L'anteprima esclusiva

Una carta in polvere di marmo e fibre di cotone: “Dipingervi sopra dà un effetto simile all’affresco”

1 agosto 2024 | 13:38
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La novità è stata realizzata dalla cartiera Magnani di Pescia per l’artista giapponese Meiko Yokoyama ed è stata presentata in anteprima e in esclusiva a Lucca Biennale Cartasia

Una nuovo tipo di carta nata dalle fibre di cotone e polvere di marmo, una carta realizzata a mano e presentata in esclusiva a Lucca Biennale Cartasia. A produrla è la storica cartiera Magnani di Pescia, su una commissione richiesta dall’artista giapponese Meiko Yokoyama.

La cartiera Magnani di Pescia, è un’azienda storica che fa arta a mano, le cui prime produzioni risalgono alla fine del 1400.

Negli spazi esterni di Palazzo Guinigi, sede della 20esima edizione di Lubica, la carta marmo (è questo il nome provvisorio con cui è stata presentata) è stata mostrata al pubblico, alla presenza dell’artista Meiko Yokoyama, del direttore della Cartiera Magnani, Francesco Magnani e dal mastro cartaio Alessio Giusti.

“Le Cartiere Magnani hanno sei secoli di storia e ci li sentiamo tutti addosso – dice il presidente Francesco Magnani – La carta fatta a mano è un prodotto talmente antico, che è nuovissimo, perché giusto chi lavora nel settore sa cosa vuol dire. È un lavoro artigianale che risale a secoli e secoli fa, quando si faceva veramente la carta senza macchinari, e noi riprendiamo questa antica arte dalla storia della famiglia. La famiglia Magnani si è insediata nel 1400 a Pescia e per sei secoli ha prodotto carta ininterrottamente. Ci sentiamo il forte il peso, ma siamo contenti di portare avanti questa tradizione. L’impresa è composta da ragazzi del posto, quindi di Pietrabuona, da mio fratello, anche lui come me Magnani, e dal direttore del Museo della carta di Pescia. Nel museo potete trovare i sei secoli di produzione della carta”.

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Ideatore del progetto della carta in marmo è il mastro cartaio Alessio Giusti che su commissione dell’artista giapponese Meiko Yokoyama, ha realizzato questo tipo particolare di carta. “Questa idea nasce da un incontro che abbiamo avuto con un’artista, ormai anche amica, Meiko, che nei suoi innumerevoli viaggi ha avuto il bisogno di sperimentare sempre di più – spiega Alessio Giusti -. Grazie al nostro intervento siamo riusciti a unire una materia che per lei era molto importante, la polvere del marmo di Carrara, con la nobili fibre di cotone. Da questa unione, dopo numerosi tentativi, è nato un supporto che adesso non è più difficile chiamare foglio, è un supporto da disegno molto pesante che alla luce brilla come una lastra di marmo, ma è lavorabile come un foglio di carta. Questo è stato possibile farlo all’interno del Museo della Carta di Pescia e questa tradizione è una cosa che ci tramandiamo da secoli. Da sempre i nostri lavorenti, si chiamavano così coloro che facevano carta all’interno del museo, stavano al fianco ad artisti e stampatori a volte settimane, per creare la miscela perfetta per la loro carta. Da questa tradizione abbiamo ripreso l’input di Meiko e insieme a lei è nato questo tipo di carta che farà sicuramente parlare di sé”.

Si parla di transizione ecologica e tra le prime aziende interessate c’è sicuramente il settore cartario, in un mondo sempre più attento all’ambiente qual è l’impatto della produzione della carta realizzata a mano?
“Quando si parla di carta fatta a mano, dobbiamo pensare a una lavorazione molto lenta – precisa Alessio Giusti -, dove abbiamo un unico macchinario che funziona ad energia elettrica, poi i nostri contatori potrebbero essere staccati perché la creiamo a mano, viene pressata a mano, viene asciugata all’aria dei nostri spanditori, quindi l’impatto ambientale del nostro prodotto è veramente irrisorio, quasi a zero”.

Meiko Yokoyama è un’artista giapponese nata e cresciuta nella città di Kochi sull’isola di Shikoku, famosa in Giappone per la produzione di carta.

“Io sono venuta qua in Italia perché ho una grande ammirazione per l’arte italiana – dice Meiko -. Quando ero in Giappone non ero tanto interessata alla produzione della carta nel mio paese. Quando sono arrivata qui mi sono resa conto che sia il mio paese sia la mia città d’origine avevano una grande storia sulla produzione della carta. E poi successivamente nell’Accademia di belle arti, quando la frequentavo, ho cominciato a usare la carta giapponese, ed ad approfondire la storia della carta, conoscere quella giapponese, poi a conoscerne i produttori creando un’amicizia con i cartai della mia città. Il mio intento era quello di mescolare la tradizione dell’arte rinascimentale italiana con la carta giapponese. Dopo ho conosciuto i cartai di Pescia e con loro ho cominciato a curare una specie di progetto, di scambio culturale tra i cartai italiani e i cartai giapponesi e tra i musei della carta giapponese della mia città per confrontare le diverse realtà. Ho coinvolto anche artisti che utilizzano la carta in Giappone e in Italia, e poi anche cartai e restauratori ed esperti di carta italiana e giapponese. Siccome in Giappone è tradizione che i cartai lavorino a stretto contatto con gli artisti, e dato che mi trovavo in Toscana, culla del settore cartario europeo e luogo in cui si trova il marmo di Carrara, ho avuto questa idea, di unire la tecnica dei cartai di Pescia con il marmo di Carrara. Da questa idea Alessio ha prodotto questa fantastica carta.”

“Questa carta di marmo è adatta perfettamente alla tecnica dell’arte occidentale della matita a carboncino e dell’acquarello – prosegue Meiko -. Ho provato con l’acquarello a dipingere questa carta ed ha un effetto molto simile ad un affresco, come se fosse un dipinto sull’intonaco. Questo perché il peso di questa cara da importanza alla superficie e risalta i dettagli dell’opera. Ha quindi caratteristiche completamente opposte a quelle della carta giapponese, che è leggera e molto delicata, invece questa carta di marmo è un po’ grezza in superficie, ma ha un peso molto importante che la rende ideale”.