
Conto alla rovescia per lo sciopero globale del clima che si terrà venerdì (15 marzo) e alla quale prenderà parte anche Slow food. You have no excuse, and we have no time queste le parole della giovane attivista svedese che con i suoi scioperi autogestiti ha lentamente ma inarrestabilmente coinvolto il mondo studentesco a seguirla in quello che non è da considerarsi un atto di disobbedienza, ma di educazione civica che prende su di sé la responsabilità di fare qualcosa, con gli strumenti di cui si dispone, affinché le cose cambino.
Slow Food nel percorso che ha portato l’associazione sempre più vicina a tutte le tematiche della filiera del cibo, non ultimo lo sfruttamento dei lavoratori agricoli, del land grabbing, dell’inquinamento degrada il cibo ed è esso stesso provocato dalla produzione industriale del cibo, ha accolto ed elaborato la visione di un sistema alimentare complessivamente ‘buono, pulito e giusto’.
I cambiamenti climatici, le nostre scelte alimentari, l’agricoltura che vogliamo è il titolo della prima mozione elaborata dal settimo congresso di Slow Food in cui si legge: “Noi, rappresentanti della rete di Slow Food e di Terra Madre provenienti da 90 paesi del mondo, riuniti in congresso a Chengdu in Cina, dichiariamo il nostro impegno per la diffusione di comportamenti individuali e collettivi atti a invertire la tendenza in atto e per favorire il dibattito, la ricerca e il confronto su questi temi che contribuiscano a garantire la sicurezza alimentare e la conservazione della biodiversità e servano a proteggerci dai disastri ambientali e a garantire un futuro all’umanità,alle piante e agli animali”.