
Cinque anni di mobilità, sviluppo infrastrutturale, politiche dei trasporti, investimenti, strategie e riflessioni al centro de La Toscana che si muove. Territorio, infrastrutture, trasporti, la giornata di studio che si è tenuta oggi (1 ottobre), a Firenze, all’auditorium di Santa Apollonia, dalle ore 9,30 alle ore 18 circa.
La giornata ha da quest’anno una portata più ampia: fare il punto non soltanto su quanto previsto e realizzato in Toscana nel corso dell’ultimo anno, ma di tutta la legislatura (anni 2014/2019) e su quello che resta ancora da fare.
La giornata è stata divisa in due parti: la mattina dedicata allo sviluppo infrastrutturale, con i saluti del presidente della Regione, Enrico Rossi, dell’assessore regionale, Vincenzo Ceccarelli, la relazione tecnica del Direttore delle politiche per la mobilità, Enrico Becattini, una tavola rotonda, cui parteciperanno rappresentanti di Rfi, Anas ed Autostrade per l’Italia, oltre all’assessore alle infrastrutture del Comune di Firenze, Stefano Giorgetti, al segretario generale Fit-Cisl Toscana, Stefano Boni ed al presidente di Unioncamere Toscana, Riccardo Breda. Nel pomeriggio, la sessione è stata introdotta dal dirigente del settore trasporto pubblico della Regione Toscana, Riccardo Buffoni, seguito dall’intervento del Ceo di Travel Appeal, Mirko Lalli, dedicato al Tpl sui social e nel web ed infine una seconda tavola rotonda cui hanno partecipatp il presidente di Anci Toscana, Matteo Buffoni, il presidente della quarta commissione consiliare, Stefano Baccelli, Orazio Iacono, amministratore delegato di Trenitalia, Andrea Zavanella, presidente di Scarl One, Jean Luc Lauga, amministratore delegato di Gest e Monica Santucci, segretario generale di Filt-Cgil Toscana.
Entrando nella questione, sono oltre 5,4 miliardi di euro quelli che la Regione ha investito, di risorse proprie, tra il 2014 e il 2019, per le infrastrutture e la mobilità. Una cifra importante, che testimonia da sola l’impegno dell’Amministrazione regionale. In tutto, però, per dotare la Toscana di un sistema infrastrutturale e di trasporti (stradali, ferroviari, portuali, aeroportuali, di mobilità sostenibile) adeguato sono già programmati 13 miliardi di investimenti infrastrutturali, riferiti quasi esclusivamente ad opere di competenza nazionale. Di questi 13 miliardi solo 5,5 sono stati effettivamente utilizzati, ma devono essere ancora realizzati interventi per un valore di 7,6 miliardi (capaci di generare circa 10.000 unità di lavoro all’anno). “La Toscana sta pagando il prezzo di colpe non sue – ha detto l’assessore regionale alle infrastrutture, Vincenzo Ceccarelli – centrando il cuore del problema all’inizio della sua relazione sull’avanzamento infrastrutturale della Toscana nel quinquennio 2014-2019 in occasione di questa giornata di approfondimento. Sta pagando – ha aggiunto – il ritardo nella realizzazione di fondamentali opere di interesse e competenza nazionale, come il completamento del Corridoio Tirrenico, la Due Mari, il nodo Av di Firenze e altro ancora. E’ il momento – ha detto Ceccarelli – che queste opere si sblocchino. La Regione ha fatto ben più di quanto fosse chiamata a fare. Ha investito sul futuro scegliendo la via della mobilità sostenibile, puntando sul ferro, sulla qualificazione del trasporto pubblico e sulle vie ciclabili, anticipando le scelte fatte a livello nazionale. Ma adesso abbiamo bisogno dello Stato, perchè su alcune grandi opere non possiamo più aspettare”.
“Occorrono coraggio e lungimiranza, gli stessi che abbiamo avuto negli anni 80 nel pedonalizzare i centri delle città. Le nostre scelte, la programmazione regionale sul fronte della mobilità e delle infrastrutture va esattamente nella stessa direzione verso cui guardano i giovani, con la loro richiesta di abbattere le emissioni di Co2. Ora pretendiamo dal Governo nazionale altrettanta attenzione e il recupero del tempo perso nella realizzazione delle grandi infrastrutture che la Toscana attende”. A dirlo il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, nel suo intervento alla conferenza regionale La Toscana che si muove: “Da anni – ha detto il presidente – abbiamo scelto di investire in una mobilità sostenibile che punta in primo luogo al trasporto pubblico su ferro, integrato con quello su gomma dove necessario e con la bicicletta all’interno delle città. Credo che su questo fronte sarebbe possibile fare un passo ulteriore e creare le condizioni perché la bici diventi davvero il mezzo principale per gli spostamenti in città”. “Abbiamo alle spalle cinque anni di scelte finalizzate proprio all’abbattimento della Co2 – ha aggiunto Rossi – La costruzione della tranvia, il miglioramento del servizio ferroviario, le terze corsie autostradali, delle ciclovie, sono tutti interventi utili ad abbattere le emissioni. Anche la stessa gara per il tpl su gomma avrà effetti positivi in questo senso. Al tempo stesso dobbiamo garantire la mobilità delle persone e delle merci, in modo che la nostra regione continui ad essere competitiva. Per andare avanti in questa direzione è ora necessario che anche il governo dia priorità alla realizzazione delle opere che da troppo attendiamo: anzitutto il sottoattraversamento per l’alta velocità, senza il quale non è possibile risolvere il problema del sovraccarico della stazione di Firenze, una pista adeguata per l’aeroporto di Firenze, il completamento del corridoio tirrenico lungo la costa. Una dotazione infrastrutturale adeguata è fondamentale per guardare ad un futuro migliore”.
Precisando i temi affrontati riguardo l’ecosistema, sempre il presidente Enrico Rossi sottolinea di aver scommesso sin da subito sulla bicicletta: “Sulla bicicletta, non solo per le attività sportive e del tempo libero, ma come mezzo per gli spostamenti urbani degli stessi lavoratori, abbiamo scommesso fin dall’inizio della legislatura – sottolinea Rossi – Uno dei nostri primi provvedimenti è stato finanziare l’acquisto di biciclette piegabili per i pendolari dei nostri treni. Ma nell’ambito di un impegno complessivo per l’ambiente e per città sostenibili dobbiamo senz’altro fare di più. Scegliere la bicicletta significa contribuire a città meno inquinate e più democratiche, perché meno oppresse dal traffico privato e meglio servite dal trasporto pubblico. In questo contesto ci impegneremo a promuovere la bicicletta, anche attraverso forme di bike-sharing che non siano solo in mano a multinazionali straniere ma promuovano l’indotto locale, mentre per quanto riguarda le auto, proseguendo la nostra battaglia contro le polveri sottili, contrasteremo l’uso del diesel, incentivando metano e ibrido”.