Bilancio 2017 e assestamento, via libera in consiglio regionale

Il Consiglio regionale della Toscana, dopo ampio dibattito, ha votato il rendiconto generale per l’anno finanziario 2017. Su 37 votanti, 24 si sono dichiarati a favore (la maggioranza) e 13 contrari. L’esercizio finanziario 2017 si chiude con un saldo negativo di 679,979 milioni, in aumento rispetto all’anno precedente, che ammontava a 167,08 milioni. Su questo saldo negativo pesano 709 milioni di euro iscritti in bilancio tra le partite di giro come residui perenti. Il disavanzo sostanziale, che tiene conto delle somme vincolate e accantonate per far fronte a crediti di dubbia esigibilità e a rischi potenziali si attesta su 2.273,26 milioni. E’ dovuto ad esercizi trascorsi per impegni assunti soprattutto per investimenti sanitari ed è comunque in miglioramento di circa 261 milioni rispetto all’anno precedente.
E’ quanto risulta dalla proposta di legge n. 279, “Rendiconto generale per l’anno finanziario 2017”, all’esame del Consiglio regionale. L’indebitamento è pari a 1.948,22 milioni, in leggera crescita rispetto all’anno precedente (1.942,43 milioni), che ha determinato un costo a carico del bilancio regionale di oltre 169 milioni.
Per completare il quadro, il residuo di cassa presso l’istituto tesoriere della Regione ammonta a 274,82 milioni, mentre il conto economico presenta un saldo positivo di 267,75 milioni. Al termine dell’esercizio 2017 le previsioni definitive in entrata ed in uscita risultano di 19.999,12 milioni, gli accertamenti di 11.455,94 milioni e gli impegni di 12.255,47 milioni, che determinano una differenza negativa nella gestione di competenza pari a 799,52 milioni.
Più in dettaglio, sul lato delle entrate, i maggiori accertamenti di 17.35 milioni derivano da entrate extratributarie, mentre i minori accertamenti di 8.543,18 milioni nascono da: entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa (543,24); da trasferimenti correnti (194,39); da entrate in conto capitale (171,31); da entrate da riduzione di attività finanziaria (0,51); da accensione prestiti (2.381,13); da anticipazioni istituto cassiere/tesoriere (500); da entrate per conto terzi e partite di giro (1.659, 50); da avanzo di amministrazione (3.110,43).
Sul lato delle uscite si sono verificati minori impegni per 7.743,65 milioni, relativi a: spese correnti (1.607, 31); spese in conto capitale (938,69); spese incremento attività finanziarie (3,35); spese rimborso prestiti (634,29); spese chiusura anticipazioni ricevute dall’istituto tesoriere (0,50); spese di uscita per conto terzi e partite di giro (1.659,82); componente passiva avanzo di amministrazione precedente (82.400,17).
Sempre nella gestione di competenza, risultano accertati in meno 8.543,18 milioni, mentre risultano impegnati in meno 7.743,65 milioni, con una differenza negativa nella gestione di competenza di 799,52 milioni. Le riscossioni definitive sono pari a 12.147, 61milioni, mentre i pagamenti definitivi sono pari a 11.872,78 milioni, con un avanzo di cassa di euro 274,82 milioni. Il complesso dei residui attivi è pari a 5.620,04 milioni, con un decremento del 10,46 per cento, pari ad euro 656,36 milioni rispetto all’anno precedente. I residui passivi sono di 6.319,27 milioni, a fronte di 6.403,26 dell’esercizio 2016. Nel corso dell’esercizio finanziario 2017 c’è stata una eliminazione parziale dei residui passivi per un totale di euro 211,09 milioni per insussistenza o prescrizione.
Con numeri alla mano e partendo dal giudizio di parifica della Corte dei Conti del 26 luglio scorso, Andrea Pieroni (Pd), presentando il “Rendiconto generale per l’anno finanziario 2017”, ha parlato di un “bilancio sostanzialmente in ordine e di una gestione oculata”. Sul fronte dell’indebitamento, il consigliere ha ricordato che i cittadini toscani sono indebitati per 512 euro procapite in confronto a una media nazionale di circa 1000 euro procapite. “In un quadro segnato da difficoltà di contesto c’è lo sforzo di contenere e di razionalizzare la spesa”, ha affermato Pieroni, parlando anche della spesa del personale “sotto controllo”, nonostante le Regioni abbiano assorbito personale dalle Province. “Questo rendiconto, fermo restando gli elementi di criticità, come le società partecipate – ha concluso il consigliere – merita il voto positivo del Consiglio regionale”.
“Il 26 luglio c’ero anch’io e mi sembrava che il giudizio della Corte dei Conti fosse diverso”, ha esordito Paolo Sarti (Sì -Toscana a sinistra) ricordando le parole pronunciate nel corso della requisitoria dal Procuratore regionale: “risultato del rendiconto 2017 in negativo e in peggioramento rispetto al 2016”. Il consigliere ha, quindi, ripercorso le varie criticità: dalla stipula dei contratti derivati alle società partecipate alle politiche sanitarie definite “in crisi”, alla “scelta insensata” del project financing.
“C’ero anch’io il 26 luglio e possiamo parlare di un bilancio con tantissime ombre e poche luci”. Così il consigliere Jacopo Alberti (Lega), che tra le ombre ha parlato di grave deficit di gestione, indebitamento, project financing, derivati finanziari, debiti in sanità, società partecipate “con iniezione di soldi pubblici pari a 110 milioni di euro anche nel 2017”. “Siamo preoccupati per il debito pubblico, che nel 2020 potrebbe portare la Regione al dissesto”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche la consigliera Monica Pecori (Gruppo misto Toscana per tutti), che avendo partecipato all’udienza ha “notato qualcosa che non va”. A partire dai 680 milioni di saldo negativo, in aumento rispetto all’anno precedente: “si tratta di soldi che arrivano dai contribuenti”, ha affermato. Ed anche la consigliera ha puntato il dito sul problema dei derivati, sulle società partecipate, sul project financing “che già lo scorso anno aveva visto la Corte bacchettare la Regione per i nuovi quattro ospedali”, sui debiti in sanità.
“Il nostro sarà un voto nettamente insufficiente”, ha esordito Gabriele Bianchi (M5S), parlando di “mala gestione di risorse”. Anche Bianchi si è soffermato in particolare sui capitoli delle società partecipate e del mancato controllo sulle stesse, da parte della Regione, e sul mondo della sanità, dove “il servizio non è certamente migliorato, come dimostrano le lamentele dei cittadini toscani”. “Parere negativo sul rendiconto” e richiesta di direttive che portino l’ente a migliorare la razionalizzazione delle risorse pubbliche e il controllo”.
“Capisco la polemica politica, ma il bilancio è una cosa seria e non si può esagerare, invito a moderare i toni”. Questo l’incipit della replica dell’assessore al Bilancio Vittorio Bugli, che ha sottolineato: “la gestione corretta è dimostrata da una parifica della Corte dei Conti; di mala gestione e di scorretto non ha fatto nulla nessuno”. “Il nostro è sempre stato un bilancio trasparente, naturalmente nella complessità di un bilancio regionale – ha affermato – se voi siete tanto bravi fate in modo che lo Stato si adegui a fare il pareggio di bilancio”. E se “sulle società partecipate non si può dire che siamo stati fermi, anche se c’è bisogno di una revisione”, sull’indebitamento Bugli ha invitato a vedere le cose come stanno: “aumenta perché, se dobbiamo fare investimenti, dobbiamo prendere un mutuo”.
Via libera anche alla legge di assestamento del bilancio di previsione finanziario 2018 ha lo scopo di rendere definitivi i dati inseriti in via presuntiva nel bilancio dell’esercizio in corso, in relazione alle risultanze del rendiconto generale dell’esercizio precedente. Su questa base si determinano di nuovo i valori della giacenza di cassa, del risultato di amministrazione e dei residui attivi e passivi. Il presidente della commissione affari istituzionali Giacomo Bugliani (Pd) ha illustrato la proposta di legge votata a maggioranza con il no dei gruppi di minoranza.
“L’esercizio 2017 – ha detto Bugliani – si è chiuso con un saldo finanziario negativo di -679,97 milioni, come risulta dalla gestione in conto residui (+33,87 milioni), e dalla gestione in conto competenza (-543,95 milioni)”. A questi valori vanno aggiunte le due componenti del Fondo pluriennale vincolato: -255,57 milioni, che incide negativamente perché si riferisce a impegni la cui esigibilità è riferita ad esercizi successivi; +252,75 relativa ad accertamenti assunti in anni precedenti, a copertura di impegni con esigibilità 2017 o successivi.
Nel bilancio 2018 devono quindi essere iscritte di nuovo, per obblighi di legge, le somme non impegnate o economizzate, pari a 1.714,17 milioni (avanzo accantonato o economizzato), oltre a 341,81 milioni che rappresentano la copertura dei residui perenti, e maggiori entrate a destinazione vincolata, acquisite al termine dell’esercizio e non riassegnate nella spesa per 27,29 milioni.
Il totale delle somme vincolate è di 2.083,28 milioni, con un saldo finanziario di -679,97 milioni, con un disavanzo complessivo di 2.763,26 milioni.
Ad esprimere il voto contrario del gruppo Lega nord, il consigliere regionale Roberto Salvini: “Ci stiamo incamminando verso un periodo di minori risorse finanziarie – ha detto Salvini – nel prossimo futuro saremo costretti a tagliare servizi. In Toscana mancano investimenti produttivi che creano l’aumento del pil e risorse per rilanciare l’economia regionale”. “Abbiamo – ha concluso – un bilancio troppo piccolo con spese troppo grandi”.