‘Ndrangheta: maxi retata tra Reggio Emilia e Modena: perquisizioni anche a Prato e Pistoia

Nell’operazione Perseverance eseguite 10 misure cautelari
Blitz all’alba di oggi (12marzo) contro la ‘ndrangheta emiliana.
Dalle prime ore dell’alba, polizia di Stato ed Arma dei Carabinieri hanno dato esecuzione a 35 perquisizioni nelle province di Reggio Emilia, Modena, Ancona, Parma, Crotone, Milano, Prato, Pistoia e Latina, nel cui contesto saranno eseguite 10 misure cautelari personali, sette custodie in carcere, due arresti domiciliari ed una misura interdittiva. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del tribunale di Bologna Alberto Ziroldi, su richiesta della procura della Dda, sulla base degli esiti delle risultanze di due filoni investigativi coordinati dal procuratore della Repubblica Giuseppe Amato e Beatrice Ronchi e che complessivamente vedono indagati 29 cittadini italiani.
Il punto di convergenza delle indagini svolte dall’arma e dalla polizia è rappresentato da Giuseppe Sarcone Grande, gravemente indiziato di essere uno degli attuali vertici dell’associazione di matrice ‘ndranghetista operante in Emilia. Si tratta dell’ultimo fratello rimasto in libertà dei noti Nicolino, Gianluigi e Carmine Sarcone, già arrestati e condannati come esponenti della ‘ndrangheta emiliana nell’ambito dell’operazione Aemilia.
Il progetto investigativo ha consentito di documentare le condotte di 29 persone, i 10 destinatari delle misure cautelari e altri 19 indagati, diversi dei quali colpiti da provvedimento cautelare reale, ritenuti gravemente indiziati di reati quali l’appartenenza ad associazione di tipo mafioso, finalizzata, tra l’altro, all’attività di recupero credito di natura estorsiva e al trasferimento fraudolento di valori mediante l’attribuzione fittizia della titolarità o disponibilità di denaro, beni o altre utilità, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, ovvero di agevolare la commissione dei delitti di riciclaggio e di reimpiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, anche tramite falsità ideologiche in atti pubblici commesse da pubblici ufficiali e da privati.
In particolare, l’arma dei carabinieri di Modena, partendo, dalle risultanze investigative della nota indagine che ha visto impegnati dal 2010 al 2015 il nucleo investigativo di Modena con quello di Parma e la compagnia di Fiorezuola D’Arda, e dell’altrettanto nota indagine della polizia di Stato relativa agli anni dal 2015 al 2019, avviando sin dal 2017 una rilettura di oltre trent’anni di eventi delittuosi lungo l’asse Cutro – Reggio Emilia, ha sviluppato l’attività investigativa facendo luce sulla figura di Giuseppe Sarcone Grande rimasto fino a quel momento a margine delle investigazioni e delle sentenze emesse all’esito dei noti processi che hanno visto invece condannati gli altri tre fratelli, tutt’ora detenuti per associazione di tipo mafioso.
L’operazione odierna, Perseverance, contro la ‘ndrangheta emiliana, porta quindi in carcere l’ultimo componente della famiglia Sarcone rimasto libero fino ad oggi
I reati contestati vanno dall’attività di recupero credito con modalità estorsive al trasferimento fraudolento di valori mediante l’attribuzione fittizia della titolarità o disponibilità di beni o denaro per impedirne l’aggressione delle misure di prevenzione patrimoniali, fino al riciclaggio e al reimpiego di denaro illecito grazie alla complicita’ di privati e pubblici ufficiali, accusati di falsità ideologica in atto pubblico.
Gli indagati, tutti italiani, sono 29.