All’etnobotanico e naturopata Marco Pardini il Premio Romano Silva 2024

La cerimonia si è tenuta a Lucca nella cannoniera della Casa del Boia di fronte ai soci del Club Lions Lucca le Mura
Lunedì scorso si è tenuta la cerimonia di consegna del Premio Romano Silva 2024, giunto alla sua quindicesima edizione.
Il vincitore è l’ormai celebre Marco Pardini, etnobotanico e naturopata, conosciutissimo divulgatore scientifico grazie alle sue pubblicazioni e alla riuscitissima trasmissione I colori del Serchio, realizzata in collaborazione con Abramo Rossi che ha superato di gran lunga le 500 puntate.
La cerimonia si è tenuta a Lucca nella cannoniera della Casa del Boia di fronte ai soci del Club, alle loro consorti e ai numerosissimi ospiti presenti in rappresentanza dei club della zona ma anche di altre associazioni e istituzioni.
La commissione Premio Silva è costituita dal Club Lions Lucca le Mura ed è attualmente composta dall’avvocato Andrea Consorti (Presidente), dal professor Giovanni Macchia e da Guglielmo Menchetti, Francesco Lemucchi e Angelo Parpinelli.
Dopo il breve intervento introduttivo del presidente del club, Pietro Fazzi, è stato proiettato un breve video realizzato dallo stesso premiato. A seguire, l’avvocato Andrea Consorti – presidente della commissione appositamente costituita – e la dottoressa Carla Landucci Silva, moglie dello studioso che dà il nome al premio, hanno illustrato, motivato e commentato la scelta fatta dalla commissione.
Con dovizia di particolari, il presidente Consorti ha ripercorso le tappe della vita, della formazione e dell’attività culturale e scientifica di Marco Pardini.
“Marco Pardini – ha esordito – è nato a Camaiore il 3 maggio 1965, la famiglia era originaria di Casoli, un bellissimo paese alle pendici delle Alpi Apuane meridionali, decide di trasferircisi tornando a vivere nella casa degli antenati, a poche centinaia di metri dalla stupenda Grotta all’Onda. Cresciuto in mezzo alla natura rigogliosa di quei territori, è sempre stato attorniato da piante di ogni genere e ha assorbito fin dalla più tenera età, la saggezza delle donne appartenenti al novero di quelle medichesse popolari, levatrici e conoscitrici dei più reconditi segreti della flora. Nonostante questo background, non avrebbe mai pensato che un giorno le erbe sarebbero state lo strumento del suo lavoro, né tantomeno che sarebbero divenute un modo di guardare la vita. Torna a vivere nel capoluogo: Camaiore, dove viene ospitato per diversi anni in casa della zia Albana, sorella di sua madre. Dopo gli studi classici al Machiavelli di Lucca, trova lavoro presso un’azienda di marmi e graniti di Pietrasanta, la Savema spa, lavorando a turni come operaio e questo gli consente di iscriversi a lettere antiche a Firenze. Dopo la laurea conseguita Cum Laude, si specializza a Siena in storia etrusca pensando un giorno di approdare all’insegnamento. La sua esistenza e il suo percorso formativo invece subiscono un inaspettato cambio di rotta: a seguito di un brutto incidente stradale, subisce diverse fratture alla gamba sinistra, otto interventi chirurgici e alla fine di quella dura esperienza, saranno passati due anni alternando le degenze in molti ospedali della Toscana. Nei ricoveri che spesso duravano anche mesi, conosce la sofferenza umana, il dolore del corpo e dell’anima, assiste alla morte di molti malcapitati nei reparti di traumatologia. Tutto questo lo segna molto, così decide di approdare agli studi di medicina. Desidera però, praticare una medicina dolce e non invasiva, non alternativa, ma complementare, vuole specializzarsi in fitoterapia e in tutto quello che la Natura ha da offrire, senza mai perdere di vista l’orizzonte scientifico e il buon senso. In Italia ancora non esiste niente di “ufficiale” a cui si possa accedere con serietà, ma alcune vecchie conoscenze del paese di Casoli che frequentavano come villeggianti, decidono di aiutarlo nel suo proposito. Si tratta di una famiglia svizzera di Zurigo che conosce il modo per facilitarlo nei suoi propositi. Gli offrono ospitalità per cinque anni dove come qualsiasi pendolare, frequenta gli studi presso la Paracelsus Schule e consegue il titolo diHeilpraktiker (figura medica – ha precisato Consorti – riconosciuta in Svizzera, Germania, Austria, Francia e Belgio). Termina la sua formazione all’Università di Zurigo in etnobotanica. In Italia apre il suo primo studio a Viareggio e inizia il lavoro come Naturopata. Recupera dal passato le vecchie tradizioni erboristiche delle Alpi Apuane, ritrova ricette e conoscenze ancestrali delle nostre montagne. Vaglia tutto con criteri scientifici per come possibile, organizza corsi, lezioni, conferenze e giornate botaniche aperte al pubblico. Partecipa a una serie di puntate televisive come esperto di piante alimentari a Rtv38 dove viene notato da Abramo Rossi, ideatore della trasmissione I Colori del Serchio su Noi Tv, che gli propone di partecipare a qualche puntata. Da qualche puntata si è passati a qualche centinaio, avendo sempre riscontri davvero positivi da parte dei telespettatori”.
Con Maria Pacini Fazzi editrice in Lucca, ha pubblicato Il piantastorie, Erbario poetico, La casa delle parole ritrovate e L’ultimo dono di Agnese. Fu la compianta Maria a notarlo in tv e a proporgli di scrivere e pubblicare per la sua casa editrice
A questa presentazione ampia e illuminante, sono seguite le parole di Carla Landucci Silva: “Ringrazio, anche a nome di mio figlio Luca, tutti gli intervenuti e i soci del Lions club Le Mura, che anche quest’anno, hanno voluto ricordare Romano con questo prestigioso premio. In particolare, ringrazio il presidente Pietro Fazzi, per il convegno dello scorso settembre dedicato a mio marito, e Andrea Consorti che insieme alla Commissione ha scelto di premiare il dottor Marco Pardini, naturopata, etnobotanico, valente divulgatore scientifico fuori dal mondo accademico. Uno studioso, non tradizionale, diverso dai suoi predecessori finora premiati, scelti tra artisti, musicisti, archivisti, musicologi. Una scelta particolarmente indovinata, in quanto accomuna il dott. Pardini a Romano, uomo di grande cultura e profondo studioso fuori dagli schemi tradizionali”
La consegna del Leone da parte della signora Carla Silva ha concluso la breve ma intensa cerimonia.

