Coronavirus, Marcheschi (Fdi): “Si riaprano aziende che rispettano le ordinanze”

Il consigliere regionale: “Si superi il criterio del codice Ateco”
A lanciare delle proposte per il post-emergenza e la riapertura delle aziende e le attività commerciali è il consigliere regionale Paolo Marcheschi (Fdi): “La fase 2 dell’emergenza prevede una serie di riaperture per le aziende. E allora lancio le mie proposte per riaprire in sicurezza e far ripartire la regione. Proposte raccolte durante l’incontro che il centrodestra in Consiglio regionale ha organizzato nei giorni scorsi con le categorie economiche – sottolinea Marcheschi – Bisogna superare il codice Ateco e permettere la riapertura a tutte quelle aziende e attività che rispettino le ordinanze sul distanziamento sociale, che abbiano sottoposto i propri lavoratori a test sierologici e garantiscano l’utilizzo di mascherine e guanti. Ad esempio, diamo la possibilità ai negozi, che effettuano consegne a domicilio, di fare anche servizio da asporto”.
“Le persone – continua il consigliere – si possono mettere in fila, in sicurezza, davanti ad un negozio di panini o primi piatti esattamente come avviene davanti ai supermercati. Far riaprire anche i mercati ambulanti, basta individuare un’area delimitata e un percorso di ingresso e uno di uscita. Evitando assembramenti – aggiunge Marcheschi -. Le Camere di Commercio devono scendere in campo investendo in piattaforme web locali dove acquistare local bond, buoni di acquisto a livello locale, in modo da aiutare le aziende ad avere liquidità immediata che poi ovviamente restituiranno con il proprio prodotto. Unendo una campagna di incentivi per chi acquista toscano e italiano, e sgravi per chi consuma ferie e turismo in Toscana e in Italia. Per alcuni settori, che non potranno riaprire nell’immediato, serve la dichiarazione dello stato d’emergenza e aiuti a fondo perduto. Aiuti anche per quelle attività, come ad esempio gli stabilimenti balneari, che possono svolgere una funzione sociale ma che, a causa delle restrizioni, potranno riaprire solo parzialmente. Bisogna sollecitare la cancellazione dell’articolo 42 del decreto-legge Cura Italia, il contagio non deve essere riconosciuto come un infortunio sul lavoro altrimenti qualsiasi lavoratore, che contraesse il Covid-19 sul lavoro, potrebbe rivalersi sul proprio datore. Serve massima attenzione delle forze dell’ordine contro le infiltrazioni della criminalità organizzata ed il ricorso all’usura per le nostre medie e piccole aziende toscane”.