Cgil Lucca, mobilitazione contro la guerra in piazza S. Michele

La Cgil: “Non possiamo stare a guardare! Dobbiamo gridare il nostro no alla guerra”
Sabato (25 gennaio) è stata dichiarata una Giornata di mobilitazione internazionale per la pace. Per tale occasione, insieme ad Arci e Anpi e con la collaborazione del Comune di Lucca, la Cgil di Lucca ha organizzato un presidio e volantinaggio a Lucca, in piazza San Michele, dalle 10 alle 12, contro tutte le guerre: “A tale iniziativa – dice la Cgil – si sono unite numerose associazioni presenti sul territorio, come indicato sul volantino che andremo a distribuire”.
“Il blitz del presidente Trump per uccidere il generale iraniano Soleimani, il vicecapo di una milizia irachena ed altri sei militari iraniani, è un crimine di guerra compiuto in violazione della sovranità dell’Iraq – dichiara la Cgil -. Insieme alla ritorsione iraniana si è abbattuto anche sui giovani iracheni che da tre mesi lottano contro il sistema settario instaurato dall’occupazione Usa e contro le ingerenze iraniane, in un paese teatro di guerre per procura ed embarghi da decenni. Irak, Iran, Siria, Libia, Yemen: cambiano i giocatori, si scambiano i ruoli, ma la partita è la stessa. Nella crisi del vecchio ordine internazionale, potenze regionali e globali si contendono con la guerra aree di influenza sulla pelle delle popolazioni locali. La sola alternativa consentita al momento è il mantenimento dei regimi teocratici o militari, comunque illiberali e non rispettosi dei diritti umani, con i quali si fanno affari, chiudendo occhi e orecchie su repressione, torture e corruzione. La guerra non produce solo distruzione, ma cancella anche dall’agenda politica la questione sociale, oramai incontenibile ed esplosa nelle proteste delle popolazioni che hanno occupato pacificamente le piazze e le strade”.
“Non possiamo stare a guardare – va avanti la nota -. Dobbiamo gridare il nostro no alla guerra, alla sua preparazione, a chi la provoca per giustificare la produzione e la vendita di armi. Guerre che, in ogni momento, possono fare da miccia ad un conflitto globale tanto più preoccupante per il potenziale degli armamenti nucleari oggi a disposizione dei potenti del mondo. Le vittime innocenti dell’aereo civile abbattuto ‘per errore’ da un missile, dimostrano una volta di più che la guerra è un flagello per tutti, nessuno può chiamarsi fuori, siamo tutti coinvolti. Manifestiamo il nostro sostegno alle popolazioni, vere vittime delle guerre, a chi si rivolta da Baghdad a Teheran, da Beirut ad Algeri, da Damasco, al Cairo, a Gerusalemme, a Gaza. Quel che sta avvenendo nel Golfo Persico – continua la Cgil – aggiungendosi alle sanguinose guerre e alle crescenti tensioni in corso, mette in luce la drammatica attualità e il vero realismo dei ripetuti ma inascoltati appelli di Papa Francesco per l’avvio di un processo di disarmo internazionale equilibrato”.
“L’Ue nata per difendere la pace – proseguono -, deve assumere una forte iniziativa che, con azioni diplomatiche, economiche, commerciali e di sicurezza, miri ad interrompere la spirale di tensione e costruisca una soluzione politica, rispettosa dei diritti dei popoli, dell’insieme dei conflitti in corso in Medio Oriente e avviare una rapida implementazione del Piano europeo per l’Africa (Africa Plan) accompagnandolo da un patto per una gestione condivisa dei flussi migratori. Fermare la spirale di violenze è responsabilità anche italiana e chiediamo al nostro Governo di farlo con atti concreti: opporsi alla proposta di impiego della Nato in Iraq e in Medio Oriente; negare l’uso delle basi Usa in Italia per interventi in paesi terzi senza mandato ONU; bloccare l’acquisto degli F35; fermare la vendita di armi ai paesi in guerra o che violano i diritti umani come sancito dalla Legge 185/90; ritirare i nostri soldati dall’Iraq e dall’Afghanistan, richiedendo una missione di peace-keeping a mandato ONU ed inviare corpi civili di pace; adoperarsi per la sicurezza del contingente italiano e internazionale in missione Unifil in Libano; derire al Trattato per la messa al bando delle armi nucleari eliminandole dalle basi in Italia; sostenere in sede europea la necessità di mantenere vivo l’accordo sul nucleare iraniano implementando da parte italiana ed europea le misure di revoca dell’embargo; porre all’interno dell’Unione europea la questione dei rapporti Usa-Ue nella Nato. Per tutto questo invitiamo a aderire ed a partecipare alla giornata di mobilitazione internazionale di sabato (25 gennaio), promossa dal movimento pacifista statunitense contro la guerra, che per noi sarà una grande mobilitazione contro tutte le guerre e tutte le dittature, a fianco dei popoli che si battono per il proprio futuro”.