Regione, variazione bilancio scongiura ipotesi commissariamento sanità

Si allontana l’ipotesi di commissariamento della sanità toscana. Via libera a maggioranza, infatti, con astenuti Lega e M5s, alla legge che modifica, dal solo punto di vista tecnico formale, la variazione al bilancio votata dal Consiglio regionale lo scorso 10 aprile: la soluzione di pagamento per i debiti pregressi della sanità Toscana. Il Tavolo di monitoraggio a livello ministeriale ha infatti accettato nella sostanza la soluzione che prevede il versamento di 8milioni e 820 mila euro per diciannove anni, su risorse della Regione. Si è venuto così a superare quanto si era venuto a creare nel tavolo ministeriale. Il 29 aprile scorso, era arrivata la lettera di diffida del presidente del consiglio dei ministri che, come riportato da notizie di stampa, paventava il commissariamento della sanità toscana. È quanto ha precisato l’assessore regionale al bilancio, Vittorio Bugli, che in aula ha compiuto un excursus sui provvedimenti che si sono succeduti nel tempo, cominciando proprio dall’intervento portato in aula in occasione dell’approvazione della legge, “quando ho illustrato questi stessi fatti”.
La vicenda, ha spiegato Bugli, riguarda le perdite portate a nuovo nei bilanci della aziende sanitarie toscane, così come nelle aziende di molte regioni italiane, che sostennero investimenti in sanità dal 2001 al 2011”. Investimenti che avvennero precedentemente all’entrata in vigore della normativa nazionale che nel 2011 mutò il sistema di contabilità nello Stato. “Si trattava di anni i cui gli investimenti in sanità andavano fatti”, ha detto Bugli; ma gli strumenti statali ai quali ordinariamente si ricorreva, ovvero l’articolo 20 introdotto dalla finanziaria numero 67 del 1988, erano fermi o bloccati. Le verifiche ministeriali sugli andamenti economici dei servizi sanitari gestiti dalle Regioni erano ancora in una logica di tipo finanziario. Il sistema sanitario delle Regioni era considerato in equilibrio nonostante le quote di ammortamenti, “che non facevano debiti”. Nel 2011 muta il sistema di contabilità dello Stato, gli ammortamenti cessano di essere considerati irrilevanti ai fini dell’equilibrio complessivo del bilancio. Il Tavolo tecnico chiede alle Regioni di dichiarare le perdite pregresse facendo una norma ad hoc: il decreto legislativo numero 35 del 2013, che “concesse” di prendere un mutuo di 35 anni da parte delle Regioni per ottemperare a quanto era stato concesso fino a quel momento. La Toscana, ha precisato Bugli, aveva “870 milioni circa di ammortamenti che derivavano dalle operazioni pregresse: con il decreto 35, e il mutuo 35nnale, ripianammo circa 673milioni. Rimanevano da sistemare 197 milioni”. Con la trattativa che si attivò successivamente – conclusa anni dopo con il riconoscimento di 30 milioni provenienti dai fondi regionali – “si giunse a 167 milioni e 500mila euro da ripianare”. Il 2 aprile scorso dal tavolo proviene “un invito perentorio a sanare queste situazioni e produrre in tempi brevi un programma per il ripristino anche di queste risorse”. A seguire la variazione di bilancio presentata e votata in aula, il 10 dello stesso mese. Viene predisposto di restituire in 19 anni queste risorse, per l’impegno di 8 milioni e 820mila euro l’anno. Il 30 aprile il presidente della Regione ha inviato la richiesta di rimettersi al tavolo per verificare se la soluzione individuata fosse corretta.
Bugli ha spiegato che, quando è arrivata la lettera del presidente del Consiglio, il presidente della giunta ha risposto di aver già adempiuto. “Venerdì scorso, al tavolo, è stato definito che nella sostanza quel che era scritto nella prima variazione di bilancio era giusto. È stato però chiesto che fossero corrette alcune questioni tecniche alla legge di variazione: secondo quello concordato si precisa che l’importo è pari a 8 milioni e 820 mila euro (mentre prima si indicava fino a un massimo di 8 milioni e 820 mila euro, ndr) e che le risorse regionali con cui sono finanziati sono di natura corrente”.
Il dibattito in aula
“Grazie a Bugli per la spiegazione, ma per ragioni di opportunità politica mi avrebbe fatto piacere che venisse il presidente Rossi a riferire direttamente all’aula”. Così Andrea Quartini (M5S), nel dibattito seguito all’illustrazione delle modifiche alla variazione di bilancio che, lo scorso 10 aprile, aveva formulato la modalità di pagamento dei debiti pregressi del sistema sanitario regionale (8milioni e 820 mila euro annui per diciannove anni). “L’ammanco regionale che il Tavolo di monitoraggio ministeriale aveva ipotizzato era di circa 200milioni, e si poteva configurare un’ipotesi di commissariamento della sanità toscana”, ha precisato Quartini. ”Ben venga la soluzione trovata al tavolo di monitoraggio – ha aggiunto – I nostri interventi sono stati per scongiurare il commissariamento, che avrebbe portato al congelamento complessivo della sanità toscana”. Il consigliere ha annunciato l’astensione del suo gruppo.
Leonardo Marras (capogruppo Pd), ha ricordato “la posizione politica” storicamente tenuta dalla Toscana, di “contrasto all’idea che gli investimenti finanziato da risorse nazionali in sanità venissero ammortizzati nei bilanci delle aziende sanitarie”. Marras, ricordando le sensazioni sollevate dal clima elettorale riguardo alle ultime vicende, ha precisato che “l’Emilia-Romagna qualche mese fa aveva ottenuto di poter dilazionare nel tempo quella quota: perché allora chiedere alla Toscana di pagare 167 milioni in un’unica soluzione?”. Di qui l’apprezzamento per la soluzione individuata con la legge al voto.
Elisa Montemagni (Lega), annunciando il voto di astensione, ha ricordato quanto sia “spinoso il tema dei servizi offerti al cittadino”. “L’unica cosa che ci lascia perplessi – ha precisato – è che avremmo potuto procedere prima con la comunicazione in aula, per conoscere lo stato dei fatti”. Ricordando che “altre Regioni non hanno avuto i problemi che ha avuto la Toscana”, la capogruppo della Lega ha invitato tutti a “farsi qualche domanda” per capire “dove si è sbagliato”. “Il servizio ai cittadini – ha concluso – viene prima di tutto”.
Paolo Sarti (Sì-Toscana a Sinistra) si è detto lieto “della lucida spiegazione di Bugli”, ma ha ribadito la “preoccupazione per la tenuta del sistema pubblico della sanità”. “Bisogna metterci i soldi”, perché il cittadino possa avere quanto necessita: “Bisogna investire; aspettavamo che Lega e soprattutto M5S investissero; per ora hanno solo chiesto conti e pareggi”.
Per Serena Spinelli (Articolo 1–Mdp) la sfida riguarda il “sistema sanitario che deve avere la capacità di dare risposte ai cittadini, il che per definizione determina un cambiamento progressivo. Ora voglio vedere se il Governo affronterà il problema dei nuovi farmaci, l’utilizzo di farmaci biosimilari”. La riflessione investe, appunto, chi governa: “Si sta parlando di investimenti e non di servizi”. “Pensare di tenere il sistema fermo è un modo per non fare quello che tutto il Consiglio ha detto di voler fare: dare i servizi al cittadino”.
Nella replica, l’assessore alle finanze Vittorio Bugli ha precisato che la Toscana non è stata diversa da altre regioni, che pure hanno utilizzato le normative nazionali: “Noi abbiamo fatto più investimenti di altri, e così l’Emilia-Romagna”. Riguardo al commissariamento l’assessore ha spiegato: “Scatta automaticamente, dal momento che arriva la lettera di diffida. La questione è che noi abbiamo sistemato la cosa il 10 aprile, la lettera di diffida è arrivata il 29”.