Confagricoltura: “Preoccupati da possibili guerre doganali con gli Usa”

9 marzo 2018 | 16:28
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Confagricoltura: “Preoccupati da possibili guerre doganali con gli Usa”

Le esportazioni agro-alimentari toscane sul mercato statunitense ammontano a circa 672 milioni di euro (dato 2017) ed interessano una molteplicità di prodotti tra cui le produzioni provenienti da coltivazioni di primaria importanza per l’agricoltura toscana come la vite e l’olivo. Il comparto teme ora una guerra commerciale scatenata a partire dai dazi su acciaio e alluminio decisi dal presidente Usa Trump e dalle scontate ritorsioni da parte dell’Unione europea.
A lanciare il grido d’allarme è Confagricultura Toscana: “Qualità e competitività delle nostre produzioni hanno bisogno di un sistema di mercato aperto – afferma il presidente Francesco Miari Fulcis –. Servono regole multilaterali rigorose in termini di sicurezza alimentare, protezione dell’ambiente e tutela sociale. Le guerre commerciali non aiutano nessuno”.

Confagricoltura ha evidenziato che anche le importazioni di prodotti agricoli sono al centro delle indagini avviate dal dipartimento del commercio statunitense per decidere sull’applicazione di dazi anti-dumping. Secondo i rappresentanti delle industrie californiane, il dumping sarebbe determinato in larga misura dagli aiuti della politica agricola comune europea. La decisione finale è attesa nel prossimo mese di aprile. “Ad essere chiamato direttamente in causa è il modello su cui poggia la Pac – puntualizza il presidente di Confagricoltura -. Sono in discussione gli aiuti disaccoppiati che rientrano a tutti gli effetti nella cosiddetta scatola verde, regolata dalla normativa dell’Organizzazione mondiale del commercio, riguardante tutti i trasferimenti pubblici al settore agricolo che non distorcono gli scambi commerciali”.
“Le esportazioni agro-alimentari hanno fatto registrare negli ultimi anni significative percentuali di crescita – conclude Fulcis – ma ogni guerra commerciale rallenta la ripresa economica su scala mondiale come già successo in seguito alle restrizioni commerciali tra Unione europea e Federazione Russa in seguito alla crisi ucraina”.