L'operazione

Traffico di armi e droga per gli assalti ai portavalori: blitz tra Sardegna, Corsica e Toscana

7 gennaio 2021 | 14:39
Share0
Traffico di armi e droga per gli assalti ai portavalori: blitz tra Sardegna, Corsica e Toscana

La banda aveva nei suoi piani anche un colpo alla Mondialpol di Cecina

Assalti ai portavalori e ai caveau: 32 gli arresti, 20 in carcere e 12 ai domiciliari, effettuati in Italia nell’operazione Maddalena dei carabinieri. La gang aveva nei suoi piani anche un colpo alla Mondialpol di Cecina. Droga e tritolo, dalla Sardegna alla Corsica, in una sorte di asse italo-francese, per poi avere in cambio armi per poter effettuare gli assalti.

Il blitz, iniziato questa mattina in Sardegna, ha visto arresti anche in Toscana: a Livorno, Grosseto e Pisa.

Una rete criminale, quella sgominata dall’Arma, che operava principalmente in Sardegna e Corsica, ma che si era estatesa anche in Toscana, Lazio e Campania.

Nella mattinata di oggi (7 gennaio) nelle province di Cagliari, Nuoro, Oristano, Sassari, Livorno, Grosseto, Roma, Caserta e Napoli, nonché nel territorio della Corsica,  i carabinieri del comando provinciale di Cagliari, coadiuvati da personale dei reparti territorialmente competenti, con l’ausilio di squadre e unità cinofile antidroga e anti-esplosivo dello squadrone Cacciatori di Sardegna, hanno eseguito 32 misure cautelari personali, di cui 20 in carcere e 12 ai domiciliari, nei confronti di altrettante persone, disposte dalla Dda di Cagliari. I reati contestati agli indagati, italiani e stranieri (due corsi), sono quelli di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, al traffico internazionale e alla detenzione di armi comuni da sparo, da guerra e clandestine, all’organizzazione di reati gravi contro il patrimonio (rapine e assalti a caveaux e furgoni), smercio di banconote false e riciclaggio di mezzi e denaro.

Le operazioni sono state eseguite all’alba di oggi con l’impiego di un elicottero dell’11esimo Nec di Cagliari-Elmas. I provvedimenti coercitivi scaturiscono dall’esito dell’attività investigativa finalizzata all’azione di contrasto ai reati contro il patrimonio, denominata Maddalena, condotta tra il 2018 e il 2020 dai carabinieri del comando provinciale di Cagliari coadiuvati dal comando provinciale di Livorno, sotto il coordinamento delle rispettive Dda delle procure di Cagliari e Firenze.

Il complesso lavoro investigativo prende il via a settembre 2018 con una serie di controlli mirati su alcuni ovili della giurisdizione della compagnia di Carbonia che hanno consentito ai carabinieri di scoprire all’interno di un ovile di un allevatore di Santadi, l’esistenza di un furgone Iveco Daily rubato a Nuoro il 12 ottobre 2017, insieme ad altri due mezzi, uno dei quali risultava essere stato utilizzato per un tentativo di rapina ad un portavalori a Castiadas nel gennaio 2018. Questo particolare ha fatto sorgere il sospetto di un suo coinvolgimento nelle rapine, tanto che, ben presto, da attività di osservazione e controlli sul territorio, si è sviluppato un filone di indagini che ha consentito di far emergere l’esistenza di una rete criminale dedita al traffico internazionale di stupefacenti, principalmente cocaina e marijuana, al traffico di armi ed esplosivi, alle rapine e al riciclaggio di capitali illeciti. In tale quadro investigativo, gli inquirenti, attraverso servizi di osservazione dei movimenti dell’allevatore, avrebbero documentato frequenti incontri riservati tra l’allevatore e un 56enne di Loculi, quest’ultimo a capo di un’organizzazione per il traffico internazionale di armi e di stupefacenti con la Corsica, nonché di una rete di rapporti finalizzata a reati contro il patrimonio, principalmente rapine a sedi della Mondialpol e assalti a furgoni portavalori in Italia e all’estero.

Il traffico degli stupefacenti, delle armi e degli esplosivi avveniva sull’asse Sardegna – Corsica, laddove la droga e gli esplosivi sardi venivano ceduti in cambio di armi.Nell’isola francese venivano commercializzati variabili quantitativi di droga: sono stati registrati complessivamente 82 chili di marijuana, 10 di hashish e 5 di cocaina.

L’indagine

In Toscana, invece, il supporto logistico e organizzativo della banda sarebbe stato garantito da un allevatore sardo che disponeva di un ovile nel quale custodiva le armi e gli esplosivi della batteria operativa di desulesi, favorendone gli spostamenti nell’area.I preparativi della rapina alla Mondialpol di Cecina erano arrivati ad uno stato molto avanzato, poiché le armi erano nascoste nell’ovile dell’allevatore. Tuttavia, la fase esecutiva saltò non per scelta ma a causa di diversi imprevisti: in un caso i napoletani avevano procurato un escavatore troppo piccolo, in un altro un camion era andato in panne durante il tragitto ed era stato abbandonato per strada. Le indagini sono state particolarmente complesse per il modus operandi dei rapinatori e delle cautele da loro adottate, tali da aver consentito in precedenza di mettere a segno numerose rapine senza essere mai scoperti. Vantandosi di essere un gruppo di professionisti nel settore, raccontavano di rapine messe a segno presso banche ed uffici postali, anche con il sequestro di persone, nonché a portavalori.

In occasione dei loro spostamenti in Toscana spegnevano il telefono o lo lasciavano a casa per riaccenderlo solo dopo il ritorno in Sardegna: un camionista di professione, a, dimorante in Toscana, era l’unico canale possibile per rintracciare il gruppo di assaltatori. Anche quest’ultimo non ha avuto un ruolo di secondo piano, tant’è che, rinviata la rapina di Cecina, ha ricevuto l’incarico di riportare in Sardegna le armi nascoste in Toscana. Il 31 luglio, dopo essere arrivato al porto di Cagliari a bordo di un camion carico di legname, fermato e perquisito, è stato arrestato perché trasportava tre kalashnikov, due fucili, tre pistole Beretta e 2 Glock, due bombe a mano, tritolo, esplosivo plastico, giubbotti antiproiettile e oltre 400 munizioni di diverso calibro, passamontagna e guanti.

Infine, al gruppo sono stati contestati anche la detenzione e introduzione nel territorio dello Stato di banconote contraffatte, 50mila euro di banconote da 20 e 50 euro.