Ambiente, Marchetti (FI): “Depuratori senza autorizzazioni, Regione ci dica quali”
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“Con 18 istruttorie aperte per conto del Ministero dell’ambiente tra 2017 e 2018, la Toscana secondo i dati Ispra è terza in Italia per danno ambientale. Quasi contemporaneamente Arpat segnala il suo rapporto sui controlli nei depuratori durante il 2015 e si scopre che il 44 per cento di quelli più grandi sversa senza autorizzazioni. Ma le procedure di Via, dal 2016 col trasferimento di competenze dalle Province, sono in capo alla Regione. A richiamare numeri e statistiche, facendone anche oggetto di un’interrogazione a risposta scritta, è il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che ha incrociato due report pubblicati il 23 e 27 novembre rispettivamente da Arpat (Il controllo dei depuratori superiori a 2000 Ae nel 2017) e dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) per quanto riguarda i dati quantiqualitativi sul danno ambientale in Italia, regione per regione. “Bisogna velocizzare gli iter – continua Marchetti – a volte aperti anche da anni, e salvaguardare lo stato dell’ambiente toscano che alla cartina di tornasole dei dati è oggi assolutamente preoccupante”.
“Ne esce un quadro estremamente preoccupante – osserva il capogruppo – ed è l’ennesima riprova che ‘ingessare’ l’ambiente come storicamente ha fatto la sinistra in nome di fraintendimenti ambientalistici non serve proprio a un bel nulla. Anzi. Ispra infatti ci dice che l’ambiente toscano è al momento oggetto di 18 istruttorie per danno ambientale avviate tra il 2017 e il 2018 per conto del ministero da Ispra stessa o da Arpat, il che colloca la nostra regione al terzo posto in Italia dopo Sicilia con 35 istruttorie e Puglia e Campania entrambe con 25 istruttorie aperte. Nella mia interrogazione chiedo alla giunta di sapere quali siano gli eventi e i luoghi oggetto di accertamento, ma intanto mi sono poi chiesto: come si genera il danno?”.
Parte della risposta è arrivata dal rapporto Arpat sui controlli effettuati nel 2017 sui depuratori: “Si tratta di un settore specifico – premette Marchetti – e quasi di nicchia rispetto alla totalità degli eventi avversi nei quali l’ambiente può riportare danno. Ma è sbalorditivo sapere che quasi 1 ispezione su 5 ha fatto emergere una violazione, con podio dei peggiori per i depuratori presenti nelle province di Prato (86 per cento), Lucca (78 per cento) e Pistoia (53 per cento)”.
“Arpat ci dice che il 44 per cento degli impianti maggiori opera senza autorizzazione, scaduta o da rinnovare. Su questo la Regione ha voce in capitolo, poiché col trasferimento di competenze dalle Province è titolare dei procedimenti in materia di valutazione di impatto ambientale, Via. Secondo quanto ho saputo proprio dalla giunta, ad esempio gli impianti versiliesi gestiti da Gaia, fra i gestori cui sono state contestate da Arpat più irregolarità, sversano senza autorizzazione due dal 2010 e uno dal 2012 e ancora nell’agosto scorso dall’assessorato mi veniva detto, rispondendo a una mia interrogazione sul tema, che le carte sono a tutt’oggi oggetto di richieste di integrazione e verifica. Possibile?”. “Questi – conclude Marchetti – non sono tempi congrui con il benessere ambientale, vanno velocizzati. E a questo punto mi chiedo anche: quali sono, di preciso, i depuratori oggi in questo stallo burocratico?”.