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Anni ’60 a Lucca, in un libro l’esperienza del giornale studentesco ‘Il Tornasole’

2 dicembre 2020 | 10:38
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Anni ’60 a Lucca, in un libro l’esperienza del giornale studentesco ‘Il Tornasole’

Tra i disegnatori del giornalino di ispirazione cattolica anche i maestri Possenti e Pesega.

Il Tornasole. Una singolare esperienza di giornalismo studentesco. È questo il titolo scelto per il libro di Giovanni Macchia, pubblicato grazie al Centro per la cultura e il dialogo dell’Arcidiocesi di Lucca e reperibile alla Cooperativa fra il clero, in via dell’Arcivescovato, 31 a Lucca (per informazioni: 0583491518).

Il Tornasole era il giornalino nato in seno al Movimento studenti di Azione cattolica di Lucca, che nella realtà poi coinvolse anche numerosi esterni e qualche universitario cattolico. Uscì in dodici numeri tra il 1963 e il 1967. Il libro, in meno di cento pagine, ne ripercorre la storia ricordando il punto di riferimento, per certi aspetti la guida, di quei ragazzi: don Sirio Valoriani, allora responsabile della pastorale giovanile e studentesca della città, nella cui canonica – alla chiesa del Suffragio a Lucca – si svolgevano le riunioni di redazione.

Ma il libro parla anche dei direttori responsabili de Il Tornasole, che furono Mario Dinelli dal 1963 al 1966, per dieci numeri, e poi Gian Carlo Barsotti dal 1966 al 1967, per gli ultimi due numeri. Infine vengono citate anche le numerose firme a volte fisse, a volte con un contributo saltuario o addirittura unico, che comparvero sul giornalino. Alcuni nomi: Giovanni Cattani, Osvaldo Bertuccelli, Giuseppe Bicocchi, Simonetta Adorni Braccesi, Giovanna Licheri, Lucia Pia Rucireta, Walter Farnesi e tanti altri.

Alcuni di loro, nel libro curato da Macchia, raccontano i propri ricordi di quella stagione. Tra i disegnatori, o meglio artisti, coinvolti nell’esperienza c’erano nomi del calibro di Antonio Possenti e Marco Pasega. La partecipazione alla vita sociale cittadina, l’attenzione anche a temi di politica estera, il mondo ecclesiale con i fermenti del Concilio Vaticano II, furono al centro di questa singolare e ai più sconosciuta esperienza giornalistica locale.