Bullismo e cyberbullismo, dalla sofferenza alla soluzione: come affrontare il fenomeno a scuola e online

Una dinamica purtroppo diffusa: ne parla la psicologa a orientamento sistemico relazionale Paola Fusco
Il bullismo è un fenomeno scolastico con cui abbiamo imparato a familiarizzare, nostro malgrado. Molte volte, gli adulti tendono a minimizzarlo, considerandolo semplicemente uno scherzo tra ragazzi, da lasciare in mano a loro stessi. Tuttavia, il bullismo è molto più grave: è un comportamento specifico caratterizzato dall’intenzionale prevaricazione verso gli altri. Il termine stesso deriva dall’inglese “to bully“, che significa intimidire o costringere. Al centro di questo fenomeno c’è un dislivello di potere, dove il bullo esercita dominio sulla vittima all’interno del contesto scolastico (e non solo) per:
- motivi fisici: è robusto o atletico
- psicologici: è uno che “fa paura” o imprevedibile
- motivi sociali: proviene da una famiglia conosciuta, per questioni legate al prestigio o a condizioni difficili
Il bullo percepisce le fragilità della vittima e le usa a suo vantaggio. Sa di potere o far attuare comportamenti che hanno lo scopo di prevaricare e arrecare un danno fisico o psicologico.
I comportamenti in questione sono le prese in giro continue, parolacce, scherzi, come rubare la merenda, gettare carte addosso, disturbare in bagno.
Atteggiamenti fisici aggressivi, come spintoni, sgambetti, calci, furti di oggetti di valore.
È importante sottolineare che la vittima non partecipa a questi “scherzi” né acconsente a essere trattata così; si tratta di una relazione asimmetrica in cui il bullo ha il potere e la vittima non ha modo di reagire. Proprio per questo motivo non possiamo relegare il fenomeno a “scherzi tra ragazzi” in quanto viene a mancare il coinvolgimento e l’assenso da una parte. La vittima non vuole subire i comportamenti, non c’è una reciprocità di intenti.
Siamo davanti a una dinamica persecutoria a senso unico.
Il bullismo è un fenomeno sistematico, con il bullo che agisce regolarmente e frequentemente nei confronti della vittima. Questo può avvenire a scuola o durante il tragitto casa-scuola, coinvolgendo spesso tutti gli studenti della stessa classe o istituto.
Bisogna considerare che il fenomeno coinvolge diversi attori:
- Il bullo è la mente, colui da cui parte l’idea di prendere di mira una persona, percepita diversa per qualche caratteristica, come orientamento sessuale, disabilità, razziale o fragilità.
- La vittima è un bambino o adolescente percepito come fragile/o incapace di difendersi.
- Gli aiutanti sono i ragazzi che supportano il bullo, eseguono i suoi ordini, agiscono al suo posto o insieme a lui.
- Gli spettatori, cioè, coloro che assistono o sanno di questi comportamenti, senza intervenire contro il bullo.
La vittima vive le umiliazioni con un senso di colpa e vergogna per cui difficilmente chiede aiuto agli adulti. Può avere amici che conoscono la situazione ma questi potrebbero avvalorare il clima di omertà che spesso si crea intorno a queste situazioni. La vittima ha timore di subire ripercussioni per cui difficilmente chiede supporto ai professori o ai genitori, e resta sempre di più isolata ed esclusa.
Con l’avvento dei social network, il bullismo si è trasformato in cyberbullismo, con comportamenti prevaricatori che si diffondono attraverso la rete. Questo amplifica il fenomeno e coinvolge un numero maggiore di persone, portando la vittima a vivere nell’umiliazione e nella vergogna, senza controllo sulla situazione. I comportamenti prevaricatori avvengono attraverso:
- la diffusione di foto private e/o ritoccate in modo che la vittima sia riconoscibile e ridicolizzata.
- creazione di gruppi nati per offendere e denigrare la vittima, invio di messaggi molesti, etc.
Permangono le caratteristiche di sopraffazione e sistematicità ma si aggiunge l’elemento della replicabilità, ossia i contenuti denigratori si diffondono senza controllo sui social network.
In questo modo, il fenomeno è amplificato e vi partecipano molte più persone, non solo quelle che conoscono direttamente o indirettamente la vittima ma tutti gli utenti che si sono imbattuti nei contenuti offensivi.
La vittima di cyberbullismo vive nel timore di essere riconosciuta, si isola ulteriormente per non incontrare persone che potrebbero perpetuare le offese da vicino. Vivono nell’umiliazione e nella vergogna, nella totale mancanza di controllo.
Affrontare il bullismo e il cyberbullismo richiede l’intervento congiunto di dirigenti scolastici, insegnanti, genitori e, se necessario, forze dell’ordine. L’obiettivo di qualsiasi intervento dovrebbe essere quello di:
- supportaree sostenere psicologicamente la vittima in modo che possa riappropriarsi di una serena quotidianità
- sostenereil bullo in quanto presenta delle fragilità che emergono attraverso comportamenti pericolosi
- supportare la classe per dare la possibilità a chi ha assistito di potersi esprimere.
La prevenzione è cruciale e può avvenire attraverso progetti scolastici che promuovono l’empatia, la collaborazione e un senso morale, fornendo agli studenti gli strumenti per affrontare e prevenire il bullismo in tutte le sue forme.
Paola Fusco
Psicologa a orientamento sistemico relazionale
