In biblioteca statale “Il bandito e il governatore” di Guarienti

1 marzo 2017 | 14:26
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In biblioteca statale “Il bandito e il governatore” di Guarienti

Sarà presentato venerdì (3 marzo) alla Biblioteca Statale di Lucca Il bandito e il governatore, il nuovo libro di Carlo Baja Guarienti che narra le vicende di Domenico d’Amorotto e Francesco Guicciardini nell’epoca delle guerre d’Italia. Carlo Baja Guarienti ha condotto i suoi studi all’Università di Ferrara, alla Scuola Normale superiore di Pisa e al Warburg Institute di Londra. È dottore di ricerca in modelli, linguaggi e tradizioni nella cultura occidentale e cultore della materia presso l’università di Ferrara, dove tiene corsi integrativi di Storia Moderna. Ha pubblicato saggi di storia politica e culturale in Italia e all’estero.

Un po’ di storia. Nel 1494, con la discesa di Carlo VIII di Francia, il mosaico politico dell’Italia va in pezzi e la penisola, percorsa dagli eserciti delle maggiori potenze europee, sprofonda in un conflitto che durerà oltre sessant’anni. Quella che per le popolazioni civili è una tragedia, tuttavia, per i professionisti delle armi è un’opportunità.
Domenico d’Amorotto, figlio di un oste della montagna reggiana, ha saputo costruire sulle macerie una carriera folgorante: il carismatico montanaro si è fatto uomo d’armi, leader ghibellino e talvolta fuorilegge tenendo testa a un avversario d’eccezione, il governatore Francesco Guicciardini. La prima parte del saggio ricostruisce lo scontro fra le due figure, il bandito e il governatore: uno scontro di culture politiche inconciliabili che, indagato nelle sue pieghe nascoste, getta luce sui meccanismi del potere in una fase cruciale della storia italiana.
La seconda parte rivela un corto circuito fra la vicenda storica e la sua narrazione. La morte di Domenico ha dato ai narratori l’opportunità di rimaneggiare la realtà facendola aderire a un modello: come altri fuorilegge, Domenico ha lasciato il proprio corpo storico per intraprendere il viaggio verso la mitizzazione. L’indagine su un individuo diventa così l’occasione per una riflessione sull’archetipo del bandito fra storia e letteratura.