La richiesta

Appalti alberghieri, Filcams Cgil: “Ammortizzatori sociali anche ai lavoratori ‘inivisibili'”

30 marzo 2020 | 12:20
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L’appello del sindacato per estendere le misure di tutela

Salute e sicurezza sul lavoro e continuità reddituale. Sono queste le due priorità messe in atto da Filcams Cgil di Firenze per la tutela individuale e collettiva nei giorni di lockdown. Azioni che si muovono soprattutto nei confronti dei lavoratori del comparto ricettizio l’alberghiero, tra i più colpiti dalla crisi.

“Su quest’ultima, stiamo sottoscrivendo accordi di ammortizzatori sociali con le nostre controparti – spiega il sindacato -. Tra questi, assumono una certa importanza quelli del comparto ricettizio alberghiero, visto il numero impressionante di  lavoratrici e dei lavoratori di questo settore in cassa integrazione (circa 2mila). Vogliamo sottolineare tuttavia che si tratta, perlopiù, dei dipendenti diretti degli alberghi e non di quelli delle società che in appalto a quest’ultimi svolgono i vari servizi di pulizia, facchinaggio, ristorazione, eccetera”.

Abbiamo sempre denunciato le condizioni di forzata ‘invisibilità’ di queste lavoratrici e di questi lavoratori (deboli economicamente, precari, poco tutelati, spesso stranieri) e le politiche di terziarizzazioni anomale messe in atto dalle società appaltatrici e dagli alberghi loro committenti – va avanti il sindacato -. Ebbene, di fronte all’emergenza di questi giorni, ci domandiamo che fine abbiano fatto questi lavoratori invisibili, che a Firenze sono oltre 2mila (in quanto negli alberghi spesso sono più dei diretti). Perché la sospensione dei licenziamenti ed i provvedimenti di estensione degli ammortizzatori sociali varati in questi giorni dal Governo valgono ovviamente anche e soprattutto per loro. Anche loro hanno diritto agli ammortizzatori sociali, ma né loro né le loro aziende stanno chiedendo o espletando le apposite pratiche, e quindi questi addetti adesso sono senza lavoro e senza cassa integrazione”.

“E se a loro ci rivolgiamo, esortandoli a superare legittime paure e a venire ai nostri sportelli, il nostro appello intendiamo indirizzarlo alle società appaltatrici e ai loro committenti, richiamando da una parte ai loro obblighi giuridici e sociali, e avvertendoli dall’altra che, in caso contrario, forte e determinata sarà la nostra risposta ad ogni livello – concludono -. Tutti dicono che solo una buona gestione della crisi potrà prefigurarci un mondo migliore. Se davvero però vogliamo che queste parole abbiano un senso concreto, è venuto allora il momento, ed è già tragicamente tardi, che ciascuno svolga la sua parte”.