La transizione

Le sfide dell’adolescenza e il ruolo chiave dei genitori

29 gennaio 2024 | 23:24
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Le sfide dell’adolescenza e il ruolo chiave dei genitori

Il miglior modo per sostenerli nella loro fase di crescita è ascoltarli attentamente e mettersi nei loro panni

L’adolescenza è quella lunga fase di transizione dall’infanzia all’età adulta. Si tratta di un periodo di vita caratterizzato da specifici bisogni e sfide che i giovani devono affrontare per raggiungere con serenità la maturità. È difficile definire con esattezza l’inizio dell’età adulta, comunemente si colloca intorno ai 18-20 anni, segnando la conclusione dell’adolescenza.

La principale conquista di questo periodo è la formazione di un’identità stabile, caratterizzata dalla consapevolezza dei propri desideri, obiettivi di vita e limiti. Pur non rimanendo immutabile nel corso della vita, l’adolescenza costituisce una fase di sperimentazione cruciale, in cui i ragazzi sono spinti da forze contrastanti: una verso l’età adulta, vissuta con inquietudine, e l’altra verso l’età infantile, più rassicurante ma non più praticabile.

L’adolescente si trova ad affrontare dei veri e propri compiti per poter crescere. Quotidianamente è sottoposto a continue richieste: compiti scolastici, richieste degli insegnanti, rapporto con i genitori, le relazioni con i compagni e i coetanei, l’accettazione del nuovo corpo. Queste sollecitazioni sono nuove rispetto all’età infantile perché da bambino i genitori intercettavano le sue necessità e subito cercavano di accontentarlo. 
Per l’adolescente, è molto difficile cogliere i suoi bisogni, che sono più articolati, e i suoi modi di fare rendono difficile all’adulto capire cosa succede.

Il rapporto genitori-figli subisce cambiamenti significativi poiché i bambini hanno una relazione di totale dipendenza dalle figure genitoriali, per cui necessitano sempre dell’intervento adulto a cui si affidano, anche se non sempre volentieri. I genitori sono riconosciuti come indispensabili e il centro affettivo della vita del bambino. 
Per gli adolescenti è molto diverso perché iniziano man mano ad essere più indipendenti dai genitori. Il loro mondo affettivo si amplia; non vuol dire che i genitori sono sostituiti, ma in questa fase i giovani allacciano relazioni al di fuori della famiglia in maniera autonoma. 
Di solito, per i bambini, per quanto abbiano le loro preferenze in termini di amicizia, sono comunque mediate dall’intervento dei genitori, ad esempio, si scelgono i figli degli amici dei genitori, hanno bisogno di essere accompagnati a casa degli amichetti. 
Gli adolescenti, invece, desiderano essere più indipendenti. Il desiderio di autonomia caratterizza gli adolescenti che vogliono gestire in proprio lo studio, uscire da soli e definire nuovi orari. Qui, i genitori devono negoziare regole e confini nuovi, consentendo agli adolescenti di sentirsi guidati e, allo stesso tempo, riconosciuti per la loro età.

Questo è un punto molto importante; i ragazzi hanno bisogno di essere riconosciuti nel loro processo di crescita e contemporaneamente avere un supporto che li aiuti a gestire le nuove sfide. 
Gli adulti in generale devono svolgere la funzione vicariante, cioè, assistere i ragazzi in ciò che, al momento, non sono in grado di fare. Questo può includere la comprensione delle conseguenze a lungo termine delle proprie azioni, la gestione di aspettative elevate o irrealistiche e l’espansione delle prospettive sulle possibilità future.

Il rapporto con i compagni di classe e gli amici, il confronto con i coetanei e i primi amori possono portare alle prime difficoltà adolescenziali. Il timore di non essere all’altezza, di non essere compresi, giudicati o rifiutati può essere travolgente. Queste possibili esperienze sono una novità rispetto al passato, a quando da bambino si sentiva amato ed accettato in toto dai genitori. 
Tuttavia, proprio all’interno del gruppo dei coetanei, l’adolescente può sperimentare sé stesso, scoprire le proprie abilità, introdurre le modalità relazionali apprese fino a quel momento, imparare dagli altri nuovi modi di stare insieme e iniziare a costruirsi un ruolo sociale.

Il cambiamento corporeo sancisce l’inizio dell’adolescenza e i ragazzi lo vivono in maniera dirompente. Il corpo, percepito come estraneo e incontrollabile, può spingere gli adolescenti a implementare strategie per controllare peso e forma, come diete rigorose o comportamenti alimentari disordinati:
mangiare cibi poco calorici, verificare minuziosamente le calorie e, saltare i pasti, praticare tanto movimento per bruciare i grassi. 
Il corpo è lo strumento attraverso il quale gli adolescenti preferiscono veicolare le loro emozioni, controllandone perso e forme per adattarlo ai modelli di riferimento, proposti dai mass media.
 Alcuni si vergognano del proprio corpo e adottano un abbigliamento che lo nasconda. Altri scelgono capi specifici per enfatizzare le forme e mostrarsi più sicuri di sé. 
Nei casi più gravi, attraverso forme più o meno severe di autolesionismo, cercano di regolare quelle emozioni vissute come insopportabili.

Il miglior modo per sostenere gli adolescenti in questa fase di crescita è ascoltarli attentamente e mettersi nei loro panni. Solo attraverso questi passi si può giungere a una comprensione profonda dei loro sentimenti, contribuendo a guidarli nel trovare modi per affrontare e superare le difficoltà.

È importante sottolineare che nel caso in cui la comunicazione con i propri figli risulti problematica e si notino comportamenti preoccupanti che possano compromettere la loro salute, rivolgersi a un professionista diventa fondamentale. Un esperto può offrire il sostegno e gli strumenti necessari per affrontare eventuali problematiche in modo appropriato, garantendo il benessere e lo sviluppo positivo degli adolescenti.

Paola Fusco

Psicologa esperta nei disturbi del neurosviluppo
Viale San Concordio 138
paolafusco.pf@gmail.com