Violenza sulle donne

Dominanza, controllo e manipolazione: ecco i meccanismi relazionali nella violenza di genere

25 aprile 2024 | 16:34
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Dominanza, controllo e manipolazione: ecco i meccanismi relazionali nella violenza di genere

Una nuova puntata con la psicologa Paola Fusco, che riceve nei suoi studi di Lucca e Firenze

Purtroppo, siamo sempre più abituati a sentire parlare di femminicidio e violenza di genere; ormai, viene considerato un fenomeno sociale per la sua rilevanza e per la percezione della sua drammaticità.

È un problema di salute pubblica che coinvolge le donne tra i 14 e i 44 anni e rappresenta una delle principali cause di morte e/o invalidità per le donne di questa fascia d’età. Ad aprile 2024, si registrano 14 donne uccise, mentre nel 2023 il numero è stato di 120 donne uccise, di cui la metà per mano di un partner o ex partner. Si tratta di un fenomeno trasversale che coinvolge tutte le classi sociali, etnie, età e livelli sociali (non riguarda solo le classi sociali deboli, svantaggiate e sfortunate, ma anche persone con un alto livello culturale).

Per violenza di genere si intende qualsiasi comportamento che possa causare danni fisici (momentanei o permanenti), danni psicologici e sessuali a una donna, per il semplice fatto di essere tale. Il femminicidio rappresenta l’estremizzazione di questa violenza. È importante sottolineare che anche la minaccia di causare danni è considerata violenza e, dal 2009, in Italia lo stalking è considerato un reato. Alla base della violenza di genere ci sono diversi meccanismi psicologici e sociali che influenzano le dinamiche relazionali.

Innanzitutto, vi è il tema della dominanza, per cui il partner tende a strutturare una relazione verticale, dove la donna riveste un ruolo subalterno e il potere decisionale sulle questioni familiari e personali è nelle mani del partner. Strettamente connesso a questo, vi è il tema del controllo, dove l’uomo considera la donna come di sua proprietà, senza possibilità di desideri, progetti o necessità propri; i suoi movimenti sono costantemente monitorati. La partner non è vista come un individuo autonomo, ma come riflesso dell’idea di femminilità dell’uomo, per cui questi si aspetta determinati comportamenti e impedisce che la donna assuma comportamenti diversi da quelli da lui considerati corretti. Inoltre, vi è la dinamica della manipolazione, con cui l’uomo può attuare una serie di strategie per mantenere vicino a sé la partner, usando corteggiamento, regali, attenzioni, affermazioni di malessere o minacce di farsi del male, al fine di convincerla o commuoverla.

La manipolazione e il controllo possono avvenire in modo più o meno subdolo, quindi non sempre sono immediatamente riconoscibili come modalità relazionali disfunzionali. Un altro meccanismo utilizzato dagli uomini maltrattanti è la svalutazione, che consiste nel sminuire le competenze, capacità e attività della donna per minare la sua autostima, inducendola a smettere di credere in sé stessa. In questo modo, la donna si affida sempre più all’unica figura di riferimento rimastale, chiudendosi in sé stessa e rinunciando ai propri interessi e progetti personali per dedicarsi alla coppia.

Queste relazioni disfunzionali iniziano spesso con l’isolamento della donna da parte dell’uomo: gelosia, limitazione dei contatti con amici maschi e femmine, e familiari, fino a far diventare la relazione l’unica fonte di affetto per la persona. Purtroppo, l’isolamento può coinvolgere anche l’ambito lavorativo, limitando la donna, in modo più o meno persuasivo, nel mantenere un lavoro e una indipendenza economica che la legherebbe maggiormente al partner, specialmente se ci sono figli. Infine, proprio i figli possono diventare un oggetto di ricatto: la donna, per evitare che venga fatto loro del male o che siano limitati, cede alle richieste del partner.

Paola Fusco 
Psicologa a orientamento sistemico relazionale

Paola Fusco psicoterapeuta