
Nella giornata di oggi (29 gennaio) l’assessore regionale all’ambiente Marco Remaschi ha presentato in consiglio regionale il Piano regionale per la pesca nelle acque interne, o Piano ittico regionale, unico strumento di programmazione e di indirizzo del settore. Remaschi ha precisato che l’informativa svolta era necessaria a termini di legge. Critiche le opposizioni su questo documento giudicato obsoleto e “con molte ombre”.
Nella sua esposizione, Remaschi ha precisato che le norme di legge prevedono che il Piano debba contenere alcuni elementi: la suddivisione in zone ittiche; i criteri per la realizzazione e la gestione degli istituti ittici previsti dal regolamento di attuazione; la misura dei prelievi per la pesca dilettantistica, sportiva e professionale, relativamente a luoghi, tempi, modi, specie e dimensioni della fauna ittica prelevabile; l’elenco delle specie ittiche autoctone e le misure di tutela da adottare per la loro conservazione; l’elenco delle specie ittiche alloctone che necessitano di interventi di contenimento o riduzione e i relativi metodi di controllo da adottare; le linee di indirizzo per le immissioni ittiche e i criteri di gestione degli impianti ittiogenici pubblici della Toscana; i corpi idrici sui quali possono essere installati i retoni, tenuto conto dei valori storici e paesaggistici, delle tradizioni e delle consuetudini, nonché della sostenibilità rispetto alla risorsa ittica, determinandone altresì le modalità di esercizio e le misure.
L’assessore ha infine ricordato che il Piano ittico regionale individuerà i corpi idrici in cui può essere esercitata la pesca professionale nelle acque interne, definendo i tempi e i mezzi con cui tale attività è esercitabile e la pesca con i retoni (bilance con lato superiore a 5 metri) in un quadro di sostenibilità ambientale.
Il consigliere Roberto Salvini (Lega) ha espresso “dubbi e perplessità” rilevando il “ritardo della Giunta. La pesca nelle acque interne – ha osservato – viene ormai praticata solo nei laghi”. Da qui la considerazione di un documento pieno di “ombre che non propone nulla di nuovo per il rilanciare il settore”.
Irene Galletti (Movimento 5 stelle) ha rilevato quanto sia “poco produttivo escludere le piccole associazioni che arricchiscono l’offerta anche locale”. Anche l’aspetto agonistico e il lato commerciale che emergono nell’informativa non convincono la consigliera: “Non è produttivo e non valorizza la risorsa ittica”. Per Galletti si dovrebbe cambiare “il principio ispiratore della legge prima ancora che lavorare a un Piano”.
L’assessore Remaschi ha replicato in chiusura di dibattito, annunciando la disponibilità ad approfondire quanto affrontato dall’aula ma prima occorre verificare se sia possibile operare “sotto l’aspetto del diritto e dell’applicabilità. La legge regionale del 2005 è abbastanza datata. Se si ritiene di dover intervenire, aspetto contributi da portare anche all’interno della commissione consiliare competente”.