“Vita di Vita” di Eraldo Affinati: l’autore incontra gli studenti del liceo Majorana

26 febbraio 2015 | 14:43
Share0
“Vita di Vita” di Eraldo Affinati: l’autore incontra gli studenti del liceo Majorana

Khaliq, nato in Sierra Leone, è sopravvissuto a esperienze estreme. Cresciuto alla Città dei Ragazzi, storica comunità educativa della capitale, adesso lavora in un bar. “Sa fare i migliori cappuccini di Roma. E succhi di frutta fresca da ricordarseli. Andate a trovarlo prima che sia tardi: non ve ne pentirete. Uno come lui non sta mai fermo per troppo tempo in uno stesso posto. Il pianeta Terra è la sua casa”. E Khaliq, attraverso il racconto del suo professore e scrittore Eraldo Affinati, lo conosceranno anche gli studenti del liceo scientifico Ettore Majorana di Capannori, sabato 28 febbraio mattina, grazie all’incontro organizzato dalla Fondazione Mario Tobino.
Affinati è infatti docente della comunità educativa di insegnamento gratuito della lingua italiana agli stranieri Penny Wirton, che ha lanciato insieme alla moglie Anna Luce Lenzi e che vede oggi impegnati centinaia di insegnanti in modo del tutto volontario. Ha esordito nel 1992 con il saggio Veglia d’armi. L’uomo di Tolstoj e ha proseguito, tra gli altri, con Soldati del 1956 (1993), Bandiera Bianca (1995), Campo del sangue (1997), fino ai più recenti L’11 settembre di Eddy il ribelle (2011) e Elogio del ripetente (2013).

L’ultimo, Vita di Vita, uscito alla fine del 2014 per Mondadori, racconta proprio il viaggio compiuto dall’autore in Africa con Khaliq, per conoscere la madre del ragazzo: una mamma eroica. Lei infatti, vedova, per salvarlo dalla guerra civile, lo ha portato in un campo profughi per poi tornare dalle sorelle. È lì che Khaliq ha iniziato la sua odissea per arrivare in Sicilia, rischiando diverse volte la vita in situazioni estreme, per approdare infine alla Città dei Ragazzi di Roma, dove ha trovato amicizia e solidarietà.
“Cosa vuol dire essere un insegnante? Mettere in grado chi hai di fronte di ascoltare la voce del suo maestro interiore. Ricucire gli strappi. censire le cause dei conflitti. Versare acqua sulla spugna secca…”, riflette Affinati nel suo libro nel bel mezzo di un parallelo tra la storia attuale di questo giovane africano, tra i tanti, e le lettere dei giovani italiani inviate dal fronte, durante la Prima Guerra mondiale.
Gli studenti del liceo Majorana intervisteranno il professore su questo viaggio in Africa e sul rapporto giovani-adulti, figli-genitori, presente-passato. Per maggiori informazioni: www.fondazionemariotobino.it.