Libri

Lunata, dagli aneddoti di Guccione rivive un lembo di storia toscana

4 maggio 2022 | 08:55
Share0
Lunata, dagli aneddoti di Guccione rivive un lembo di storia toscana

L’autore ha dato colore e vigore alle memorie locali

Storia minore, anzi minima, quella narrata da Maurizio Guccione nel suo volumetto Tra la via Giomi e il West, ma non per questo da “tenere in non cale” da parte dei lettori, dei sempre più numerosi cultori di memorie locali, della vigorosa pattuglia degli storici contemporaneisti lucchesi. Perché attraverso le pagine e le parole dell’autore riprendono colore, vigore e spessore i tratti materiali e umani di un lembo di Toscana e dei suoi abitanti così com’erano un po’ più di mezzo secolo fa. Le pagine di Maurizio non sono quelle algide di un atlante storico, né le mappe incomprensibili di un passato recente eppure fattosi remotissimo, e neppure i freddi dati statistico/sociologici, ma ambienti concreti e persone in carne e ossa e i loro intrecci economici, sociali, culturali, umani… Vicende irrilevanti? Ma nient’affatto: un cortile, un campanile, una “redola”, un negozio trasfigurano nel ricordo. E da siti fisici determinati con una loro funzione ben precisa evolvono in “luoghi della memoria”, scenari di vicende originali, panorami a loro modo protagonisti e intrisi di un dato sentimentale che li rende unici e irriducibili.

E poi chi lo ha detto che la storia dei sentimenti privati e personali non abbia proprio per questo dato emotivo un suo valore euristico, per cui finalmente si può arrivare alla conoscenza anche attraverso l’intuito, l’istinto, l’approssimazione, il procedimento non rigoroso, ma analogico. È davvero così poco fine e politicamente scorretto affermare che di algoritmi ne abbiamo ben piene le tasche?

Così accade per i luoghi e le persone chiamate in causa dalla memoria di Maurizio e sbalzate nella loro concreta umanità con alcuni tratti di penna, sapienti per tradizione familiare, esperienza giornalistica e istinto. Nel raccontare gli anni della sua infanzia toscano/lucchese/lunatese, il siciliano Guccione è riuscito a mantenere gli occhi bambini e a vedere grandi le cose piccole e piccole le grandi: pascoliano sì, il Nostro, ma non ingenuo. Non al punto da non rendersi conto della differenza tra il mondo degli adulti e quello dei piccoli e che essere grande non significa necessariamente realizzazione e gioia, anzi! Sin dall’infanzia Maurizio è consapevole della fatica insita nel lavoro, in tutti i lavori, e della dignità che sempre li accompagna; di come la politica, quella grande, quella con la P maiuscola, che potremmo anche chiamare la Storia, anche questa con la maiuscola, sovraintenda sempre alle piccole esistenze degli uomini (1973, arriva l’austerity); che allora la vita correva su un crinale sottile e fragile: di là il mondo vecchio, con le sue povertà evidenti anche olfattivamente, di qua la contemporaneità, il mondo moderno con ognuno in casa il suo bagno e il volo fin sulla luna degli astronauti americani.

Tutto sommato Lunata è stato un buon posto per diventare grandi e ci fa bene leggere una buona narrazione di come eravamo appena ieri. Piena di contenuti, poi, perché Maurizio Guccione si tiene ben stretto al monito di – e scusate se è poco – Leone Tolstoi: “se vuoi essere universale parla del tuo villaggio”.

Luciano Luciani

Maurizio Guccione – Sebastiano Micheli, Lunata memorie del Novecento Parole- Immagini -Documenti, Associazione Culturale Ponte, Capannori 2021, pp. 180, senza indicazione di prezzo.