Sindacato autonomo liberale: “Si riattivi la stanza blindata per i detenuti al San Luca”

L’appello: “Al momento il rischio è la mancanza di igiene, decoro e privacy perché la scorta deve restare con il paziente”
“A dieci anni dall’apertura del monoblocco del San Luca, ospedale lucchese spesso al centro di polemiche, ci chiediamo se è normale che la stanza blindata dove vengono ricoverati i detenuti del carcere sia ancora inagibile”. Così il Sindacato autonomo liberale.
“Il detenuto con la scorta quindi – spiega il sindacato – viene purtroppo ricoverato in un reparto, in questo caso la psichiatria, in una stanza in cui deve stare anche il personale composto di agenti di polizia penitenziaria (tre agenti) con mancanza di decoro, ìgiene e privacy. Vi sono anche notevoli disagi per i pazienti ricoverati per patologie varie, acute o croniche, e per il personale assistenziale. Anche il detenuto ha bisogno di uno spazio adeguato dove ricevere assistenza, come era la stanza blindata che oltre ad offrire privacy era anche una protezione alla eventuale fuga, ma offriva anche più spazio per il movimento, oltre al collegamento con una videocamera diretta alle forze dell’ordine. Anche i detenuti, che spesso si ricoverano per patologie varie hanno necessità di essere trattati umanamente secondo la loro gravità e patologia”.
“Sollecitiamo – conclude il sindacato – un intervento di ripristino della stanza, indispensabile al fine di una assistenza adeguata a chi deve scontare pene e, suo malgrado, è ricoverato e per la professionalità di agenti e personale. Auguriamo anche buon compleanno all’ospedale San Luca sapendo che queste problematiche verranno risolte al più presto”.