Testimoni di Geova: “Perseguitati in Russia, c’è grande apprensione”

La comunità toscana: “Alcuni fedeli torturati senza aver violato alcuna legge”
“Discriminazioni verso i testimoni di Geova”. È crescente l’attenzione e la preoccupazione della comunità russa presente in Toscana e anche a Lucca, che comprende più di 3200 persone, riguardo le notizie che concernono lo stato di Vladimir Putin. “Una mancata osservanza in patria dei diritti fondamentali dell’uomo di libertà religiosa – spiegano in una nota i testimoni di Geova di Lucca -, di riunione e associazione, mancata osservanza riconosciuta a livello internazionale, sta investendo e ledendo sensibilmente la libertà di alcuni loro parenti e amici. Altresì li sta incriminando”.
Il gruppo dei Testimoni di Geova della sezione Toscana e Liguria esprime massima preoccupazione: “Tra alcuni esempi di discriminazione, c’è Rima, nata nel 1930. Docente di matematica e fisica in pensione, ha ricevuto importanti riconoscimenti accademici. Il 12 dicembre 2019, a 89 anni, è stata incriminata per estremismo. Feliks invece ha 36 anni – si legge nella nota – è parrucchiere professionale ed è sposato con Eugene. Nel settembre 2019 è stato condannato a tre anni di carcere per estremismo. Darya è una studentessa di 20 anni che ama lo sport, le lingue straniere e la musica. Dal 30 maggio 2019 è sospettata di essere una pericolosa estremista. Anche Venera, la madre invalida di Darya, è stata incriminata per estremismo. Dennis ha 48 anni ed è un cittadino danese. Il 6 febbraio 2019 è stato condannato a sei anni di carcere per estremismo”.
“Tutte le persone menzionate – spiega il gruppo religioso – vivono nella Federazione Russa, ma nessuna di loro ha fatto qualcosa contro la legge. Anzi, in diversi casi si sono distinte per particolari meriti in campo sociale, lavorativo e accademico. La loro colpa? Professare una religione, che si proclama cristiana, ma invisa alla maggioranza: quella dei Testimoni di Geova“.
“Molti fedeli hanno perso il posto di lavoro, la pensione, non possono più accedere al conto bancario e nemmeno avere una carta Sim o una polizza assicurativa. Le loro case sono state perquisite da gruppi di agenti armati e incappucciati – si legge – E diversi sarebbero stati picchiati e torturati. Come Feliks Machammadiev, che il 6 febbraio nella colonia penale di Orenburg sarebbe stato percosso selvaggiamente da guardie munite di manganelli. Ha riportato la frattura di una costola, una perforazione polmonare e un trauma renale, ma l’ambulanza sarebbe stata chiamata solo quando Feliks ha deciso di firmare un documento in cui affermava di essere scivolato e caduto in bagno. O come Vadim Kucenko – spiegano – che il 10 febbraio nella città russa di Cita sarebbe stato ammanettato, incappucciato e portato in un bosco, dove gli agenti l’avrebbero picchiato, soffocato ripetutamente e sottoposto a scariche elettriche sul ventre e la gamba”.
“Al 14 febbraio scorso – commenta il gruppo dei Testimoni di Geova toscani – i fedeli sotto processo per estremismo erano 333, i detenuti 163 e le case perquisite 866. Almeno 200 persone, uomini e donne tra i 18 e gli 89 anni, erano state inserite nell’elenco dei presunti estremisti/terroristi. Queste persone rischiano fino a 10 anni di carcere: dieci anni per aver partecipato a un incontro di preghiera e di studio del Vangelo. Come per la comunità della Toscana, anche in Russia, molti familiari delle vittime che appartengono alle fedi di maggioranza si dicono scioccati per quanto accade ai loro cari. La persecuzione religiosa nel loro caso divide intere famiglie e in molti casi priva cittadini innocenti dei mezzi di sussistenza. Non mancano infatti casi di padri di famiglia rinchiusi nelle carceri“.
“La comunità internazionale condanna da tempo il trattamento subito dai Testimoni di Geova in Russia. Lo hanno denunciato l’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa – si legge nella nota – il Comitato per i Diritti Umani dell’Onu, l’Ue e gli Stati Uniti. Il 9 gennaio Rachel Denber, vicedirettrice di Human Rights Watch per l’Europa e l’Asia centrale, ha affermato che non c’è nulla di nemmeno lontanamente giustificabile in tutto questo”.
“La comunità di fedeli perseguitata in Russia, i Testimoni di Geova, è la stessa che per il suo pacifismo, fu perseguitata sotto il nazismo e il comunismo, la stessa che nei campi di concentramento nazisti era identificata dal triangolo viola. A oggi – concludono – è l’unica comunità religiosa in Russia a cui sia stata applicata la legge del 2016 contro l’estremismo”.