In Estasia, il romanzo del lucchese Dario Lombardi è già un caso

10 luglio 2015 | 14:49
Share0
In Estasia, il romanzo del lucchese Dario Lombardi è già un caso

A Petronvilla ci sono solo palazzoni pieni di paraboliche, studi televisivi, computer e tutto quanto di assurdo-tecnologico-sofisticato vi possa venire in mente. La politica, la giustizia, gli organi istituzionali ed ogni altra entità sono stati sostituiti da un sistema operativo che gestisce ogni singola pratica burocratica; ognuno di noi è registrato e, a seconda di ciò che appare nella bacheca personale, il sistema operativo può reagire, può intervenire e ripristinare tutto (ad esempio se si ha freddo, lui alza il termostato). Siamo nel futuro, in fin dei conti non tanto lontano, quello immaginato dallo scrittore lucchese Dario Lombardi nel suo nuovo romanzo In Estasia edito da Kimerik.

Una sorta di 1984 (celebre romanzo di George Orwell) dei giorni nostri da cui Lombardi non a caso e con onestà intellettuale trae il titolo per il suo libro (Estasia è una delle tre unità territoriali in cui viene diviso il mondo immaginato da Orwell). Il giovanissimo scrittore – classe 1988 – riesce a fare della sua opera un paradigma asciutto e allo stesso tempo fortemente critico della società odierna. Nella città immaginaria l’unico lavoro rimasto è legato al mondo della televisione: per far sì che il motto “continua a vivere guardando la tv” funzioni, c’è bisogno di menti umane contorte, in quanto il sistema operativo non è ancora in grado di creare e programmare fantasia. Anche se l’uomo medio non pensa ed è immortale grazie alla Lindronixetina, l’illusione continua e deve continuare a sopravvivere. Quando il nuovo raccomandato dai pochi raccomandatari rimasti in circolazione arriva in redazione dovrà farsi venire un’idea per risolvere la crisi del momento: Nessuno guarda più i reality.