
Il sindacato: “Il settore si sta fermando per l’impossibilità di garantire sicurezza”
Le imprese edili impegnate nella realizzazione di opere pubbliche non riescono più a relazionarsi con gli appositi uffici delle amministrazioni pubbliche che hanno commissionato le opere.
L’allarme arriva dalla Fillea Cgil Firenze alle pubbliche amministrazioni: “A volte – scrivono i sindacati – queste imprese non riescono, ad esempio, a farsi certificare i lavori svolti prima del blocco, e se questi lavori non venissero pagati le stesse imprese andrebbero in difficoltà sugli impegni che hanno da rispettare, come i pagamenti dei dipendenti”.
“Per questa situazione – si legge nella nota – sono circa trecento gli operai fiorentini con lo stipendio a rischio: infatti se i Sal (Stati avanzamento lavori), cioè i certificati di quanto prodotto in un certo tempo, non vengono firmati dall’appaltatore, l’azienda non può fatturare e quindi non può avere la liquidità per pagare le spese e dunque anche gli stipendi”.
“Nel momento di massima difficoltà del Paese, in una situazione drammatica non solo dal punto di vista sanitario ma anche da quello sociale ed economico – continua Filea Cgil – si registrano delle contraddizioni insostenibili come questa”.
“E’ giusto e sacrosanto che gli enti pubblici siano fortemente impegnati nelle misure di lotta al coronavirus, ma chiediamo loro anche di porsi questo problema e di mandare avanti le pratiche degli uffici che si rapportano con le imprese edili per gli appalti pubblici – dice il segretario generale di Fillea Cgil Firenze Marco Carletti – . Tutti siamo impegnati a salvare aziende e posti di lavoro, e a far sì che i cantieri edili, nel rispetto delle norme di sicurezza contro la diffusione del contagio, continuino a lavorare, in modo particolare quelli pubblici. I cantieri pubblici sono servizi essenziali perché pensano al domani, realizzano scuole, ospedali, strade, ferrovie a servizio della cittadinanza e della comunità”.
“Tra l’altro – conclude Carletti – il quadro generale racconta di un’edilizia che si sta fermando, tra richieste di cassa integrazione, cantieri interrotti per impossibilità di garantire le disposizioni di sicurezza del Dpcm e qualche inaccettabile licenziamento improprio: questa la situazione rappresentata ai nostri sportelli”.