
Saldo attivo con 164mila e 406 euro per il bilancio di esercizio 2017 di Ente Terre regionali toscane, l’ente istituito per valorizzare il patrimonio agricolo-forestale in disponibilità della Regione. La proposta di delibera è stata licenziata a maggioranza, questa mattina (13 novembre), in commissione sviluppo economico e rurale, presieduta da Gianni Anselmi (Pd) con il parere favorevole del Partito Democratico e l’astensione della Lega.
L’ente nasce dalla trasformazione dell’Azienda regionale agricola di Alberese e gestisce la tenuta di Alberese dove svolge le attività istituzionali sia di conservazione e valorizzazione del germoplasma autoctono della Toscana, sia di innovazione, che della diffusione del metodo produttivo da agricoltura biologica, il mantenimento e la fruibilità dell’agroecosistema del Parco naturale della Maremma. L’ente, tra le sue varie competenze gestisce la banca della terra; promuove, coordina e attua interventi di gestione forestale sostenibile e di sviluppo dell’economia verde; approva indirizzi operativi per la gestione ottimale dei beni del patrimonio agricolo-forestale.
“Il 2017 è stato un anno di svolta per Ente Terre – ha detto il direttore Claudio Del Re – perché è stata avviata la dismissione delle sue attività economiche, è stata messa in liquidazione Agricola Alberese srl e sono stati dati in gestione esterna il vivaio, l’attività olivicola, il punto vendita aziendale e anche la parte vitivinicola con vigneti e cantina”. L’ente si è concentrato “sull’attività istituzionale di conservazione del germoplasma, sull’incremento del lavoro degli agricoltori custodi, delle banche del germoplasma e del germoplasma animale”. Importanti anche la coltivazione biologica e l’attività di divulgazione dell’agricoltura biologica; l’allevamento delle razze in via d’estinzione come il cavallo e i bovini maremmani e l’attività di divulgazione scientifica portata avanti all’azienda di Cesa”.
Difficoltà nella gestione dell’azienda nel 2017 si sono registrate a causa della siccità che ha interessato tutta la regione. “Una situazione – ha detto il direttore – che ha influito pesantemente sulle produzioni foraggere e sulle rese produttive dei cereali, nonché sul pascolo naturale del bestiame bovino ed equino”. A seguito di quanto accaduto, Terre Regionali Toscane ha attivato nel 2018 la richiesta di provvidenze economiche a seguito di stato calamità in quanto la produzione lorda vendibile è stata inferire al 30%.
Sugli orti urbani, il direttore ha ricordato che sono stati “circa 70 i Comuni che hanno partecipato all’iniziativa ‘centomila orti in Toscana’” e, in particolare, ha parlato dell’intervento di riqualificazione all’interno del carcere di Volterra. L’ente sta poi, continuando lo sviluppo della banca della terra, come strumento per favorire l’accesso dell’imprenditoria privata, e in particolare dei giovani agricoltori, ai terreni agricoli e forestali “nel 2017 abbiamo messo a disposizione 120 lotti su 80 bandi con l’assegnazione di oltre 5mila ettari di terreno, dati per il 50 per cento a giovani agricoltori”.
In questi anni, “abbiamo avuto – ha concluso Del Re – un incremento dei proventi dalla gestione del patrimonio agricolo e forestale complessivo della Regione dai 2milioni e 300 ai 3milioni e 300 mila euro”.
“Siamo di fronte a ragguardevoli esultanze economiche – ha commentato il presidente Anselmi –. Un risultato soddisfacente per un ente che rappresenta un’eccellenza per il territorio e svolge un’attività a carattere istituzionale, con investimenti di valorizzazione anche scientifica”.