
Sabato (7 giugno) alle 18,30, alla libreria Ubik di Via Fillungo, presentazione del libro Napoleone Colajanni. Nel Regno della Mafia. (Dai Borboni ai Sabaudi), edizioni di Storia e studi sociali. Ne parleranno in libreria il suo curatore, Gianluca Fulvetti e il professor Alberto Vannucci.
1900, la mafia è in Parlamento. A Milano si celebra il processo per l’omicidio di Emanuele Notarbartolo, ex-sindaco di Palermo ed ex direttore generale del Banco di Sicilia, ucciso a coltellate nel 1893, su un treno, lungo la tratta Palermo-Termini Imerese. Il mandante è Raffaele Palizzolo, deputato siciliano, mafioso e amico di mafiosi. La mafia diventa per un biennio una questione nazionale. Napoleone Colajanni, ex garibaldino, mazziniano, parlamentare repubblicano, scrive a caldo un libro che intitola Nel regno della mafia, nel quale denunzia i depistaggi, le aderenze di Palizzolo, i legami tra mafia e politica, e chiama sul banco degli imputati lo Stato italiano, reo di aver legittimato la violenza mafiosa, facendone uno strumento di lotta politica. Una lettura di parte, certo, tutta piegata sulla difesa della Sicilia e dei siciliani, ma che dopo oltre un secolo mantiene una grande attualità, poiché ci aiuta a capire perché la mafia è ormai vecchia quanto lo Stato italiano, oltre 150 anni, e perché nonostante i grandi risultati raggiunti dall’antimafia nell’ultimo ventennio, abbiamo a che fare con una questione criminale che è stata e resta una questione nazionale.
Il libro è proposto adesso dalla casa editrice Edizioni di storia e studi sociali, corredato di un saggio introduttivo di Gianluca Fulvetti, dell’università di Pisa, che spiega con dovizia di dati lo sfondo storico e politico in cui si colloca la denuncia del parlamentare repubblicano .