Toscana, no alle modifiche dello statuto del consiglio regionale

23 ottobre 2018 | 18:24
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Toscana, no alle modifiche dello statuto del consiglio regionale

Lo statuto della Regione Toscana non sarà cambiato. Il Consiglio regionale, con 29 voti contrari e 6 favorevoli, ha respinto la proposta di legge presentata dal gruppo Lega sulla promozione del diritto di voto agli immigrati. È stato il presidente della commissione Affari istituzionali, Giacomo Bugliani (Pd), a illustrare l’atto, che chiedeva l’abrogazione dell’articolo 3 comma 6 dello Statuto, licenziato con parere contrario dalla commissione. Secondo Elisa Montemagni (Lega) la Costituzione riconosce il diritto di voto a tutti i cittadini italiani che hanno raggiunto la maggiore età. La previsione attuale dello Statuto, che non lega il diritto di voto alla cittadinanza, al legame con il territorio, è in conflitto con lo spirito dei costituenti.

Di parere opposto Tommaso Fattori (Sì-Toscana a Sinistra). “È un principio di civiltà assoluto – ha affermato –. Un tempo c’era una discriminazione di tipo censitario, oppure di genere. Non possiamo negare il diritto di voto a una quota consistente di persone che vivono accanto a noi”.
Monica Pecori (Gruppo Misto-Tpt) ha sottolineato che “lo spirito dei padri e della madri costituenti non può essere piegato a un’interpretazione, che prefigura un modello di società chiusa”.
“Dare la possibilità a uno straniero di esprimere il proprio parere in un referendum consultivo non mina affatto le basi della democrazia”, ha affermato Gabriele Bianchi (M5S). “La cittadinanza deve essere la fine di un percorso di integrazione – ha sottolineato Roberto Biasci (Lega) – È una battaglia culturale sbagliata, quella della sinistra, solo uno spot elettorale”. Jacopo Alberti (Lega) ha parlato di una modifica statutaria che guarda “prima ai doveri e poi ai diritti”, un testo “non scorciatoia” in antitesi con quella politica di sinistra che “non capisce” e che sull’immigrazione “continua a portare avanti scelte sciagurate”.
Serena Spinelli (Art.1-Mdp) ha fortemente criticato il testo ricordando che il fenomeno migratorio in Italia è regolato attraverso la legge Bossi/Fini. “Se si deve tener conto di scelte sciagurate – ha detto rivolgendosi verso i banchi della Lega – occorre far riferimento a leggi che voi avete promosso”. E nel ricordare che nel voto “c’è un dovere e un diritto” ha esortato a non citare i padri costituenti “un po’ come ci va”. A spiegare il voto contrario del Pd è intervenuto Massimo Baldi, che ha elencato una motivazione “di metodo” per quello che considera un “abuso: voler proporre modifiche statutarie per aprire dibattiti. Lo statuto non è la Bibbia, ma ogni modifica deve essere motivata e avere fondamenta solide”. C’è poi la questione politica che Baldi ha riassunto citando proprio l’articolo 3 e che a suo dire “descrive il modo in cui la Toscana immagina di essere”.