Il fighter d’Italia, si presenta in Versiliana il libro di Gianna Garbelli

8 luglio 2015 | 13:21
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Il fighter d’Italia, si presenta in Versiliana il libro di Gianna Garbelli

Una biografia-romanzo scritta da Gianna Garbelli, figlia del pugile Giancarlo Garbelli grande campione d’Italia, che si inserisce con forza nel panorama italiano della letteratura sulla nobile arte: il volume sarà presentato venerdì (10 luglio) alla Versiliana. Dal ring alle pagine di un racconto che si dipana e si srotola proprio come si srotolano le bende dalle mani di un pugile. È una vita che attraversa un secolo, quella messa nero su bianco dall’autrice, che parla di un campione sportivo ma soprattutto di un uomo, di un papà speciale. Gianna Garbelli scrive accompagnata in questo percorso di ricerca e introspezione dalle sue parole, facendo affiorare in superficie una narrazione ricca di racconti, sfumature, immagini epocali e ricordi di vita vissuta di quel “re senza corona” al quale il Consiglio Mondiale del Pugilato (Wbc) ha conferito proprio quest’anno la cintura mondiale di Campione.

Il fighter d’Italia vuole colmare quel vuoto letterario italiano tanto caro invece alla tradizione anglosassone, quello dei boxing writers, scrittori ispirati dai protagonisti della boxe che con le loro storie tanto hanno dato all’arte del cinema, della musica, della letteratura. E mille esempi si potrebbero fare, da Hurricane di Bob Dylan e Toro Scatenato di Martin Scorsese ai romanzi di Budd Schulberg e F.X. Toole. Grazie a uno stile scorrevole ed empatico, la storia del pugile Giancarlo Garbelli scavalca le sedici corde del ring per arrivare dritta al cuore del lettore, che diventa a sua volta padre e figlia, vincitore e sconfitto, percependo la controversa umanità di un campione filtrata, parola dopo parola, dalla penna di sua figlia, innamorata di lui come ogni bambina del proprio papà.
“Mio padre benda e sbenda le sue belle mani grandi – racconta Gianna – e fitti parliamo di boxe, parliamo di noi. E io che sono cresciuta in queste storie, ne conosco sin da bambina gli odori, le emozioni e anche la poesia. Il pugilato l’ho masticato nell’amore della severità paterna. Mi trovo adesso a correre nelle palestre e a bordo ring – continua – per catturare le immagini esaltanti di uomini in conflitto con se stessi. Ho visto trasformare il loro passato fatto di storie tremende, riscattarsi in ansiosi scambi di colpi. Improvvisamente le loro torture, hanno un significato nel ricordo. Sacrificio e sofferenza fino allo spasimo sono la gioia per pochi uomini… che superando le contese dove sono cresciuti, diventano adulti. Finalmente ripagati con la pace nell’anima”.