Turismo, c’è il nuovo testo unico. Sì a 28 nuovi ambiti

9 maggio 2018 | 13:13
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Turismo, c’è il nuovo testo unico. Sì a 28 nuovi ambiti

La Toscana modifica il Testo unico sul turismo varato a dicembre 2016 e spinge sul progetto di superamento delle province per far emergere l’identità toscana e le specificità dei territori. Il consiglio regionale a maggioranza (contrari Movimento 5 stelle, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Astenuti Sì – Toscana a sinistra e Gruppo Misto-Tpt), ha infatti votato la proposta di legge sulla governance del sistema, già iniziata nel 2016, e oggi perfezionata con la suddivisione della Toscana in 28 ambiti territoriali.

Obiettivo di fondo: condividere l’esercizio delle funzioni amministrative e, per la prima volta, superare una visione frammentata e municipalista. Non si tratta di un intervento sulla promozione, affidata all’agenzia regionale che ad inizio legislatura, era il marzo 2016, ha visto amplificate le proprie funzioni. Il centro dell’intervento normativo è la gestione dei procedimenti amministrativi e quindi uffici turistici, attività di informazione e orientamento alle strutture ricettive e ai luoghi da visitare. E da questo punto di vista non viene imposta burocrazia, come ha spiegato il presidente della commissione Sviluppo economico Gianni Anselmi, ma offerta la facoltà di ritagliare specificità e originalità dei territori, all’interno del marchio Toscana, tra i più cliccati al mondo come già dimostrato con report da Fondazione sistema Toscana.
Il progetto di condividere informazioni, comunicazione e accoglienza si basa su una nuova perimetrazione della regione in 28 ambiti appunto (erano inizialmente 27, ma nel corso dell’ultima seduta della commissione sviluppo economico, giovedì (3 maggio) è arrivata la richiesta della Valtiberina di essere sganciata da Arezzo), individuata di concerto con gli enti locali e in cui la funzione di capofila è affidata al Comune capoluogo di provincia. Un lavoro importante svolto, come ricordato da Anselmi, con il contributo di Anci Toscana, sindaci, consiglieri regionali e uffici della giunta.
Il testo unico stabilisce che l’esercizio in forma associata viene effettuato attraverso un’unica convenzione per ambito. La nuova legge, che ingloba il testo sulla perimetrazione di cui Anselmi è primo firmatario e sottoscritto anche dal capogruppo di Articolo 1/Mdp, Serena Spinelli, chiarisce che la stipula avviene con la partecipazione della maggioranza dei Comuni compresi in quello specifico ambito e dato che il provvedimento non impone nulla, qualora alcuni Comuni decidessero di non aderire alla convenzione potranno continuare ad esercitare, solo per il proprio territorio, le funzioni di accoglienza e informazione.
Il testo prevede anche la possibilità di esercizio congiunto tra più ambiti contigui attraverso la stipula di un’unica convenzione alla quale aderiscano almeno due terzi dei comuni che appartengono a ciascun ambito. Nella norma si prevede anche flessibilità con l’auspicio, dichiarato dal presidente della commissione, che questi ambiti diminuiscano nel tempo. Territori che hanno cose in comune dovrebbero lavorare sempre più in sinergia e con una visione strategica ampia perché non c’è Toscana, ed è pensiero di Anselmi, senza la meraviglia delle specificità territoriali.
Le modifiche che interessano più direttamente il testo unico toccano punti importanti e riguardano la disciplina delle locazioni turistiche e delle guide ambientali. In particolare, si interviene sulla competitività e specificità delle strutture ricettive, consentendo agli alberghi (così come a campeggi e villaggi turistici) di offrire attività di centro benessere anche ai non alloggiati. Altra novità riguarda il camping village che non sarà più una tipologia, ma diventerà un’articolazione della struttura campeggio. Per le locazioni si mantiene l’obbligo della comunicazione al Comune dei dati statistici e per la professione di guida, oltre che di accompagnatore turistico, si conferma la disciplina dell’attività con carattere transitorio e cedevole.
Il testo è stato emendato nel corso del dibattito per eliminare alcuni refusi ed evitare un vuoto normativo, ma anche per superare la previsione di specifiche sessioni di esame per l’abilitazione di guida turistica per i laureati. Sono invece stati respinti gli emendamenti presentati da Fratelli d’Italia e sottoscritti da Forza Italia, Movimento 5 stelle, Lega e Sì-Toscana a sinistra, che hanno raccolto la firma del Gruppo Misto-Tpt.
Collegato alla nuova legge anche un ordine del giorno approvato a maggioranza (primo firmatario ancora Anselmi) per impegnare la giunta a definire il profilo professionale di guida turistica e consentire, anche in Toscana, la ripresa dell’attività di formazione. La necessità di un quadro normativo chiaro, trasparente e condiviso a livello nazionale sta alla base dell’atto e risponde alle esigenze di quanti desiderano accedere alla professione attraverso percorsi di accreditamento. In questo senso il documento richiama quanto sancito nella nuova legge sul Turismo, che sospende per un anno i corsi di formazione professionale per guida turistica e la successiva abilitazione.
Il Consiglio ha invece respinto la proposta di legge presentata dalla Lega che puntava a erogare le risorse regionali destinate allo sviluppo del turismo solo a strutture ricettive che svolgono in modo esclusivo l’attività turistica.
Anche Sì-Toscana a Sinistra ha presentato un testo, già respinto in commissione, per un corretto equilibrio fra arenili destinati alla libera fruizione e quelli oggetto di concessione demaniale marittima per finalità turistico ricreativa. La proposta di legge è stata però ritirata dal capogruppo, Tommaso Fattori, nel corso delle comunicazioni ad inizio seduta, per ulteriori approfondimenti. Ultimo intervento normativo sul tema è quello a firma Fratelli d’Italia e Forza Italia, ancora in discussione in commissione, per inserire tra le strutture ricettive extra-alberghiere anche le residenze d’epoca.
L’assessore regionale al turismo Stefano Ciuoffo ha ricordato come “sia stato fatto un percorso impegnativo, che ha restituito alla commissione competente il proprio ruolo, e come il risultato sia una normativa di spessore, che rende la Toscana un punto di riferimento avanzato e un modello per le altre Regioni”. Ripercorrendo la vicenda dell’impugnativa del governo, Ciuoffo ha sottolineato che è necessario che il Governo e la Conferenza Stato-Regioni affrontino il nodo della definizione di attività professionale, in modo da avere regole certe, opportunità e costi compatibili fra tutti gli operatori del settore. In caso contrario “si rischia di lasciare aperti varchi in cui si possono fare strada, senza regolamentazione, attività tutt’altro che marginali”. Necessario, infine, “uscire dalle logiche di campanile e sollecitare gli amministratori a pensare in maniera organizzata e coordinata, in modo da promuovere il turismo in maniera adeguata e guardare verso l’Europa”.
Secondo il consigliere Gabriele Bianchi (M5S) sarebbe opportuno “ripensare al meccanismo per cui si fanno le norme in attesa di capire se sono costituzionali”. Per quanto riguarda i provvedimenti in discussione, a detta del consigliere “si tratta di atti che complicano, aumentano la burocrazia e alimentano un provincialismo diffuso”. Bianchi ha annunciato un emendamento sulla sospensione immediata dei corsi per guide turistiche, e ha chiesto che la Regione effettui controlli puntuali sulle professioni del settore.
La consigliera Luciana Bartolini (Lega) ha spiegato che “permangono tante criticità: una burocrazia eccessiva che si annida negli ambiti, il fatto che non siano previste professionalità specifiche nei centri benessere e nei villaggi, il fatto che le guide turistiche ricevano un’abilitazione non adeguata, che si dia mano libera a chi fa turismo a nero e con meccanismi fai-da-te”.
Simone Bezzini (Pd) ha sottolineato che il turismo, settore fondamentale in Toscana, ha avuto una funzione anticiclica, e che “con questi provvedimenti si è fatto un passo in avanti, introducendo elementi di semplificazione”. Si è inoltre preso atto di un’evoluzione normativa su fenomeni come quello degli affitti brevi, per cui “sono auspicabili ulteriori interventi e un maggiore potere in mano ai sindaci”. Bezzini ha inoltre annunciato un ordine del giorno che invita la Regione Toscana a prendere una posizione forte, nei confronti del Parlamento e della Conferenza Stato-Regioni, affinché sia definito un quadro unitario in materia di guide turistiche.
Secondo Paolo Marcheschi (FdI) è evidente che, “se si deve intervenire nuovamente su una legge del 2016, questo significa che qualcosa è stato fatto in fretta o in maniera sbagliata”. Il consigliere ha criticato l”’abitudine della Toscana a fare fughe in avanti e a voler essere la prima della classe, atteggiamento che l’ha spesso condannata a essere ridicolizzata”; ha inoltre criticato il fatto che non esista una strategia complessiva, né coordinamento tra i vari soggetti, né compatibilità fra i vari emendamenti.
Il parere di Monica Pecori (Gruppo Misto-Tpt) è che “si tratti di norme con più ombre che luci: se non destano troppe preoccupazioni gli ambiti, suscitano invece perplessità le cabine di regia, così come il fatto che si continui a fare formazione alle guide turistiche in condizioni di non chiarezza”. Per questo la consigliera ha annunciato di aver aderito alla mozione che chiede l’immediata sospensione dei corsi in attesa di un’indicazione normativa unica.
Marco Niccolai (Pd) ha osservato che “le critiche fatte agli ambiti implicano che si preferisca che ogni Comune faccia attività per il turismo in modo distinto e non coordinato. Occorre invece lavorare in maniera organizzata, evitando che ognuno agisca per contro proprio”. Il consigliere ha inoltre ricordato che nel 2016 è stato dato riconoscimento, tramite la legge, al ruolo delle associazioni pro-loco.
Per Serena Spinelli (Art.1-Mdp) “non è negativo il fatto che la Toscana provi a essere prima e d’esempio ad altri con le normative varate”. La consigliera ha sottolineato come “sia necessario e inevitabile tornare sulla questione degli affitti turistici, problema che viene affrontato in tutta Europa perché sta svuotando le città dai suoi abitanti e creando concorrenza sleale”, e ha ribadito che la promozione turistica è da farsi a livello regionale.
Una legge non rivoluzionaria, ma ragionata e migliorativa: questa l’opinione di Tommaso Fattori (Sì-Toscana a Sinistra) secondo il quale “è positivo lo sforzo che la Regione Toscana sta facendo per dare respiro agli imprenditori turistici. Però questo dovrebbe accompagnarsi a un maggiore impegno per rimuovere il nero e garantire condizioni lavorative dignitose nel settore”. Anche secondo Fattori sarebbe opportuno sospendere i corsi per le guide turistiche in attesa di indicazioni univoche, così come, se la promozione deve avvenire a livello regionale, deve restare prerogativa di ogni territorio valorizzare le proprie specificità.
Giacomo Giannarelli (M5S) ha affermato come “in Toscana ci sia bisogno di un turismo strategico, innovativo, sostenibile e digitale, ma come la normativa in discussione non introduca nulla di tutto questo. Anzi, si aggiungono ulteriori elementi di burocratizzazione e manca completamente una visione strategica del settore”. Secondo il consigliere non sono garantiti gli standard qualitativi necessari, perché la Regione è venuta meno al suo compito di coordinamento e di vigilanza sulla qualità dei servizi offerti. Inoltre “occorre puntare maggiormente sulla professionalità delle guide turistiche, fatto di cui può beneficiare l’intero sistema e la percezione, nel resto del mondo, del livello del turismo in Toscana”.
Marco Stella (Fi) ha spiegato che non convince il complesso del sistema turismo così come previsto dalle modifiche al Testo Unico, pur condividendo alcuni articoli della legge. Per il consigliere “l’apertura alle attività di centro benessere è positiva mentre ha espresso apprezzamento con riserva alla possibilità, per gli alberghi, di offrire il servizio di ristorazione anche ai non alloggiati. Se infatti questo può essere un beneficio per le grandi città, nei piccoli centri potrebbe creare concorrenza tra attività”. Nel richiamare il gap infrastrutturale della Toscana, Stella ha ricordato la necessità “di dare il via al Master Plan aeroportuale che prevede la riqualificazione dello scalo di Firenze”.