Rischio idraulico, Regione rafforza prevenzione e sicurezza

18 luglio 2018 | 13:07
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Rischio idraulico, Regione rafforza prevenzione e sicurezza

Approvata con 29 voti a favore, 7 gli astenuti, la legge sul rischio idraulico illustrata all’aula dal presidente della commissione Ambiente, Stefano Baccelli (Pd).
Collegato alla legge è stato approvato, sempre a maggioranza, un ordine del giorno del Pd presentato da Andrea Pieroni  e firmato anche dal capogruppo Leonardo Marras e dal consigliere Antonio Mazzeo.
L’ordine del giorno evidenzia “potenzialità” nei territori e dei distretti economici, come ad esempio in quello conciario, richiamato espressamente nel dispositivo. “E’ un distretto che ha margini di crescita ancora consistenti e capacità di attrarre investimenti da altri territori” ha spiegato il consigliere, puntualizzando come “attenzioni e investimenti” attestino “qualità del territorio e lungimiranza dei soggetti pubblici e imprenditoriali” che nel tempo hanno investito in infrastrutture che oggi rendono attrattivo il distretto.
 L’atto impegna la Giunta ad “accelerare il percorso per la realizzazione o il completamento delle opere per la sicurezza idraulica attualmente in corso”. Il governo toscano deve poi “realizzare tutte le opere e gli investimenti necessari al fine di mettere in sicurezza idraulica i territori toscani in cui il rischio idraulico risulti maggiore, con particolare attenzione a quelle aree inserite nei distretti produttivi caratterizzati da “maggior dinamismo in termini di attrazione di investimenti e crescita occupazionale”.

“Non avrei mai avallato, anche per la mia storia personale, un testo che consentisse di costruire in zone a rischio – dichiara Baccelli – La sicurezza sul territorio si attua con leggi rigorose e serie come questa, ma anche realizzando le opere idrauliche necessarie” spiega, citando l’articolo 22 che “consente una nuova stagione e apre alle collaborazioni tra pubblico e privato”. Il testo consegnato all’aula è profondamente cambiato (contava 13 articoli nella stesura iniziale, il testo finale arriva a 26), “non smonta” la legge 21/2012 – quella varata all’indomani delle gravi alluvioni in Lunigiana – ma “introduce un’ulteriore variabile: non si calcola solo la periodicità storica dell’accadimento degli eventi, ma anche la loro intensità, la loro violenza e il battente, quindi la loro altezza. – spiega Baccelli – Questa è davvero una legge più intelligente e non potendo prevedere puntualmente gli effetti su tutta la Toscana, perché non tutto il territorio ha mappe aggiornate sul rischio idraulico, prevediamo 480mila euro per lo studio della pericolosità, per adeguare gli strumenti urbanistici e capire come difendere l’incolumità del territorio e dei cittadini”.
Baccelli sintetizza poi le modifiche più importanti apportate e ricorda gli “interventi di copertura dei corsi d’acqua” e sulla “difesa locale”, il lavoro per rendere il testo “coerente” con la legge 65/2014 in particolare sul “discrimine del territorio urbanizzato”, la disciplina delle nuove costruzioni e dei volumi interrati “differenziati in base all’area, ma anche al grado di magnitudo”, l’analisi sul patrimonio edilizio esistente, su parcheggi e sottopassi, sugli annessi agricoli. Ricordato anche il tema, voluto dalla consigliera Pd Elisabetta Meucci, della perequazione urbanistica definito “serio e intelligente”, che può “garantire vitalità e maggiore sicurezza del territorio”. 
Apprezzamento e sì convinto alla proposta di legge lo esprime Giacomo Giannarelli (M5S) che ringrazia il presidente per aver ritirato un emendamento presentato in aula: “dimostra rispetto e coerenza per il lavoro fatto fin qui”. Il consigliere, anche vicepresidente della commissione ambiente, dichiara inoltre che la legge “non risolverà del tutto il rischio idraulico” perché “ereditiamo situazioni complesse” spiega, citando la tragica alluvione di Livorno dove “si è costruito nell’alveo dei fiumi”. “Ci inseriamo in questo difficile quadro” continua e parla di una legge con contenuti “innovativi” invitando a “proseguire su questa strada, oltre questo risultato importante”. Giannarelli auspica poi la “stessa modalità di lavoro” anche su temi quali quello dei rifiuti. Massimo apprezzamento lo esprime la consigliera Elisabetta Meucci che definisce la legge “responsabile” e “innovativa. “Interviene nella vita delle persone. Era necessario un approfondimento specifico per arrivare al giusto equilibrio tra sicurezza e sviluppo, tra sicurezza e gestione del territorio” dichiara. “La legge – continua – è rivolta ai Comuni, ai soggetti cioè che dovranno applicarla per le loro trasformazioni”. Soddisfatta anche per aver affrontato la questione della “parte protetta dei corsi d’acqua che ha contribuito alla tragedia di Livorno”, la presidente del gruppo Misto /Tpt Monica Pecori che dichiara “pieno sostegno” ed esprime apprezzamento per il coinvolgimento dei Comuni.
“Nutro la speranza – aggiunge – che la nuova legge possa salvare vite future ricordando quelle tragicamente perse anche per l’incuria dell’uomo”. Apprezzamento per il lavoro fatto lo esprime la presidente della Lega Elisa Montemagni, che dichiara un voto di astensione: “La proposta è elaborata e complessa, ma si inserisce in cardini che non ci convincono fino in fondo”. Le perplessità e la presa di posizione del gruppo riguardano, quindi, il “contesto generale” piuttosto che la nuova legge.
Ad intervenire anche Federica Fratoni: “Una legge – dice Fratoni – all’avanguardia che risponde a un’evoluzione del quadro normativo e dei relativi strumenti e che abbandona il mero vincolo statistico della pericolosità per accentuare la tutela del territorio attraverso un’analisi puntuale del contesto. La nuova legge sul rischio idraulico che oggi esce dal Consiglio ci permetterà, là dove si immaginano interventi di riqualificazione urbana, di farlo in maggiore sicurezza dal rischio alluvioni. In estrema sintesi, riusciamo a coniugare più sicurezza con lo sviluppo”.
“Insieme alla Commissione competente – spiega Fratoni – abbiamo lavorato a lungo a questo testo che scaturisce da una nuova limpostazione data dall’Unione europea, la quale invita a recepire il concetto di valutazione del rischio al posto del concetto ben più statico di pericolosità. Mantenendo saldi i vincoli di inedificabilità nelle aree a elevata pericolosità idraulica – dice Fratoni – oggi sappiamo che dobbiamo fare i conti con un rischio medio e che non esiste un livello di sicurezza assoluto. Soprattutto, sappiamo che abbiamo bisogno di lavorare sui temi della rigenerazione urbana e della valorizzazione del patrimonio edilizio esistente. Questa legge ci dice come intervenire mantenendo il regime di sicurezza idraulica e responsabilizzando i sindaci che nelle loro attività di governo del territorio potranno ripensare il proprio comune attraverso un principio di consapevolezza del rischio. Il testo ha una genesi che parte nel 2012 – prosegue Fratoni – quando fu fatta la legge 21 a seguito degli eventi drammatici di Aulla, il presidente Rossi decise di mettere un punto e innescare una fase di profonda riflessione che ha portato all’evoluzione fondamentale del quadro. Ci sono stati la normativa europea che è stata recepita anche dalla Regione Toscana attraverso l’approvazione del piano di gestione rischio alluvioni, poi la riorganizzazione dei Consorzi, dei Geni civili, e le risorse, tantissime, che sono state investite e che continuano a essere investite per la realizzazione delle opere di messa in sicurezza idraulica. I tempi sono quindi maturi per introdurre una nuova filosofia più innovativa e attuale. In pratica, quando saranno previsti interventi di riqualificazione urbana, o di ristrutturazione di strutture esistenti e storicizzate di interesse pubblico, si agirà non prendendo più a riferimento solo la frequenza degli eventi alluvionali ma, criterio ben più puntuale, la possibile intensità di questi con la conseguente valutazione degli eventuali danni provocati. Il che implica – conclude l’assessore – , naturalmente, anche l’assunzione di tutte le iniziative conseguenti. In linea di principio, ogni intervento sarà possibile soltanto al di sopra della soglia di sicurezza e senza aggravare il rischio idraulico altrove”.
“Al di là della norma, tecnica e complessa, apprezziamo il metodo”. Così si esprime il consigliere Tommaso Fattori (Sì-Toscana a sinistra), che annuncia il voto favorevole e parla di una legge che ha il merito di dare impulso alla costruzione di opere idrauliche.
Il consigliere del Partito democratico, Francesco Gazzetti, è “orgoglioso di avere fatto parte del gruppo dei consiglieri Pd che ha lavorato al testo” e soddisfatto di un atto che “è in linea con gli impegni che ci prendemmo subito dopo i fatti drammatici e terribili di Livorno”. Si avvertiva “necessità di un contributo che andasse al di là della rappresentazione partitica – spiega-; dal lavoro svolto in commissione e dal voto di oggi in assemblea mi sembra che rendiamo un grande servizio alla Toscana”. Gazzetti esprime apprezzamento anche per “la potenzialità” della legge e invoca la necessità di “illustrare bene la portata innovativa” del nuovo testo.
Maurizio Marchetti (Forza Italia) indica le ragioni del voto di astensione del suo gruppo:  “Oggi si tengono in considerazione interventi per eliminare certi rischi idraulici, cosa che prima non si faceva”, argomenta il capogruppo, ma “abbiamo un provvedimento migliorativo nel 2018, con circa sei anni di ritardo”. Le accelerazioni, aggiunge, arrivano d’altra parte sempre a seguito di eventi calamitosi.
Andrea Pieroni (Pd) rimarca gli elementi “di valore e responsabilità” messi in campo dal presidente della commissione Ambiente, Stefano Baccelli, e dai colleghi, elogiando gli esiti del “lavoro lungo e faticoso” grazie al quale il Consiglio regionale, oggi, agisce verso territori e comunità toscana. Il consigliere presenta l’ordine del giorno collegato alla legge, firmato anche dal capogruppo Leonardo Marras e da Antonio Mazzeo: “È fondamentale tenere insieme questioni di sicurezza, sviluppo e lavoro”, spiega Pieroni.
Anche l’assessore all’Ambiente Federica Fratoni riconosce la qualità del lavoro svolto dal presidente Baccelli e dalla commissione, reso evidente anche “dal livello di consenso sulla legge qui in aula”. L’assessore fa alcune precisazioni:  “La legge di oggi non arriva tardivamente, ma dopo un lungo percorso che ha recepito le direttive europee che invitavano a un cambio di  passo”.  In un contesto normativo mutato, il principio è “che non esiste il rischio zero”;  si deve “passare alla consapevolezza che esiste il livello di rischio medio assunto come parametro, con cui bisogna fare i conti”.
Accanto all’evoluzione del quadro normativo, Fratoni ricorda l’innovazione anche in materia di strumenti di programmazione di cui la Regione si è dotata: “Il compendio di iniziative di direzione, in cui si è sviluppata la politica di difesa suolo, pone la Toscana all’avanguardia su queste tematiche”. Fratoni ringrazia quindi l’aula “per il contributo fattivo che ciascuno ha portato a un tema così delicato”.