
La Toscana accelera sui rifiuti. “E’ il momento di una svolta ambientalista centrata sul riuso e sul riciclo. Questo è il futuro e l’Europa ci richiama a un impegno maggiore. Vogliamo che la Toscana sia una regione avanzata nel quadro europeo evitando di fare scelte che condizionano questa prospettiva in modo negativo. Sarà una scommessa che vinceremo. E non lasceremo la Toscana in una crisi da smaltimento”. Così il presidente Enrico Rossi annunciando in consiglio regionale che entro il prossimo mese giugno la giunta avvierà una revisione del piano regionale sui rifiuti approvato alla fine del 2014 indicando nuovi obiettivi da raggiungere al 2023.
Sarà uno strumento, ha ricordato Rossi, improntato sull’economia circolare e corredato di un piano attuativo relativo ai rifiuti urbani ma anche a quelli speciali prodotti nei distretti industriali che dovranno essere reinseriti nel ciclo produttivo. Il più ambizioso degli obiettivi: portare la raccolta differenziata oltre il 70 per cento, che potrà mirare anche al 75 o addirittura 80 per cento, grazie al potenziamento del sistema di raccolta del porta a porta e della raccolta di prossimità.
“Abbiamo messo a disposizione dei tre Ato 30 milioni di euro – ha ricordato il presidente – per sostenere questo passaggio e contiamo di stimolare la domanda del materiale recuperato attraverso la realizzazione di biodigestori anaerobici, il coinvolgimento dell’industria della carta, del vetro, dei metalli, del tessile, del marmo”. La quota residua di rifiuto indifferenziato non recuperata sarà destinata all’incenerimento ed alle discariche. Il progetto punta a riservare circa il 10 o 15 per cento ad incenerimento.
“La previsione, in coerenza con quanto ci dice l’Europa – ha sottolineato Rossi – è quella di escludere la realizzazione di nuovi impianti di incenerimento in nuovi siti e di puntare solo sui rewamping di quattro degli impianti esistenti per raggiungere una quota di trattamento adeguata. Risulterà imprescindibile l’impiego delle migliori tecnologie disponibili”. La parte residua di rifiuti andrà infine in discarica. La riduzione drastica dei conferimenti in discarica fino al 10 per cento passerà per una prima riduzione del numero di discariche attive fino a 5, con una graduale riduzione dei conferimenti. Riguardo all’economia circolare, sarà presentata al Consiglio una proposta di legge entro l’estate.
Quattro i cardini su cui poggerà: incentivare, attraverso gli Ato ed i gestori, le famiglie per migliorare la quantità e la qualità della raccolta differenziata; incentivare la “domanda” di materia recuperata attraverso la raccolta differenziata da parte del sistema produttivo regionale. In particolare da parte dei principali distretti produttivi della carta, del cuoio e del tessile. Un esempio è dato dalla raccolta differenziata della carta, oggi pari a poco più di 200mila tonnellate l’anno, in una regione dove il distretto della carta di Lucca impiega annualmente più di un milione di tonnellate di carta da macero; assicurare la chiusura dei cicli di produzioni toscani attraverso il riconoscimento di una priorità negli impianti toscani che trattano rifiuti speciali; stimolare la ricerca e l’innovazione tecnologica in materia.
Una notazione il presidente l’ha fatta anche sulla relazione della commissione interparlamentare d’inchiesta sui rifiuti: “Quanto riportato nella relazione conclusiva della commissione interparlamentare sui rifiuti – ha detto – offre una rappresentazione molto critica della gestione del sistema integrato dei rifiuti in Toscana che richiede una risposta in termini di sistema da parte della Regione, dei tre Ato, che dovranno operare in maniera più coordinata tra loro e con la Regione, e dei gestori. A questo proposito nel corso dell’ultima seduta di Giunta abbiamo costituito un gruppo di lavoro composto da tecnici esperti della materia, sia regionali sia appartenenti alle nostre agenzie Arpat ed Arrr. Al gruppo di lavoro è stato affidato il compito di verificare, entro luglio, il sistema impiantistico della Toscana e di redigere un documento finale attraverso il quale condividere con ciascun gestore un percorso di miglioramento tecnologico e di innovazione del proprio impianto, con l’obiettivo di portare la nostra regione ai livelli delle altre regioni del centro nord. Allo stesso tempo, ripercorrendo le situazioni di maggiori criticità esposte nella relazione, ci sarà modo di indicare le azioni volte a superarle ed i tempi necessari per farlo”.
“Oggi è stata annunciata una svolta ambientalista, che mi auguro sia di buon senso e non ideologica e di convenienza politica, visto che questa maggioranza ora insegue temi che vanno di moda”. A dirlo, durante il consiglio regionale, Marco Casucci (Lega) che aggiunge: “Ribadisco che il modello Veneto è alternativo a quello di Rossi; noi siamo contrari ai modelli centralizzati e siamo favorevoli a dare autonomia decisionale ai nostri sindaci. L’ambiente si tutela con impianti e tecnologie adeguati, seguendo i principi di autosufficienza e prossimità”. Jacopo Alberti (Lega) ha invece citato un dossier “in cui si dimostra che nel sistema Toscana si assiste a un intreccio di società collegate, di scatole cinesi, di coinvolgimento delle banche. Siamo davanti a un cartello controllato da cooperative rosse e banche, e i cittadini finanziano un business senza rischi di imprese e con un alto profitto”. “Mi domando – ha concluso – se è giusto in questo quadro che i toscani paghino tariffe sempre più care”. Paolo Sarti (Sì – Toscana a Sinistra) ha tenuto a sottolineare brevemente “la memoria storica” nella questione rifiuti. “Le tematiche che si pongono oggi sono state proposte molto tempo fa dalla sinistra. Ora tutti sono all’inseguimento” ha detto. Secondo Valentina Vadi (Pd) “la revisione del piano dei rifiuti è un passaggio importante, in cui il Consiglio regionale deve essere coinvolto. Condivido la svolta ambientalista e l’obiettivo di incrementare la raccolta differenziata – ha detto la consigliera -. Dobbiamo essere consapevoli che in alcuni ambiti siamo al 40 per cento e occorre fare un grande lavoro. Positivo l’impegno nel ridurre il numero di discariche e di termovalorizzatori. Ma chiedo, e rivolgo un appello in questo senso alla Giunta, che la fase di transizione sia attentamente monitorata, per impedire che nel frattempo gli impianti esistenti siano ampliati o abbiano vita prolungata rispetto a quanto già previsto. Altrimenti questa scelta risulterà incomprensibile”.
“Non parlerò di massimi sistemi, mi limiterò a raccontare cosa avviene nel mio territorio”, ha esordito la consigliera Luciana Bartolini (Lega), parlando di una lettera del sindaco che annuncia bollette più care per l’acquisto di cassonetti. “Gli aumenti ci sono già stati e i cittadini sono molto arrabbiati”, ha concluso la consigliera. Un grazie per “l’onesta e chiara comunicazione” è arrivato dal capogruppo del Partito democratico, Leonardo Marras (Pd), che ha riconosciuto al presidente la lealtà nell’ammettere anche le carenze del nostro sistema di raccolta dei rifiuti. “Dovremo rimettere l’orologio indietro di qualche mese per non dire bugie tra noi”, ha continuato, ricordando una risoluzione sui rifiuti approvata nel luglio 2017, con un voto quasi unanime del Consiglio. “E’ nostro compito gestire il presente guardando a una visione organica e il presente non può pregiudicare il futuro”, ha sottolineato. Da qui l’invito a fare guerra alle discariche, a investire sulla raccolta differenziata, a sviluppare l’industria del riuso della materia, a trovare un giusto equilibrio nella distribuzione degli impianti, senza aumentare costi per i cittadini. “Questi i paletti del nostro indirizzo politico”, ha concluso Marras. “Sono molto soddisfatto del dibattito, ci metteremo al lavoro”, ha commentato il presidente Rossi in apertura della replica in aula. “Parliamo di una svolta ambientalista, di un cambio di passo, perché vogliamo che la Toscana diventi una delle prime regioni europee all’avanguardia”. Rossi ha richiamato la risoluzione del Pd toscano del 2017, “documento che faccio mio e che seguiremo”. Ha precisato: “Ritengo che, non essendo ancora partita la creazione di alcuni impianti, si debba riconsiderare la loro validità”. E ha spiegato: “In Toscana abbiamo ridotto il numero delle discariche, ma non riusciamo a scendere al 10 per cento del conferimento perché ce ne sono ancora 24 e finché c’è la discarica, i rifiuti vanno in discarica”. Allo stesso modo, ha spiegato ancora, “se si fa un inceneritore bisogna farlo funzionare. E se si fanno i biodigestori, bisogna far funzionare i biodigestori”. Ancora sul termovalorizzatore di Case Passerini: “Fosse stato fatto il giorno dopo l’approvazione e le procedure fossero andate avanti, forse avremmo potuto fare valutazioni diverse”. La proposta di oggi in Consiglio regionale, ha detto Rossi, è “una scommessa che sono sicuro di vincere. Il Pd giustamente ci sfida, i conti economici li porteremo e ci doteremo dei poteri necessari per raggiungerli. Gli obiettivi che ci siamo dati sembrano perseguibili. Il Piano può dire queste cose per i rifiuti urbani e per quelli speciali. Alla fine di luglio, prima della pausa estiva, consegneremo il primo documento che sottoporremo alla discussione in Consiglio regionale”.
Il Consiglio regionale ha approvato una proposta di risoluzione del Partito democratico, collegata alla comunicazione di Enrico Rossi sulla gestione dei rifiuti in Toscana. La risoluzione, a firma del capogruppo Leonardo Marras, impegna la Giunta regionale a presentare quanto prima le proposte programmatiche per favorire il passaggio verso l’economia circolare in Toscana, in vista del nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti, tenendo conto della necessità di ridurre il conferimento in discarica, senza aumentare le tariffe a carico dei cittadini. In tema di raccolta differenziata e trattamento dei rifiuti sul territorio regionale, l’atto impegna a raggiungere il 70 per cento di raccolta differenziata in tutta la Toscana; a limitare il conferimento in discarica per non oltre il 10 per cento dei rifiuti urbani totali, senza prevedere l’apertura di nuove discariche e l’ampliamento di quelle esistenti; a non superare il 20 per cento di smaltimento attraverso la termovalorizzazione. La risoluzione è stata approvata a larga maggioranza: con Pd e Art.1-Mdp hanno votato a favore anche i consiglieri di Movimento 5 stelle, Sì-Toscana a sinistra e Gruppo misto-Tpt.
Respinte altre tre proposte di risoluzione: la prima del centrodestra, a firma Paolo Marcheschi (Fratelli d’Italia), Elisa Montemagni (Lega) e Maurizio Marchetti (Forza Italia) intendeva impegnare Consiglio e Giunta regionale “nel caso di revoche delle autorizzazioni per le previsioni impiantistiche adottate e approvate dal Piano regionale dei rifiuti, a comunicare contestualmente le soluzioni per la chiusura del ciclo dei rifiuti e a provvedere al rimborso immediato delle spese inutilmente sostenute dalla Regione Toscana e dagli enti locali per l’attuazione del piano regionale”. Per divergenze nate durante il dibattito in Aula, i consiglieri della Lega hanno lasciato l’assemblea.
Respinta anche la proposta di risoluzione di Sì-Toscana a sinistra, che puntava, tra l’altro, “ad attivare politiche volte a una capillare attività comunicativa, educativa e partecipativa sulla corretta differenziazione dei rifiuti” e a “riorientare la governance regionale verso gestioni di ambito intercomunale omogeneo, totalmente pubbliche, dimensionate rispetto all’equilibrio necessario e razionale tra le quantità di rifiuti prodotti e le capacità impiantistiche di trattamento e smaltimento rifiuti programmate”. La proposta di risoluzione del Movimento 5 stelle, anche questa respinta, chiedeva di prevedere “all’interno del nuovo Piano regionale sui rifiuti e bonifica dei siti inquinati, il superamento dell’impianto di incenerimento ubicato a Case Passerini”.