Ampliamento terza corsia A11, in tempi brevi il decreto finale

3 luglio 2018 | 16:52
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Ampliamento terza corsia A11, in tempi brevi il decreto finale

Il procedimento per l’ampliamento della terza corsia dell’autostrada A11, per la tratta Firenze-Pistoia “è da considerarsi concluso con decreto finale di intesa da emanare in tempi brevi”. Ad annunciarlo è stato l’assessore regionale alle infrastrutture Vincenzo Ceccarelli durante la seduta del Consiglio regionale di questo pomeriggio (3 luglio).

Nel corso del suo intervento, Ceccarelli ha anche ricordato che “il piano di sviluppo aeroportuale 2014-2029 è stato elaborato dal gestore Toscana Aeroporti Spa, di concerto con l’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac), e approvato in linea tecnica dallo stesso Ente, il suo cardine consiste in una nuova pista di volo che si svilupperà per circa 2400 metri, lungo il tracciato dell’autostrada A11, con andamento leggermente convergente verso questa in direzione Ovest. Il piano, già oggetto di valutazione di impatto ambientale di competenza statale, si è concluso con un decreto favorevole alla realizzazione degli interventi, pur subordinato al rispetto di alcune prescrizioni”.
“Dal sito web di Toscana Aeroporti, e da notizie di stampa – prosegue Ceccarelli – risulta avviato l’iter degli espropri relativi ai terreni interessati alla costruzione della nuova pista, seguito da note del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sull’accertamento della compatibilità urbanistica delle stesse opere con i piani edilizi vigenti, con analoga richiesta formulata a uffici regionali, Arpat, Asl, Consorzio di bonifica competente per territorio. Il progetto è pervenuto in data 14 maggio 2018, cui seguirà richiesta di attivazione al Mit del procedimento per l’intesa Stato-Regione”. La Regione toscana ha quindi attivato l’istruttoria di competenza nell’ambito del procedimento di accertamento di conformità urbanistica, coinvolgendo gli enti locali interessati, oltre alle amministrazioni con pertinenza in materia ambientale, insieme ai settori regionali Arpat e Asl. Da qui l’invio dei pareri pervenuti al Ministero delle infrastrutture, chiamato, in caso di accertamento di conformità negativo o di superamento dei termini temporali stabiliti, a procedere alla convocazione di una Conferenza dei servizi.
La Regione ha poi sottoscritto con il Comune di Firenze e con gli altri Comuni territorialmente interessati un apposito accordo di programma nel 2014 e uno di collaborazione nel 2016, per “il completamento del sistema tramviario dell’area fiorentina e l’estensione nell’area metropolitana”. La verifica sullo stato di avanzamento dell’opera è effettuata da un Collegio di vigilanza che ha portato il Comune di Firenze, a comunicare alcune previsioni: messa in esercizio della linea 3, Santa Maria Novella – Careggi, dopo un periodo di pre-esercizio di almeno 10 giorni nella prima metà di luglio 2018. A seguire: verifiche finali e nulla osta ministeriali e decreti per l’autorizzazione all’esercizio da parte della Regione Toscana. Per quanto riguarda la Linea 2, piazza dell’Unità – Aeroporto, la messa in esercizio è prevista tra la fine di agosto e l’inizio di settembre 2018. Gli interventi, invece, relativi alla Linea 4, Leopolda – Le Piagge, e all’estensione della Linea 2, Aeroporto di Firenze – Sesto Fiorentino, saranno conclusi per la fine del 2023, orizzonte che peraltro resta in linea con i tempi di rendicontazione europei. Più in generale, è stato ricordato, la Regione, in qualità di ente finanziatore, svolge principalmente le azioni di impulso e coordinamento tra i vari soggetti e di monitoraggio dello stato di attuazione, mentre non risulta soggetto attuatore dell’opera. Tale compito spetta infatti al Comune di Firenze.
Sul fronte delle “critiche” per l’obsolescenza e l’incompletezza del progetto sistema tramviario linea 2 e linea 3, nonché per l’installazione di pali per l’alimentazione elettrica in piazza stazione a Firenze, “il Comune ha riposto alla Regione, riportando una serie di provvedimenti e pareri, andando a confermare il sistema di elettrificazione di tipo tradizionale a catenaria”. Inoltre “l’utilizzo di un sistema alternativo di captazione da terra avrebbe ovviamente evitato l’uso di pali e fili di sospensione, ma l’utilizzo di detti sistemi, al momento del progetto 2014, non davano le sufficienti garanzie di affidabilità, avrebbero comportato incrementi di costo non quantificabili, mancavano delle necessarie omologazioni e infine costituivano variazioni sostanziali del sistema contrattualizzato”.
Termovalorizzatore Case Passerini: il progetto di incenerimento, nel comune di Sesto Fiorentino, “prevede – spiega Ceccarelli – la realizzazione di un impianto costituito da due linee di termovalorizzazione, uguali e operanti in parallelo, alimentate con rifiuti solidi urbani non pericolosi e, nel caso di potenzialità residua delle linee, con rifiuti sociali non pericolosi. L’impianto è dimensionato e progettato per un carico termico pari a 56milioni di kilocalorie all’ora. Il progetto è stato sottoposto a procedura di Via (Valutazione d’impatto ambientale) e di Autorizzazione unica. Associazioni ambientaliste e Comuni hanno fatto ricorso al Tar. Il Tribunale amministrativo ha annullato l’autorizzazione unica rilasciata dalla Città metropolitana di Firenze nel 2015 e, nel dicembre 2016, la società Q-Thermo ha presentato ricorso al Consiglio di Stato per l’annullamento della sentenza”.
Il Consiglio di Stato, il 24 maggio scorso, ha confermato la sentenza con cui il Tar della Toscana, un anno e mezzo fa, aveva accolto i ricorsi dei comitati e bocciato l’autorizzazione rilasciata il 23 novembre 2015 dalla Città metropolitana di Firenze sulla costruzione nella Piana fiorentina. In quell’occasione i giudici amministrativi avevano respinto i rilievi di impatto ambientale sull’inquinamento dell’opera, ma allo stesso tempo avevano cancellato l’autorizzazione di costruzione dell’inceneritore perché quest’ultima avrebbe dovuto rispettare le previsioni iniziali, ovvero la realizzazione di un parco nell’area della Piana fiorentina come compensazione dell’opera.
Pur essendo possibile ancora la presentazione di un ricorso alla Corte di Cassazione o la presentazione di una nuova istanza, “si ha motivo di ritenere che le motivazioni che hanno indotto il Consiglio di Stato a confermare la sentenza di primo grado e il venir meno della possibilità per Q-Thermo di accedere ai certificati bianchi per una somma stimata intorno agli 80 milioni di euro – ha sottolineato Ceccarelli – non consentano realisticamente più la realizzazione dell’impianto”. Questo comporta “l’esigenza di una revisione della pianificazione in materia di rifiuti sia per Ato Toscana centro che, più in generale, per l’intero sistema regionale di gestione dei rifiuti urbani”, ha affermato l’assessore rimandando alle dichiarazioni del presidente Enrico Rossi rilasciate in aula consiliare.
In conclusione, l’assessore ha sottolineato che la piana fiorentina “non è solo infrastrutture, ma anche uno dei parchi agricoli più estesi d’Italia, con una superficie di circa 150 ettari. In coerenza con il progetto parco agricolo, entro luglio 2018 si procederà alla definizione di un accordo di programma tra Regione, Comuni beneficiari e Città metropolitana, per realizzare una rete integrata di percorsi ciclopedonali. L’obiettivo è quello di contribuire a ridurre i volumi di traffico legati agli spostamenti urbani, avvalendosi sia delle risorse del Programma operativo regionale – Fondo europeo sviluppo regionale che di fondi regionali e stanziamenti destinati alla Città metropolitana”.