dei gruppi Pd e Articolo 1-Mdp, mentre tutti gli altri gruppi consiliari hanno votato contro. Nei numeri la legge di bilancio toscana per il 2018 prevede spese per 9 miliardi di euro, al netto delle cosiddette partite tecniche; di questi, circa 6,9 riguardano la sanità, che si conferma la parte preponderante e più significativa del bilancio regionale. Su 9 miliardi complessivi, la spesa corrente ammonta a circa 8,6 miliardi di euro mentre gli investimenti contano 410 milioni.
Il commento dell’assessore Bugli
“Dobbiamo amministrare – ha detto l’assessore regionale al bilancio, Vittorio Bugli – con le risorse che abbiamo a disposizione e credo si debba essere orgogliosi di contribuire un po’ al risanamento di questo Paese. Siamo la Regione più sobria d’Italia”. Bugli ha ricordato che da “65 consiglieri siamo a 40”, “abbiamo ridotto l’organico di 14 dirigenti. C’erano 260 dipendenti in più, ci siamo organizzati meglio, si può lavorare meglio con meno persone”. Come ribadito “l’obiettivo è quello di far lavorare la macchina senza tagliare servizi. Quest’anno – ha proseguito Bugli – il bilancio parte meglio. È uguale all’assestamento 2017 nelle spese e c’è ancora la possibilità di fare accordi migliorativi col governo”.
“Tre sono le parole d’ordine – sottolinea l’assessore Bugli -: innovazione, investimenti e rigore dei conti. La Toscana continua infatti a contribuire, come tutte le altre Regioni, al risanamento dei conti dello Stato, in un contesto dunque di finanza pubblica dove non mancano le difficoltà. Ciononostante gli ultimi due anni e mezzo di legislatura proseguiranno con investimenti significativi. Anzi. Il 2018 – ricorda l’assessore – parte meglio di come era iniziato il 2017, potendo già garantire risorse pari al totale di quanto speso nell’intero anno precedente. Confermiamo – aggiunge – gli impegni strategici assunti con il Piano regionale di sviluppo: la Darsena Europa di Livorno al Porto di Piombino, il sistema tangenziale di Lucca, il raddoppio della linea ferroviaria Pistoia-Lucca o il finanziamento della progettazione del tratto della tranvia fiorentina Leopolda-Le Piagge sono solo alcuni degli investimenti già iniziati che saranno portati avanti. Se poi – prosegue Bugli – sommiamo la Via per il prolungamento della pista dell’aeroporto di Peretola e il lavoro con il ministro Del Rio riguardo alla Tirrenica, ci rendiamo conto dello sforzo che stiamo facendo per rendere sempre più competitiva la Toscana. Ulteriori, importanti investimenti dovrebbero poi derivare da altre risorse che proprio in queste ore sono oggetto di discussione con il Governo”. Il bilancio 2018 si inserisce anche all’interno del processo di profonda trasformazione della Regione avviato due anni fa. “Con il trasferimento delle funzioni dalle province alla Regione abbiamo inteso contribuire all’ammodernamento della pubblica amministrazione, uniformando regole e comportamenti su tutto il territorio toscano – ricorda sempre Bugli – e dall’1 gennaio potremo iniziare il percorso, che vogliamo breve, di trasferimento anche dei centri per l’impiego alla Regione”. Lo ripete anche a margine di un’assemblea con le sigle sindacali del pubblico impiego, convocata proprio sul tema. “Tutelare i lavoratori e garantire servizi più efficaci ai cittadini – conclude – è una sfida importante e impegnativa. Per noi questa è l’occasione per continuare a fare del lavoro e delle politiche attive del lavoro il tratto distintivo di ogni nostro intervento”.
Il dibattito in aula
L’aula ha anche approvato un nutrito pacchetto di ordini del giorno collegati alla manovra. Il primo ordine del giorno, presentato dal M5S e illustrato da Andrea Quartini, riguarda gli interventi contro la violenza di genere e impegna la giunta a prevedere “l’istituzione di un comitato regionale di coordinamento sulla violenza di genere e l’istituzione di un elenco regionale dei centri antiviolenza e delle case rifugio, cui la giunta regionale farà riferimento per l’erogazione dei contributi regionali per gli interventi in materia di violenza di genere”. La lotta contro la violenza di genere è stata poi effettivamente al centro di uno degli emendamenti approvati nel corso del dibattito, presentato dai consiglieri Serena Spinelli (Articolo 1-Mdp), Valentina Vadi, Alessandra Nardini e Giacomo Bugliani (Pd). L’emendamento autorizza la giunta a stanziare 1 milione e 765 mila euro per realizzare interventi di contrasto alla violenza di genere e dà disposizioni per istituire l’elenco regionale dei centri antiviolenza e delle case rifugio, operanti sul territorio regionale. Il secondo ordine del giorno approvato, presentato da Tommaso Fattori e Paolo Sarti (Sì-Toscana a Sinistra), riguarda i corsi d’acqua tombati, anche alla luce degli ultimi eventi calamitosi tra cui l’alluvione a Livorno, e impegna la Giunta, che prevede nel collegato alla legge di stabilità 2018 lavori di rimozione dei tombamenti a carattere straordinario, “a rendere tale intervento strutturale fino alla rimozione delle situazioni di principale pericolo causate dai tombamenti dei corsi d’acqua, valutando contestualmente il possibile incremento delle risorse destinate allo scopo”. Approvato anche un altro ordine del giorno presentato dal gruppo Sì-Toscana a Sinistra (Tommaso Fattori e Paolo Sarti) che ha come oggetto gli infortuni sul lavoro. Partendo dall’autorizzazione di spesa di 350 mila euro nel 2018 per la realizzazione, a Prato, di un piano straordinario di controlli per il lavoro sicuro nell’area Toscana centro, l’atto chiede di rivedere l’accorpamento, avvenuto la scorsa estate, del settore sicurezza sul lavoro con gli altri settori della sicurezza; impegna dunque la Giunta “a rilanciare con determinazione e urgenza l’attività del settore Prevenzione e sicurezza sul lavoro della Regione Toscana, attraverso la revisione dei contenuti del decreto dell’agosto scorso, con l’obiettivo di assicurare a tale settore la piena autonomia”. Ancora, via libera a un ordine del giorno a firma di Nicola Ciolini e Lucia De Robertis (Pd) che, come ha spiegato Ciolini all’aula, impegna la giunta ad attivarsi a livello nazionale per modificare le agevolazioni fiscali sulla mobilità delle persone disabili, e in particolare “per consentire l’esenzione dal pagamento della tassa automobilistica regionale anche al veicolo di proprietà di un soggetto appartenente al nucleo familiare della persona disabile, quando questo non sia coincidente con il familiare che ha fiscalmente a carico la persona disabile, quando ovviamente il veicolo sia utilizzato in via esclusiva o prevalente a beneficio della persona disabile”. Il ripristino di strade danneggiate dai recenti episodi di maltempo in Lunigiana e Garfagnana sono invece l’oggetto di due ordini del giorno approvati, presentati rispettivamente da M5S (Giacomo Giannarelli) e dal Pd (Giacomo Bugliani e Leonardo Marras). Quello del M5S, come ha spiegato Giacomo Giannarelli, impegna la giunta “a prevedere a bilancio lo stanziamento delle risorse necessarie a ricostruire la strada regionale 445 della Garfagnana e la strada provinciale 20 di Montedivalli nei tratti danneggiati, e a legare lo stanziamento a interventi che possano garantire il mantenimento delle strade nel lungo periodo”. Quello del Pd, ha spiegato Bugliani, impegna la giunta a “valutare la possibilità di sostenere la realizzazione delle opere necessarie per ripristinare i danni” nelle località di Tresana, Casola in Lunigiana, Fivizzano e Aulla. E’ sempre a firma dei consiglieri di Sì-Toscana a Sinistra Tommaso Fattori e Paolo Sarti l’ordine del giorno, approvato dal Consiglio, che ha come oggetto il trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell’unione economica e monetaria, meglio conosciuto come “Fiscal Compact”. L’atto impegna la giunta “a farsi portatrice nei confronti del Parlamento italiano di un giudizio negativo rispetto agli effetti del trattato” e a chiedere “che sia aperta una discussione sul superamento di trattati e regolamenti che hanno imposto un indirizzo liberista alle politiche dell’Unione europea, caricando gran parte del peso delle conseguenti misure di austerità su Regioni ed Enti locali”. E’ invece a firma di Giovanni Donzelli (FdI) e di Manuel Vescovi (Lega) il successivo ordine del giorno approvato, che riguarda i lavoratori di varie ditte e cooperative che si occupano di pulizia e sanificazione presso la Regione, le Aziende sanitarie, agenzie ed enti dipendenti della Regione Toscana e la gara di appalto in corso. Con l’atto si impegna la giunta “a interessarsi della questione per tutelare i 3389 lavoratori e a convocare tempestivamente le parti, nello specifico aziende e sindacati, per dare rassicurazioni ai lavoratori sui nuovi contratti e sul rispetto delle norme”. Lo smaltimento dell’amianto, infine, è al centro dell’ultimo ordine del giorno approvato, a firma di Tommaso Fattori e Paolo Sarti (Sì-Toscana a Sinistra) e di Ilaria Bugetti (Pd). L’ordine del giorno impegna la giunta “a definire quanto prima le linee guida sull’amianto, stanziando opportune risorse per il triennio 2018-2020”. “Nel 2018 sembra destinata a proseguire la quieta agonia che precede la tempesta finale”, questa l’analisi di Tommaso Fattori, capogruppo di Sì-Toscana a sinistra, nell’intervento che apre il dibattito sulla manovra finanziaria della Regione. “L’economia toscana è in sostanziale stagnazione e la crisi perdura”, spiega Fattori, “le politiche di austerità, fatte pesare fortemente su Regioni ed enti locali, stanno per soffocarci definitivamente, ci impediscono di finanziare adeguatamente servizi fondamentali per i cittadini e di mettere in atto forme di investimento pubblico anticicliche”. I provvedimenti finanziari proposti dalla Regione “presentano di fatto una serie di ulteriori tagli, più o meno mascherati, a vari capitoli fondamentali della spesa pubblica. Soltanto la salute avrà 42milioni di euro in meno”. Quello che servirebbe, prosegue il capogruppo di Sì-Toscana a sinistra, sarebbero “piuttosto tante piccole opere utili, la messa in sicurezza del territorio, il rafforzamento di una sanità pubblica davvero universale, il potenziamento del trasporto per i pendolari e dell’edilizia residenziale pubblica”. “Voteremo contro tutti e tre gli atti”, annuncia Giovanni Donzelli (Fratelli d’Italia), “provvedimenti che non fanno altro che mettere una serie di toppe. Si tratta di una serie di marchette per temporeggiare, in attesa di capire come andrà a finire il litigio a sinistra”. Quello che serve alla Toscana, prosegue Donzelli, “è che questa Regione abbia un governo stabile e dignitoso, che non pensi soltanto a litigare tra correnti diverse”, mentre nella situazione attuale, “questo litigio a sinistra è distruttivo per la Regione Toscana. Ci auguriamo che ci sia la dignità di ammettere che è finito un percorso e rimettere la parola nelle mani degli elettori. Che questa agonia abbia fine prima possibile”. L’impianto dei provvedimenti “non mi trova assolutamente d’accordo”, ha dichiarato la consigliera Monica Pecori (Gruppo misto-Tpt), “le previsioni seguono direttive che non condivido”. Sulla nota di aggiornamento al Defr, “se nelle priorità si destinano 249milioni e mezzo alle grandi opere e 14milioni alla lotta per la povertà e l’inclusione sociale, si capisce perché non posso essere d’accordo”. Entrando nel merito, “non trovo niente per la tutela ambientale della piana fiorentina, una delle zone più inquinate del pianeta”, osserva la consigliera. E ancora: “Non si guarda il problema grosso dell’Elba”, che necessita “una completa autonomia sanitaria”. Sull’ambiente, “bisognerebbe tutelare le falde dall’inquinamento” e la consigliera non condivide l’idea “che la risorsa geotermica rappresenti uno sviluppo”. Valentina Vadi (Pd) ringrazia l’assessore “per il lavoro fatto” e si sofferma sulla nota di aggiornamento al Defr. “Non siamo in una quieta agonia – dice la consigliera –, per il 2017 si parla di ripresa economica in termini di Pil, di export, ripresa dei consumi, con dati superiori rispetto alla media nazionale. Sicuramente – prosegue Vadi –, la carenza di risorse finanziarie centrali per il biennio 2019-2020 determinerà situazioni di difficoltà, ma la Regione Toscana offre risposte politiche chiare”. La scelta della Regione “è quella di portare a compimento le azioni progettuali del Prs, salvaguardare la capacità di realizzazione degli obiettivi programmatici, cercando di mantenere la qualità dei servizi pubblici”. I dati di una “evoluzione dell’economia toscana sono abbastanza evidenti, è cresciuto anche il potere di acquisto medio delle famiglie toscane”. Questo il quadro, che delinea “scelte di governo estremamente chiare”, secondo Valentina Vadi, pur “nelle difficoltà che nessuno vuole nascondere”. Di visione pessimistica e incertezza sulla manovra hanno parlato i gruppi di minoranza. Per Marco Casucci (Ln), “non solo la ripresa è ben lontana, ma sarà difficile dare attuazione ai 24 progetti del programma regione di sviluppo (Prs) e sul triennio i dubbi sono tanti”. Se il bilancio del 2018, infatti, è corrispondente all’assestato del 2017, “per il triennio successivo le preoccupazioni crescono – ha affermato – non ci sono risorse per gli investimenti infrastrutturali e sarà fondamentale la partita dei Fondi europei e della coesione sociale”. Da qui l’incertezza diffusa, dettata dai minori investimenti, ma anche dalla crisi occupazionale. “Le condizioni di ripresa sono affidate a parole e a stime sulla carta”, ha concluso il consigliere. Di “manovra irrilevante che non cambia il segno della legislatura e non riesce a variare il nostro giudizio negativo”, ha parlato Gabriele Bianchi (M5S), non solo per la mancanza di una programmazione adeguata, ma anche per la carenza di una vera strategia. In tale contesto, “se il 2018 va un po’ meglio, nel 2019 e nel 2020 siamo al baratro assoluto” e soprattutto “scelte e decisioni importanti non le vediamo più da molto tempo, grazie ad una classe politica che si sta rinfrescando, in vista delle elezioni nazionali, ma che sta rinunciando a prendere decisioni difficili, lasciando il compito ad altre autorità e ad altri tavoli”. “Ci stupisce – ha affermato il consigliere – che la Regione preferisca galleggiare in questo pericoloso declino. La mancanza di una visione chiara del futuro non può che portare a una manovra finanziaria del tutto priva di significato e di contenuto, dettata dalla miopia che dà respiro affannoso e incerto alla vostra azione di governo”. Tornando alla visione pessimistica del collega Tommaso Fattori, Paolo Sarti (Sì-Toscana a sinistra), partendo dalle pagine del preambolo, che “danno una visione falsa della realtà”, ha parlato di “crisi” e di “stagnazione”. Con atti alla mano, passando in rassegna alcune voci del Bilancio, Sarti ha affermato che “questo modo di illustrare le singole voci e di descrivere le missioni non fa capire dove e cosa si taglia: ad esempio si tagliano 42milioni di euro alla sanità, destinandoli ad altre missioni… ”. Per il consigliere, una cosa è comunque certa: “la sanità non si può tagliare più, è una questione di sopravvivenza. Il servizio pubblico non sopravvive se non si investe, manca il personale costantemente in affanno e cosa si fa? Si chiudono i servizi. Questo è un gioco per passare tutto al privato”, ha sottolineato Sarti. “Quando il cittadino perde la possibilità di curarsi finisce per crollare tutto il resto – ha concluso –. Forse il termine agonia è foriero di insuccesso, ma siamo in prognosi riservata”. Passando in rassegna gli interventi precedenti, dal quadro completo sul contenuto della manovra fornito dalla consigliera Vadi a chi ha parlato di mancanza di visione, Paolo Bambagioni (Pd) ha offerto alcuni spunti di riflessione. In particolare la “grande attenzione a razionalizzare e riqualificare la spesa”, che consente di rivendicare “una visione che esiste e che continua ad avere i suoi punti di forza nei valori cari al centro-sinistra, garantendo quindi al cittadino utente alcuni servizi. In questo momento di difficoltà – ha affermato Bambagioni – il bilancio che andiamo ad approvare ha come obiettivo il mantenimento. Però, rispetto all’anno precedente,quando ci trovammo ad approvare un bilancio tecnico, quest’anno abbiamo un bilancio con contenuti e risorse”. In più, potremo recuperare i 60milioni anticipati alla sanità e a gennaio le regioni si incontreranno con il Governo per portare a casa ulteriori soldi. Il consigliere ha quindi concluso il proprio intervento ricordando che il collegio dei revisori ha dato il via libera all’approvazione. L’intervento di Andrea Quartini (M5S) sugli atti della manovra finanziara della Regione si è concentrato sugli aspetti delle problematiche sanitarie regionali, “in difficoltà a causa del definanziamento a livello statale del fondo sanitario”. “Si parla di un definanziamento – ha detto Quartini – che nel periodo 2012-2015 era di 25 miliardi di euro, dal 2015 al 2018 è stato di altri 11,54 miliardi di euro, insomma, 36 miliardi dal 2012 al 2018, sono stati tolti dalla sanità nazionale”. Quartini fa notare che “la nota di aggiornamento del Defr 2017, nonostante certifichi una crescita del Pil per gli anni 2017-19, riduce il rapporto spesa sanitaria-pil dal 6,6 per cento del 2017 fino al 6,3 per cento per il 2020. Il 6,5 per cento è la soglia definita a rischio per un finanziamento adeguato e sufficiente della sanità”. “Siamo di fronte non ad un processo di razionalizzazione, ma di razionamento delle risorse – ha commentato Quartini –. Si propone il non rinnovo contrattuale del personale medico, il non turn over, il taglio dei servizi, il massacro del personale. Si esternalizzano tutti i servizi non sanitari, privatizzando la sanità, si allungano le liste d’attesa. I ticket sono sempre più esosi”. Anche Giacomo Giannarelli (M5S) evidenzia una “continua assenza di risposte da parte della politica al mondo reale” e “l’incapacità di realizzare le grandi opere”. Giannarelli ha sottolineato come a vincere siano alcune “cordate di partito”. “Ha vinto – ha detto – quella di Baccelli, che ha trovato le risorse per gli assi viari di Lucca, opera inutile, rispetto a quella di Gazzetti per la Darsena Europa o di Anselmi per gli interventi di Piombino”. Il consigliere del Movimento 5 Stelle ha ricordato la Corte dei Conti “che dice: avete messo in campo delle operazioni finanziarie che utilizzano i soldi dei cittadini non per un servizio pubblico, ma per una spiccata convenienza per il concessionario”. “Ho presentato un miniemendamento da 170mila euro alla manovra per una problematica culturale e possibilmente condivisa da tutti. Le contrade di Siena che non hanno più il sostegno del Monte dei Paschi di Siena – ha detto il portavoce dell’opposizione Claudio Borghi (Lega nord) –. C’erano tutti gli elementi per accettarlo: turismo, patrimonio culturale, difficoltà oggettiva ma mi hanno simpaticamente detto che con il mio emendamento potevo farci un aeroplanino”. Su Livorno e in polemica con il Movimento 5 Stelle si è concentrato l’intervento del consigliere Pd, Francesco Gazzetti, che ha evidenziato la contrarietà del M5S a “ogni atto che afferisse alla realizzazione della Piattaforma Europa. Ora, invece, scopriamo che si preoccupano della realizzazione di quest’opera e di queste infrastrutture”. Gazzetti ha ricordato che l’opera si farà, “la Giunta – ha commentato – assicura con uno sforzo notevole il finanziamento, i fondi per realizzarla ci sono. Si prova a strumentalizzare uno spostamento temporale, legato al nuovo cronoprogramma. Perché – ha chiesto Gazzetti, rivolto al M5s – siete contrari all’unica opera che rappresenta non solo un’opportunità ma il futuro per Livorno?”. Sul tema sanitario si è concentrato l’intervento del capogruppo Pd Leonardo Marras: “L’impegno preso di finanziare le questioni più urgenti in sanità è stato mantenuto”. E sulla questione della privatizzazione: “La sanità privata non supera il 3 per cento e in questa misera parte c’è tanto privato sociale organizzato insieme all’offerta pubblica”. Marras ha parlato di “risorse orientate”, di “scelte politiche fatte”, di “cambiamenti, in sostegno alla crescita, che si consolida attraverso l’impegno sull’industria 4.0, la formazione professionale, negli investimenti alle infrastrutture della Toscana”. Voto favorevole alla manovra di bilancio è stato espresso da Serena Spinelli (Art.1-Mdp). “Non contesto il fatto – ha detto Spinelli – che si decida di mettere risorse della regione su alcuni capitoli precisi che danno il segno di un indirizzo politico e penso al diritto allo studio, alle politiche per il lavoro, al turismo, alla mobilità. Ma rispetto alla sanità – aggiunge Spinelli – contesto che le risorse riportate non sono sufficienti”. La consigliera regionale ricorda che ci saranno “da rinnovare i contratti del pubblico impiego, compreso quello dei medici, fermo da oltre otto anni” e da affrontare il capitolo “nuovi farmaci e tecnologie da garantire ai cittadini”. Si è detta in accordo con le scelte della Regione Toscana, ma in disaccordo con le scelte del Governo nazionale “abbiamo speso in tre anni – ha concluso Spinelli – 50miliardi in bonus di cui 22 al Job Act, che non ha prodotto lavoro stabile”.