
“Nel momento in cui la stagione della promessa della grande riforma sulle carceri si chiude in negativo, in seguito alle decisioni di Parlamento e Governo di non investire sulle misure alternative alla pena, ma di concentrarsi sulla detenzione negli istituti, vogliamo restituire speranza al mondo del carcere”. Così ha esordito il garante regionale dei detenuti, Franco Corleone, incontrando i giornalisti a palazzo del Pegaso, per fare il punto sullo stato di attuazione del Patto per la riforma del carcere in Toscana.
Il garante ha elencato una serie di interventi, spaziando dai lavori al carcere di Arezzo per la riapertura, ai nuovi spazi da utilizzare a Lucca; dai lavori per la messa in sicurezza della cucina a Livorno al progetto del teatro stabile a Volterra; e ancora: dagli interventi a Pisa per garantire riservatezza nei bagni delle donne all’annuncio della trasformazione del Gozzini in femminile.
“In tutto, i progetti di ristrutturazione edilizia per la nostra regione sono diciotto – ha ricordato Corleone – la maggior parte verranno ultimati nel 2019 e i più complessi nel 2020; la loro realizzazione mira a rendere la vita quotidiana più dignitosa”.
In tema di valutazione dei decreti di riforma dell’ordinamento penitenziario, “è molto preoccupante che la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari non sia seguita da interventi di tutela della salute mentale in carcere e di modifica di alcuni articoli del codice penale come era previsto nel decreto originario” ha sottolineato Corleone, che ha anche riconosciuto alcuni elementi positivi: “non dovrebbero esserci più apolidi nelle carceri; l’amministrazione penitenziaria, sui trasferimenti, risponderà al detenuto entro 60 giorni; i garanti sono riconosciuti punti di riferimento significativo. Vigileremo sul rispetto di queste norme e con spirito di collaborazione continueremo il nostro impegno”.