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Lucca Biennale Cartasia, Pecchia racconta le opere: “Gli artisti tramite la carta danno vita a dei sogni” foto

Il curatore della mostra indoor: "Cerchiamo un nuovo modo di poter vivere il presente, più intenso"

Cinquanta artisti da tutto il mondo, per duecento opere esposte, la Biennale Cartasia in questo 2024 festeggia il traguardo di 20 anni e per l’occasione si confronta con un tema molto attuale, Qui ed ora: Domani. Molte delle opere sono contenute nelle sale di Palazzo Guinigi, nella mostra indoor, dove si potranno ammirare elementi di architettura, design, fashion e lavori su misura degli spazi occupati. Per comprendere i messaggi di queste opere, abbiamo chiesto al curatore della mostra indoor, Giacomo Pecchia, di farci da Cicerone.

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“La peculiarità di questa mostra è quella di portare di fronte al pubblico tutti i modi possibili di plasmare il materiale cartaceo – spiega il curatore -. Qui infatti troverete tecniche e tipologie di carta che danno vita a dei sogni. Affrontiamo la tematica del ‘Qui ed ora: domani’, per andare a cercare un nuovo modo di poter vivere il presente, un modo più intenso”.

“Quest’anno hanno partecipato all’esposizione tantissimi artisti internazionali – spiega Pecchia -. Ogni nazione ha una propria tecnica, un proprio modo di lavorarla e dei tipi di carta particolare. Abbiamo Manuela Granziol dalla Svizzera, Hal Wildson dal Brasile, Chong Qin dalla Cina. Chong Qin ha portato a Lucca un’installazione che occupa un’intera sala e che si intitola ‘Passato e futuro’. Il passato è descritto dalle bruciature e dalla cenere che è sul terreno, che noi camminando vicino all’installazione portiamo sotto i nostri passi. Il futuro è rappresentato da questi rotoli bianchi, ed è completamente bianco perché non è scritto e non è stampato. Lo studio di Chong Qin si basa esclusivamente su due colori, il bianco e il nero.”

Altro tema caro a Lucca Biennale Cartasia è l’ambiente e la sostenibilità.

“Ogni artista già da se ha a cuore questi temi – precisa il curatore Giacomo Pecchia -, perché c’è sempre un pensiero verso il riutilizzo e la creazione di un ciclo. Pensate ad esempio, che tutte le opere esterne hanno una durata di alcuni anni ma sono opere effimere, soggette alle intemperie e all’intervento umano. Provengono da un materiale riciclato e talvolta ritornano in questo ciclo di rigenerazione”.

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