l'emergenza sanitaria

Polizia peniteziaria, Uilpa alla Regione: “Servono tamponi al personale in servizio”

27 marzo 2020 | 11:57
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Polizia peniteziaria, Uilpa alla Regione: “Servono tamponi al personale in servizio”

Il segretario regionale Grieco lancia un appello al presidente Enrico Rossi

Tamponi per il personale della polizia penitenziaria in servizio nelle carceri della Toscana. E’ questa la richiesta del coordinamento sindacale regionale della Uil-pa al presidente della Regione Enrico Rossi e all’assessora alla sanità Stefania Saccardi.

“Dopo le professioni come dottori e infermieri che lavorano anch’essi nel carcere e in un unico ambiente, riteniamo che vi sia la necessità della tutela e della difesa e la salvaguardia della salute di tutti – spiega il segretario generale regionale Uilpa Eleuterio Grieco – I casi di positività da coronavirus Covid 19 tra il personale della Polizia penitenziaria, medici e infermieri nelle carceri aumentano a livello nazionale e proprio ieri vi è stato il primo morto nel carcere di Milano Opera, dove un poliziotto penitenziario giovane non ce l’ha fatta. Nelle carceri Toscane continuano a scarseggiare mascherine, dpi, sanificazioni, gel antisettico e pulizie straordinarie, nonostante gli enormi sforzi dell’amministrazione penitenziaria regionale che in questo momento sta mettendo in atto“.

“Il personale è a forte rischio di contaminazione perché è chiamato a eseguire attività lavorative anche esterne mediante i provvedimenti di esecuzione dei controlli ai domicili in esecuzione della pene alternative alla detenzione previste dal governo nonché servizi negli ospedali per cui il rischio è elevatissimo – conclude Grieco -. L’appello lo rivolgiamo al presidente Enrico Rossi e all’assessora alla sanità regionale Stefania Saccardi, poiché il sistema penitenziario regionale potrebbe essere a rischio elevato vanificando così lo sforzo di tanti cittadini oggi rinchiusi nelle proprie abitazioni. Perché se si alimenta il virus all’interno dei penitenziari, sarebbe molto pericoloso poi conciliare salute e sicurezza vista la virulenza della malattia specialmente nella provincia di Firenze che non ha ancora predisposto un reparto attrezzato per ricoveri di pazienti detenuti”.