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Trasporto pubblico scolastico, Marchetti (Fi): “Con la deroga al metro è a rischio la salute dei ragazzi”

26 agosto 2020 | 11:29
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Trasporto pubblico scolastico, Marchetti (Fi): “Con la deroga al metro è a rischio la salute dei ragazzi”

Il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale interviene nel dibattito per la ripartenza della scuola: “A Lucca la situazione è aggravata dalla precarietà di ruoli e strutture”

La deroga al metro non ha senso, è una pericolosa roulette covid sulla pelle dei ragazzi“. Così il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale Maurizio Marchetti attacca il partito di maggioranza sul trasporto pubblico scolastico in vista della ripartenza a settembre. Tra le province toscane a risentirne di più per la mancanza di servizi adatti e personale, per il consigliere, in testa alla classifica c’è proprio Lucca.

“Se il metro è precauzione utile e necessaria rispetto al contagio, va mantenuto sempre – va avanti Marchetti -. Se non lo è, lo togliamo sempre. Ma lo è, e oggi il virus presenta alla sinistra il conto di una situazione arretrata del parco mezzi di trasporto pubblico da noi e anche da me personalmente sempre evidenziata. Allora Ceccarelli mi prendeva in giro, oggi mendica deroghe che mettono a rischio la salute dei giovani toscani e delle loro famiglie. Pd, renziani e M5s al governo nazionale e regionale continuano a ripetere la data del 14 settembre come un mantra. Ma è una pratica autoconsolatoria, perché ad oggi mancano aule, docenti, personale, medici d’istituto, trasporti, banchi, tutto“.

“Che poi nella provincia di Lucca dove già a cose normali la metà dei docenti è precaria ancora nulla si sappia sugli arruolamenti in più è desolante. Quanto agli spazi di edilizia leggera, ovvero i container, ricordo che a Lucca non servono ad ampliare i luoghi didattici esistenti ma sono serviti già lo scorso anno a sostituirli di netto. Pd e sinistra alle perse, chiedendo deroghe ammettono i loro fallimenti. Lucca è peggio messa di altre aree della Toscana – ricorda Marchetti – perché già da prima del covid ha la più alta percentuale di precariato nella docenza. Ha l’edilizia scolastica tra le peggiori della Toscana come dimostrato dalla valanga di chiusure di plessi degli anni scorsi e di domande per l’adeguamento a norma prodotte per l’accesso ai fondi Bei. Ha, purtroppo, nel Ctt Nord un gestore con una delle flotte più vetuste della nostra regione. In questa situazione il coronavirus dà la mazzata finale, ma che la situazione dell’universo scolastico lucchese, tra popolazione e servizi, fosse da filo del rasoio l’abbiamo denunciato tante volte al fianco di famiglie e ragazzi. Il Pd e l’assessore regionale Ceccarelli facevano spallucce, oggi chiedono deroghe al metro di distanza ammettendo il loro fallimento di programmazione e governance”

“La verità, poi – prosegue – è che in realtà le scuole riprendono l’attività non il 14, ma il 1 settembre per i ragazzi che hanno da recuperare qualche materia. Mancano dunque una manciata di giorni. E’ comunque tardi. Ma lo era già in era precovid perché solo nell’ultimo anno scolastico gli studenti pendolari hanno dovuto affrontare autentiche odissee quotidiane con lotte all’ultimo predellino anche solo per salire su bus vecchi, malsicuri, stipati all’inverosimile e che troppo spesso hanno lasciato i ragazzi a piedi. Questo per il trasporto pubblico locale. Quanto agli scuolabus per i più piccoli, peggio mi sento. Si sono voluti mantenere bus-pollaio per classi-pollaio solo per risparmiare facendo pagare il disagio ai nostri alunni e studenti. Oggi l’assessore Ceccarelli leggo che si accorge che i mezzi sono pochi e vetusti? E negli ultimi dieci anni mentre le famiglie si lamentavano di questo lui dov’era? Ah già: prendeva in giro me che glielo facevo notare, andando in giro a inaugurare un bus qui e uno là come fossero la soluzione. Con la richiesta di deroga al metro mettendo a repentaglio la salute dei ragazzi, delle famiglie e del personale scolastico – conclude – Pd e sinistra toscani si arrendono ai propri fallimenti. Peccato che a pagarne lo scotto siano i nostri figli e nipoti”.