Colleghi e carogne, nuovo libro per il giornalista Marco Innocenti

Giovedì (19 dicembre) la presentazione a Palazzo Pretorio
“Ho scritto una sorta di manuale di autodifesa per tutti i dipendenti bravi e corretti, e per questo vessati e discriminati”. Lo dice, scherzando, il giornalista Marco (Amerigo) Innocenti, il cui romanzo, Colleghi e carogne, edito da Pacini Fazzi verrà presentato giovedì (19 dicembre) alle 17 nella sala Accademia di Palazzo Pretorio da Francesco Poggi e Duccio Casini, dopo il saluto di Raffaello Nardi, presidente dell’Accademia lucchese di lettere scienze ed arti.
Non è un noir né un giallo nel vero senso del termine, ma certo il romanzo prende, avvince, sorprende, fa riflettere, indaga e sviscera nei minimi dettagli come il malaffare si insinui tra le mura domestiche, nei comportamenti di molti, nelle istituzioni pubbliche, negli uffici e negli ambienti di lavoro. E come il male d’Italia sia fra noi, fra la gente comune e i lavori di tutti i giorni, sia fra Colleghi & Carogne.
I colleghi, brave, oneste e preparate persone che lavorano con capacità e dedizione, e le carogne, spesso raccomandati, incapaci, incompetenti, corrotti, prevaricatori. Innocenti non fa una cronaca, non descrive ambienti e situazioni reali, ma alla luce dei tanti rapporti, contatti, frequentazioni, esperienze in tante città e in tantissimi uffici e ambienti di lavoro più disparati, ricostruisce con fantasia e acutezza prototipi di persone che possono trovarsi ovunque.
Italiani medi in un periodo storico che sembra esaltare l’egoismo, l’individualismo, la prevaricazione e la bassezza morale a scapito della correttezza, della competenza, dell’onestà e dello spessore morale.
L’autore affonda il coltello nella piaga con una storia che prende e, nonostante il tema, riesce a divertire fino all’immancabile colpo di scena finale.
“Di questi tempi – dice Innocenti – il romanzo invita a riflettere sui molteplici motivi per cui stiamo ad esempio assistendo ad una vera e propria fuga di massa dal lavoro, accentuata dalla legge 100, in particolare nella pubblica amministrazione che perderà nel 2019 circa 250mila dipendenti, per arrivare a 500mila nel prossimo triennio. Ma se c’è questa corsa ad uscire dagli uffici anche da parte di chi non fa lavori particolarmente usuranti e, anzi, svolge attività creative, affascinanti e ben retribuite, una delle concause può essere certamente il clima, l’ambiente in cui da tanto tempo si opera. Uffici nei quali i rapporti interpersonali sono talmente difficili e inveleniti a causa di mobbing, favoritismi e raccomandazioni, quando non anche per corruzione e stalking, che le persone oneste, impegnate e capaci ritengono di non aver altra scelta che andarsene appena possono per smettere di subire l’oggettiva, pesantissima discriminazione e vessazione nei loro confronti”.
Il romanzo ha una dedica chiara: “A tutte le persone oneste, preparate e capaci, ma senza santi in paradiso e per questo vessate e discriminate nei luoghi di lavoro”. Una verità disarmante di fronte alla quale non ci vogliamo arrendere.
Marco Amerigo Innocenti, giornalista professionista dal 1981, ha lavorato per i quotidiani La Nazione (come collaboratore) fino al 1973, Paese Sera (come corrispondente) fino al 1978 e successivamente ha lavorato per Il Tirreno di cui è stato vicecaporedattore responsabile in tempi diversi delle cronache di Lucca, Pistoia e Montecatini. È stato corrispondente dell’Ansa e collaboratore di Repubblica. Ha scritto anche per L’Espresso, Epoca e Toscana Qui, Lucca News. Attualmente tiene con altri colleghi il blog Altra Toscana.info. Questo è il suo secondo romanzo; anche il primo, Il podere a mezza costa è stato edito da Pacini Fazzi.